criminalità informatica

Coronavirus, attacco hacker allo Spallanzani di Roma. Indaga la Procura

Riunione d’emergenza nei giorni scorsi del Nucleo Sicurezza Cibernetica del Dis. Focus anche su un presunto sabotaggio al San Camillo

di P.Sol.

Ansa

2' di lettura

Mentre tutta Italia parla del presunto, ma non meglio precisato, attacco hacker al sito dell’Inps, è emerso che un attacco è stato effettivamente portato alle strtture sanitarie direttamenet coinvolte nella lotta

all’epidemia del coronavirus. Nello specifico è stato l’Ospedale Spallanzani di Roma a subire una settimana fa un attacco al suo sistema informatico.

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L’episodio è stato al centro di una riunione straordinaria del Nucleo Sicurezza Cibernetica, l'organo, presieduto dal Vice Direttore Generale con delega al cyber del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (DIS), cui è affidato il compito di gestire eventuali crisi cibernetiche e di curare la preparazione e prevenzione in materia di sicurezza informatica.

A rivelarlo è un comunicato del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, che fa riferimento ad «alcuni attacchi informatici ai danni di strutture italiane di eccellenza attualmente impegnate nel fronteggiare l'emergenza sanitaria in atto relativa al Covid-19». La riunione si è tenuta in formato ristretto, alla presenza delle sole componenti dell'intelligence (AISE ed AISI) e della polizia postale (CNAIPIC).

La Procura di Roma ha avviato una indagine in relazione all'attacco hacker allo Spallanzani, coordinata dal procuratore Michele Prestipino. Il reato per cui si procede è accesso abusivo a sistema informatico. La Procura di Roma sta valutando inoltre la vicenda relativa al presunto sabotaggio al San Camillo dove sono stati danneggiati computer dei laboratori per il test Covid-19.

Alla luce delle evidenze disponibili, «gli esperti del Nucleo hanno valutato che gli episodi rappresentano una ricaduta “fisiologica” della situazione in corso, che sollecita appetiti di varia natura, per lo più di matrice criminale». Il Nucleo ha comunque provveduto ad allertare, attraverso il CNAIPIC, la rete sanitaria nazionale perché innalzasse le difese su reti ed infrastrutture.

I casi, singoli, registrati in Italia, prosegue il comunicato, «vanno letti come episodi di un fenomeno di portata mondiale, come l'emergenza coronavirus che cerca di sfruttare, spesso con attacchi cd. “ransomware”, ispirati cioè da finalità di lucro e non dall'intento di esfiltrare dati sensibili».

Nei giorni ascorsi la rete dei CSIRT (Computer Security Incident Response Teams) europei ha infatti innalzato il livello di allerta per la possibile crescita di azioni di cybercrime, mentre la polizia postale, già prima dei più recenti sviluppi, ha invitato i cittadini ad alzare la guardia rispetto a iniziative “malevole” che giocano proprio sulle preoccupazioni legate alla pandemia.

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