Coronavirus, come sarà distribuito il vaccino in Italia: il piano in arrivo il 2 dicembre
L’elenco dei 300 punti di distribuzione, dopo l’iniziale ritardo, è stato inviato da tutte le regioni al Commissario per l'Emergenza Domenico Arcuri. A differenza degli altri vaccini, il cui acquisto viene fatto a livello regionale, per l'anti-Covid l'acquisto sarà centralizzato e gestito dallo Stato.
di Andrea Gagliardi
3' di lettura
L'Italia si prepara alla grande campagna di vaccinazione contro il virus SarsCov2. Il piano vaccini sarà presentato ufficialmente in Parlamento dal ministro della Salute Roberto Speranza il 2 dicembre. Ma già alcuni elementi sono noti. Saranno 300 i punti su tutto il territorio nazionale dove saranno distribuite le prime 3,4 milioni di dosi del vaccino della Pfizer che dalla fine di gennaio dovrebbero consentire di vaccinare 1,7 milioni di italiani. Dopo gli iniziali ritardi l'elenco è stato inviato finalmente da tutte le regioni al Commissario per l'Emergenza Domenico Arcuri in queste ore e comprende sia le strutture ospedaliere in grado di conservare e somministrare il vaccino sia le Rsa, che verranno servite attraverso le unità mobili.
300 punti di distribuzione
Nella lettera inviata alle Regioni con la quale il commissario Arcuri chiedeva ai presidenti di fornire l'elenco delle strutture idonee alla distribuzione e alla somministrazione, il Commissario indica che si potrebbe prevedere in questa prima fase di somministrare il vaccino direttamente nelle strutture ospedaliere e, tramite unità mobili, nei presidi residenziali per anziani. A consegnare il vaccino nei 300 punti individuati sarà direttamente la Pfizer, «per garantirne la sua integrità». Ogni presidio ospedaliero individuato, si legge ancora nella lettera, «dovrà essere in condizione di vaccinare almeno 2mila persone (o più persone ma con multipli di mille) in 15 giorni».
Il target è la vaccinazione del 60-70% degli italiani
Per gli altri vaccini in arrivo destinati a tutte le altre categorie di cittadini , si dice ancora nella lettera di Arcuri alle Regioni, «saranno previste modalità differenti di somministrazione, in linea con la ordinaria gestione vaccinale, attraverso una campagna su larga scala» utilizzando anche i drive in o, ma sono ancora ipotesi, anche palazzetti, fiere e palestre, «a partire dalle persone con un elevato livello di fragilità». Con un avvertimento ribadito da Gianni Rezza direttore Prevenzione del ministero della Salute: «Per avere l'immunità di gregge si dovranno vaccinare almeno il 60-70% degli italiani». In pratica oltre 40 milioni di persone.
Le categorie a rischio
Queste le premesse del piano italiano che si sta delineando in questi giorni e che come ammesso dai tecnici del ministero della Salute prenderà spunto da quello tedesco. Il ministro Roberto Speranza punta a presentarlo già nei prossimi giorni in Parlamento dove tra l'altro si discuterà del nodo «obbligatorietà» del vaccino - si punterà sembra a una «raccomandazione» - oltre che delle categorie che avranno la priorità: l'idea è quella di vaccinare prima gli operatori sanitari e poi anziani (soprattutto nelle Rsa) e forze dell'ordine.
Speranza: acquisto vaccini sarà centralizzato
A differenza degli altri vaccini, il cui acquisto viene fatto a livello regionale, per l'anti-Covid «l'acquisto sarà centralizzato e gestito dallo Stato». Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, spiegando che numerosi contratti sono stati sottoscritti «e altri saranno firmati a breve. Come Italia - ha annunciato - avremo il 13,65% dei vaccini già opzionati in sede europea»
Il bando per le siringhe
Al via anche il bando per l'acquisto di oltre 100 milioni di siringhe: le aziende avranno 15 giorni di tempo dalla pubblicazione della richiesta per presentare le offerte e a quel punto ci sarà la selezione.
I contratti Ue per la fornitura di vaccini
Intanto, diventa sempre più ampio il portafoglio di vaccini anti-Covid di cui l'Europa si sta dotando. La presidente della commissione europea Ursula von der Leyen ha infatti annunciato che il 25 novembre sarà approvato un nuovo contratto con l'azienda Usa Moderna, il cui candidato vaccino potrebbe ricevere l'approvazione da parte dell'ente regolatorio per i farmaci statunitense Fda l'11 dicembre. Il contratto tra Bruxelles e Moderna prevede la fornitura fino a 160 milioni di dosi del vaccino. Si tratta del sesto contratto per la fornitura di vaccini in Europa, dopo quelli con le aziende AstraZeneca (per 400 mln di dosi), Sanofi-Gsk (300 mln), Johnson & Johnson (fino a 400 mln), BioNTech-Pfizer (fino a 300 mln) e CureVac (fino a 405 mln).
Il vaccino made in Italy
Sul fronte italiano, fa significativi passi avanti il vaccino made in Italy dell'azienda biotech ReiThera in collaborazione con l'Istituto Spallanzani: è ben tollerato e induce risposta immunitaria nei soggetti sani di età compresa tra i 18 e i 55 anni. La Fase 1 avanza ora nei soggetti di età compresa tra i 65 e gli 85 anni. L'arruolamento dei volontari più anziani sta procedendo e l'azienda prevede di comunicare entro la fine dell'anno i primi risultati dello studio.
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