Coronavirus, accordo governo-parti sociali su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro: ecco il testo
Indicazioni operative per le aziende, per attuare in modo uniforme sul territorio nazionale le prescrizioni di legge. Boccia: «le fabbriche al servizio del Paese»
di Giorgio Pogliotti
3' di lettura
Le parti sociali hanno raggiunto un accordo sulle misure di contenimento della diffusione del coronavirus in tutti i luoghi di lavoro. Un protocollo condiviso con indicazioni operative per le aziende, per attuare in modo uniforme su tutto il territorio nazionale le prescrizioni del legislatore e dell’Autorità sanitaria, è stato sottoscritto questa mattina da sindacati e associazioni datoriali, in videoconferenza con il Governo, dopo una giornata di trattative.
È stato lo stesso premier, Giuseppe Conte, a promuovere questo confronto a distanza, preoccupato per gli scioperi proclamati dai sindacati che denunciavano carenze sul versante della salute e sicurezza e le chiusure decise autonomamente da diverse aziende Conte ha così chiamato i vertici di Confindustria, Confapi, Confartigianato, Cgil,Cisl e Uil, per condividere una serie di regole comuni. «Dopo diciotto ore di un lungo e approfondito confronto è stato finalmente siglato tra sindacati e associazioni di categoria il protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro per la tutela della salute di lavoratrici e lavoratori. Il Paese non si ferma» ha twittato il premier che ha assicurato la distribuzione di gratuita di guanti e mascherine ai lavoratori.
Ampio ricorso allo smart working
Si prevede la prosecuzione delle attività produttive solo in presenza di condizioni che assicurino ai lavoratori adeguati livelli di protezione. Le aziende, attraverso il ricorso agli ammortizzatori sociali e la riduzione o la sospensione dell’attività lavorativa, potranno intervenire per la messa in sicurezza del luogo di lavoro. E’ previsto il massimo utilizzo dello smart working, sono incentivate ferie e congedi retribuiti, con la sospensione di attività nei reparti aziendali non indispensabili alla produzione.
Boccia: le fabbriche al servizio del Paese
Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha commentato: «L’accordo ci permetterà di considerare le fabbriche italiane al servizio del Paese, a partire dalle filiere dell’agroalimentare e del farmaceutico, per garantire a tutti noi i beni primari e tutelare ogni filiera della produzione. Dando attenzione prioritaria alla salute delle persone nei luoghi di lavoro, ciò ci consentirà anche di superare questa fase delicata per prepararci alla ripresa appena ne usciremo».
Riunioni solo a distanza
Alle aziende il Protocollo indica precise linee guida su aspetti come l’informazione nei luoghi di lavoro(l’obbligo di rimanere a casa in presenza di febbre oltre 37,5), l’ accesso di dipendenti e fornitori esterni(il controllo della temperatura, gli autisti devono rimanere a bordo dei propri mezzi senza accedere negli uffici), l’adeguata pulizia dei locali (delle postazioni di lavoro, delle aree comuni), le precauzioni igieniche (detergenti per le mani), i dispositivi di protezione individuale (mascherine idonee e guanti se il lavoro impone una distanza minore di un metro e non sono possibili altre soluzioni organizzative), la gestione degli spazi comuni (accessi contingentati).
Inoltre vanno favoriti gli orari di ingresso e uscita scaglionati, va disposta la chiusura di tutti i reparti diversi dalla produzione o in cui si può operare in smart working. Quanto alle riunioni, se non si può ricorrere ai collegamenti a distanza, la partecipazione va ridotta al minimo, rispettando la distanza tra i dipendenti e garantendo un’adeguata areazione dei locali.
Furlan: protocollo molto dettagliato
«È previsto il coinvolgimento dei lavoratori e delle loro rappresentanze a livello aziendale o territoriale – sottolineano Cgil, Cisl e Uil in una nota – per garantire una piena ed effettiva tutela della loro salute». Soddisfatta la leader della Cisl, Annamaria Furlan: «È un protocollo molto chiaro e dettagliato che ora va attuato in tutte le aziende ed in tutti i luoghi di lavoro – commenta -. Definisce con chiarezza tutto quello che le imprese sono obbligate a fare, coinvolgendo i rappresentanti sindacali, per contenere la diffusione del virus e tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori in questa fase di grave emergenza sanitaria, anche utilizzando un periodo di sospensione della produzione e delle attività».
Barbagallo: prevalso buon senso
Per il numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo è «prevalso il buon senso, abbiamo fatto prevalere il principio della priorità della sicurezza sul profitto».
Per approfondire:
●Coronavirus, nel decreto in arrivo indennizzi ed estensione cassa integrazione in deroga
●Coronavirus, provvedimenti a pioggia. In media uno al giorno
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