Corea Sud, disgelo con Tokyo: indennizzi alle vittime dell’occupazione giapponese
Risarcimento per i lavoratori sudcoreani costretti a lavorare per le aziende nipponiche tra il 1910 e il 1945. Nuovo feeling anche al Wto
I punti chiave
3' di lettura
Passi in avanti per una completa ripresa delle relazioni tra Corea del Sud e Giappone. Seul ha annunciato che compenserà i lavoratori sudcoreani costretti a lavorare per le aziende nipponiche durante gli anni dell’occupazione giapponese (1910-1945). Una fondazione governativa, ha detto il ministro degli Esteri Park Jin, risarcirà 15 vittime che nel 2018 hanno vinto cause legali contro Mitsubishi Heavy Industries e Nippon Steel attraverso un fondo alimentato da donazioni del settore privato. Allo stesso tempo la Corea ha ritirato la denuncia all’Organizzazione mondiale del commercio contro i limiti all’export giapponesi.
Giappone: piano indennizzi di Seul migliorerà rapporti
Il Giappone ha accolto positivamente il piano sudcoreano, utile a ristabilire legami «sani» dopo anni di tensioni. «Il governo di Tokyo valuta le misure annunciate oggi dal governo sudcoreano come uno sforzo per ripristinare sani legami Giappone-Corea del Sud dopo che si sono trovati in una situazione molto grave a causa della sentenza del 2018», ha dichiarato il ministro degli Esteri giapponese Yoshimasa Hayashi. Nel 2018, la Corte suprema di Seul ordinò ad alcune aziende giapponesi di pagare vari indennizzi per il lavoro forzato
Seul blocca denuncia contro Tokyo su stretta export
Il Giappone, per il quale tutte le questioni relative ai risarcimenti in tempo di guerra sono state risolte in base al trattato del 1965, reagì duramente imponendo controlli sulle esportazioni di sostanze chimiche vitali per l’industria dei semiconduttori della Corea del Sud nel 2019. Ora la Corea del Sud ha deciso lo stop alla denuncia presso il Wto contro i limiti all’export giapponesi. «I due governi hanno deciso di tenere rapide consultazioni bilaterali sulle questioni normative legate all’export per farle tornare a come erano prima di luglio 2019», ha dichiarato il ministero del Commercio sudcoreano in una nota.
Il plauso degli Stati Uniti
Anche il segretario di Stato americano Antony Blinken ha accolto con favore il piano annunciato dalla Corea del Sud e ha ricordto che i due Paesi sono «due dei più importanti alleati degli Usa e siamo ispirati dal lavoro che hanno svolto per far progredire le loro relazioni bilaterali». Pertanto, si legge in una nota, «accogliamo con favore gli storici annunci odierni da parte dei governi della Repubblica di Corea e del Giappone sulla conclusione delle discussioni relative a delicate questioni storiche».
Il ministro coreano: ora scuse complete del Giappone
«Spero che il Giappone risponda positivamente alla nostra importante decisione di oggi con i contributi volontari delle società giapponesi e scuse complete», ha affermato Park. «La cooperazione tra Corea del Sud e Giappone è molto importante in tutti i settori della diplomazia, dell’economia e della sicurezza nell’attuale grave situazione internazionale e nella complessa crisi globale. Credo che il circolo vizioso dovrebbe essere spezzato per il bene delle persone a livello di interesse nazionale, piuttosto che lasciare incustodito il rapporto teso per lungo tempo», ha aggiunto il ministro, rimarcando la necessità di chiudere un lungo contenzioso che frena la piena collaborazione tra i due principali alleati Usa in Estremo Oriente, nel mezzo della minaccia nordcoreana e della postura assertiva della Cina.
La possibile donazione delle società nipponiche
I media giapponesi avevano anticipato che le aziende nipponiche potrebbero fornire volontariamente donazioni, mentre Tokyo dovrebbe esprimere rimorso per il lavoro forzato, come fatto in passato. Il governo del Sol Levante ha insistito che il trattato del 1965, che permise ai due Paesi di ristabilire i rapporti diplomatici con fondi riparatori per circa 800 milioni di dollari in prestiti, sovvenzioni, avesse risolto le rivendicazioni relative al periodo coloniale e militarista. Il nuovo piano di Seul sollecita le donazioni dalle principali società sudcoreane che hanno beneficiato del pacchetto di indennizzi del 1965 per risarcire le vittime, in base ad un «accordo storico» che - ha rimarcato Park - «è stato fondamentale per migliorare le relazioni bilaterali».
L’occupazione giapponese
Circa 780mila coreani furono costretti ai lavori forzati dal Giappone durante i 35 anni di occupazione, secondo i dati di Seul, escluse le donne costrette alla schiavitù sessuale dalle truppe nipponiche. La mossa per risolvere il dossier dei lavori forzati segue anni di controversie sulle schiave del sesso della Seconda guerra mondiale, che avevano inasprito i legami Giappone-Corea del Sud. Le parti raggiunsero un accordo nel 2015 per risolvere “finalmente e irreversibilmente” quel problema, con le scuse giapponesi e la formazione di un fondo di 1 miliardo di yen per i sopravvissuti, In seguito la Corea del Sud si ritirato dall’intesa, annullandola, adducendo la mancanza del consenso delle vittime. La decisione diede il via a un’aspra disputa diplomatica che si è estesa a incidere sui legami commerciali e di sicurezza.
loading...