Coronavirus «battuto» da Asterix alle corse in un fumetto del 2017
Nel 37esimo albo della serie a strisce l’invincibile gallo affronta un auriga mascherato che si chiama come il Covid-19. Sfrecciando da Monza a Napoli
di Francesco Prisco
3' di lettura
Evviva i Simpson e la loro incredibile capacità divinatoria grazie alla quale, in tre decadi, hanno predetto l’elezione di Trump a presidente Usa, l’avvento del T9 e il coronavirus. Ma anche no. Perché, mentre per l’ascesa di «The Donald» e l’inserimento automatico di testo nei programmi di messagistica i pareri degli esperti concordano, sul conto del Covid-19 le analogie con l’episodio 21 della quarta stagione del cartone di Matt Groening appaiono piuttosto tirate per i capelli.
Coronavirus alle corse
Se invece cercate profezie a fumetti «puntuali» per il virus che in questi giorni tiene tre quarti di mondo con il fiato sospeso, dovete volgere lo sguardo in direzione della Francia a Asterix e Obelix, la spassosissima riscrittura della storia romana dal punto di vista dei galli frutto della fantasia di René Goscinny e Albert Uderzo: in Asterix e la corsa d’Italia, 37esimo albo della serie a firma di Jean-Yves Ferri e Didier Conrad pubblicato nel 2017, ecco che il terribile Coronavirus si abbatte implacabile sull’Italia. Non è tuttavia materia per infettivologi: trattasi infatti di un auriga romano mascherato cui si accompagna lo scudiero Bacillus (sic). Quando qui da noi uscì con Panini Comics nessuno se la filò o quasi, ma quella storia infarcita di stereotipi, come prevede il canovaccio della serie, metteva in fila due o tre cose che, lette con il senno di poi, ci regalano un mirabolante effetto sfera di cristallo.
Da Monza-Napoli
Sentite qua: tra i banchi del Senato romano del primo secolo a.C. si aggira il corrotto Lactus Bifidus, accusato di dirottare i fondi per la manutenzione delle strade romane nell’organizzazione di sontuose orge. Come uscirsene dall’imbarazzante situazione? Con un colpo di teatro: Lactus Bifidus annuncia infatti l’organizzazione di una corsa di quadrighe tra tutti i popoli dell’impero allo scopo di dimostrare l’eccellenza delle strade imperiali. Da Modicia a Neapolis, per la precisione, ossia da Monza a Napoli. Cesare in persona acconsente, ma a una condizione: a trionfare dovrà essere un auriga romano.
Una quadriga comprata a credito
Mica roba da poco. Si dà infatti il caso che si iscriva alla gara anche Obelix, cui un’indovina ha predetto un futuro da auriga vittorioso. Eccoti il panzuto gallo che abbandona il tradizionale mestiere di procacciatore di menhir, compra una quadrighe a credito e si mette in pista, accompagnato da Asterix. E ovviamente dalla pozione magica della quale è ghittissimo da quando era in fasce.
Più che il coronavirus poterono le buche stradali
Come dev’essere passata per la testa degli autori l’idea di chiamare Coronavirus il «cattivo» dell’episodio? In tutta probabilità decisive furono le notizie intorno alla diffusione della Sars nel 2002 e della Mers nel 2012, entrambe patologie determinate dal coronavirus. Certo, nel 2017 nessuno poteva prevedere l’impatto della variante Covid-19 in Italia di lì a una manciata di anni. Torniamo alla trama dell’albo: come va a finire? Esito scontato, come un po’ in tutte le avventure dei galli più simpatici della storia del fumetto ma vi basti sapere che a tirre un brutto scherzo al favorito Coronavirus saranno proprio le condizioni disastrate delle italiche strade, piene di buche. Dal punto di vista nostro, invece, speriamo che arrivi presto una pozione magica.
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