Coronavirus, anche cani e gatti possono contagiarci?
La scoperta del primo cane positivo al Covid-19 ha rilanciato l’allarme: gli animali domestici trasmettono il virus? La risposta è no. Ecco perché
di Enrico Marro
3' di lettura
Ha suscitato scalpore il primo caso di cane contagiato da Covid-19, scoperto a Hong Kong e dichiarato «lievemente positivo». Da qui una nuova ondata di paure: il virus si può diffondere anche attraverso gli animali da compagnia? A questo si accompagna la solita epidemia di bufale diffuse online e offline, come i manifesti affissi nei giorni scorsi in Friuli che invitano a liberarsi «di cani e gatti perché portano il coronavirus», come avrebbero detto «gli scienziati americani».
Nessun rischio da animali da compagnia
I nostri amici a quattro zampe possono rappresentare un veicolo di contagio? La risposta è no: al momento non ci sono evidenze scientifiche del fatto che gli animali domestici possano contrarre il Covid-19 trasettendolo agli esseri umani. Lo ripetono da tempo sia l’Organizzazione Mondiale della Sanità che il nostro ministero della Salute: «al momento non vi è alcuna evidenza scientifica che gli animali da compagnia, quali cani e gatti, abbiano contratto l’infezione o possano diffonderla», si legge sl sito del ministero.
«I coronavirus scelgono a quale specie adattarsi»
Come spiega Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pavia, «I coronavirus sono molto specifici: o si adattano all’uomo o al cane, non abbiamo precedenti di altro tipo. Questo perché se un virus si adatta all’uomo non trova poi nel cane o nel gatto i recettori giusti e un organismo idoneo alla sua replicazione». Nel caso di Hong Kong, è possibile che il virus abbia semplicemente aderito alla mucosa nasale del cane dopo un contatto ravvicinato con la sua padrona, una donna di 60 anni risultata positiva al test, senza però che si sia verificato il contagio.
Laviamoci le mani, ma contro la salmonella
Oms e ministero della Sanità ricordano però di lavarci le mani con acqua o sapone o con soluzioni alcoliche dopo il contatto con cani e gatti: questo non per rischi di contagio da coronavirus, ma per proteggerci da batteri come salmonella ed escherichia colo, che possono - questi sì - essere trasmessi dagli animali all’uomo.
Probabile invece la trasmissione da animali non domestici
E' invece probabile che il Covid-19 sia stato trasmesso all’uomo da animali non da compagnia, forse i serpenti o i pipistrelli. Ed è provato come in passato altre forme di coronavirus siano state trasmesse dai suini e dai cavalli: «in Cina nel 2002, SARS-CoV è stato trasmesso dagli zibetti agli esseri umani e, in Arabia Saudita nel 2012, MERS-CoV dai dromedari agli esseri umani», spiega il sito del ministero della Sanità.
Primi divieti alle stranezze della dieta cinese
Intanto Pechino sta approfittando dell’emergenza coronavirus per cercare di dare una ripulita alle tradizioni alimentari della seconda potenza economica mondiale, in particolare del Sud della Cina, dove si mangiano cani e gatti ma anche serpenti e tartarughe. Pare che in Cina vengano uccisi per scopi alimentari dai 10 ai 20 milioni di cani l’anno, in particolare a Yulin, nella regione del Guanxi, dove si tiene un festival della carne di cane. Shenzhen, metropoli hi-tech del meridione cinese, pochi giorni fa ha emanato un regolamento per mettere al bando i tipi di carne meno comuni e ritenuti prelibati, come i serpenti o le rane, oltre che naturalmente cani e gatti. Le multe per i trasgressori, cittadini o ristoranti che siano, sono molto pesanti.
Per approfondire:
● Coronavirus, a Hong Kong primo cane infetto. Al bando il consumo di carne
● Virus cinese, l’analisi genetica indica il passaggio dai pipistrelli ai serpenti
● Attenti ai disinfettanti fai da te, possono fare più danni del virus
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