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Coronavirus, la nuova autodichiarazione su non positività e spostamenti: come funziona e quando si può usare

I cittadini potranno continuare a spostarsi per esigenze di lavoro e salute. Ma come funziona la «autodichiarazione» necessaria predisposta dal Viminale?

di Alb.Ma.

Coronavirus, il vademecum: cosa fare in caso di dubbi

3' di lettura

Anche se l’Italia è un «paese bloccato», i cittadini potranno continuare a spostarsi per lavoro, salute o necessità. Ci sono delle precise regole da rispettare. Indispensabile è compilare l’ormai celebre autodichiarazion e ( pdf da scaricare ), un modulo già predisposto per l’istituzione della zona arancione in Lombardia e altre 14 province e poi esteso all’intero paese. Il testo, utilizzabile in tutta Italia, è stato diramato una prima volta il 10 marzo e poi modificato una settimana più tardi, il 17 marzo, con l’aggiunta importante: l’obbligo di dichiarare la non positività al coronavirus.

Leggi anche /Coronavirus, ecco il nuovo modello di autocertificazione: obbligo di dichiarare la non positività

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In breve, si tratta di un documento che certifica perché un cittadino si sta muovendo nonostante le limitazioni fissate dalle autorità e la raccomandazione a rimanere a casa il più possibile.

AUTOCERTIFICAZIONE/Il nuovo modulo per gli spostamenti con la dichiarazione di non positività al coronavirus

Ma insomma, quando ci si può spostare?
Come scritto nella stessa auto-dichiarazione, lo spostamento può essere determinato solo da una serie ristrettissima di casi: 
esigenze lavorative (andare e tornare dal proprio lavoro; per i lavoratori dipendenti questo qualora il proprio datore di lavoro non abbia predisposto sistemi di smart working)
situazioni di necessità (ad esempio andare a fare la spesa, acquisti di prima necessità o per «altri situazioni particolari» da dettagliare agli agenti)
per motivi di salute (visite o esigenze sanitarie di varia natura)
rientro presso il proprio domicilio, abitazione e residenza (caso specifico: un cittadino domiciliato a Milano può far ritorno nella località dove mantiene la residenza, ovviamente se le due sedi non coincidono). Vige invece un divieto assoluto di spostamento per le persone sottoposte a quarantena o risultate positive al virus.

E chi controlla le autodichiarazioni?
Il ministro degli Interni Luciana Lamorgese ha scritto in una direttiva ai prefetti che «i controlli sul rispetto delle limitazioni della mobilità avverranno lungo le linee di comunicazione e le grandi infrastrutture del sistema dei trasporti».

Su autostrade e viabilità principale, gli agenti della polizia stradale potranno fermare le vetture e controllare i moduli. Lo stesso potrà essere fatto da Carabinieri e Polizia municipale sulla viabilità ordinaria

Nelle stazioni ferroviarie saranno attuati gli stessi controlli sui passeggeri, acquisendo le autodichiarazioni dei viaggiatori. In aggiunta la polizia ferroviaria, in collaborazione con personale delle ferrovie dello Stato, delle autorità sanitarie e della Protezione civile, si occuperà della canalizzazione dei passeggeri in ingresso ed uscita, operando «verifiche speditive» (rapide) sullo stato di salute dei viaggiatori

Negli aeroporti, i passeggeri in partenza dovranno esibire la certificazione insieme ai documenti di viaggio. Quelli in arrivo dovranno motivare lo scopo del viaggio in fase di ingresso.

Il foglio deve essere già stampato o viene fornito dagli agenti?
Secondo la direttiva già citata, l’autodichiarazione può essere «resa anche seduta stante attraverso la compilazione di moduli forniti dalle forze di polizia». Ora il governo ha chiarito che saranno le forze di polizia a fornirlo ai cittadini.

Sì, ma come si fa a capire se un’autodichiarazione è vera?
Sempre a quanto si legge nella direttiva Lamorgese, «la veridicità dell'autodichiarazione potrà essere verificata anche con successivi controlli». In altre parole, le autorità potranno verificare se quello che era stato loro comunicato corrispondeva davvero a una delle quattro casistiche previste dal modulo. In caso di violazione si incorre nel reato previsto dall’articolo 650 del codice penale (inosservanza di un provvedimento di un'autorità: pena arresto fino a tre mesi o ammenda fino a 206 euro ), a meno che il proprio comportamento «possa configurare un'ipotesi più grave».

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Riproduzione riservata ©
  • Alberto MagnaniRedattore

    Luogo: Milano

    Lingue parlate: inglese, tedesco

    Argomenti: Lavoro, Unione europea, Africa

    Premi: Premio "Alimentiamo il nostro futuro, nutriamo il mondo. Verso Expo 2015" di Agrofarma Federchimica e Fondazione Veronesi; Premio giornalistico State Street, categoria "Innovation"

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