Appello

Coronavirus, commercialisti: «Rendiamo servizio essenziale al Paese, i nostri studi restino aperti»

Miani: «Accantonare la precompilata per quest’anno e sospendere per più tempo tutte le scadenze». Alemanno (Int): «Gli intermediari possono restare aperti?»

(Andrey Popov - Fotolia)

3' di lettura

«Si rincorrono in queste ore diverse bozze di decreto sulle annunciate ulteriori misure restrittive per contrastare la diffusione del coronavirius dalle quali non si evince ancora con chiarezza quali attività professionali debbano essere sospese. Bozze dalle quali sembrerebbero inoltre emergere differenze tra provvedimenti nazionali e regionali da chiarire al più presto. In questa situazione di incertezza, sottolineiamo come quelli offerti dai commercialisti siano comunque servizi essenziali perle imprese e per i cittadini del nostro Paese. Per questo siamo convinti che la nostra attività debba andare avanti anche in questo drammatico frangente e anche in regioni quali Lombardia e Piemonte». È quanto afferma in una nota il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani.

Miani sottolinea le difficoltà riscontrate in questo periodo dai 120mila iscritti all’lbo e ribadisce «la richiesta di una sospensione più prolungata di tutte le scadenze degli adempimenti e dei versamenti fiscali, in materia di lavoro e, in generale, connessi alle attività di competenza della professione».

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I commercialisti chiedono anche l’accantonamento per quest’anno della precompilata.

«Unitamente alle associazioni sindacali di categoria - prosegue Miani - riteniamo che l’apertura dei nostri studi passi però necessariamente per la decisione a monte di una sospensione più prolungata di tutte le scadenze. Ad oggi queste sospensioni sono state soltanto parziali e di brevissima durata: a tal proposito basti pensare, a mero titolo esemplificativo, alla scadenza del 31 marzo per la presentazione delle Certificazioni Uniche e dei dati per la dichiarazione dei redditi precompilata che, considerato l’aggravarsi dell’emergenza in atto, dovrebbe semplicemente essere accantonata per quest’anno, in modo da eliminare in un colpo solo una serie di adempimenti utili soltanto a far sì che l’Agenzia delle entrate possa metter a disposizione un precompilato che, il più delle volte, è sempre un Commercialista a verificare e trasmettere alla stessa Agenzia».

Miani sottolinea che «in questo difficilissimo passaggio per la vita del Paese i commercialisti sono pronti a non interrompere la loro attività, ma, ora più che mai, è necessario che siano messi nelle condizioni di lavorare. Chiediamo ci sia consentito di organizzarci per il meglio, tutelando noi stessi e i nostri cari».

Miani chiede anche «di consentire la compensazione dei crediti per imposte dirette anche prima della presentazione delle dichiarazioni e di estendere ai commercialisti le misure di sostegno previste dal decreto legge n. 18/2020 a cui, attualmente, questi ultimi non hanno diritto (come, a titolo esemplificativo, il credito d’imposta per gli studi professionali condotti in locazione, le indennità e le altre misure di sostegno per il lavoro previste dal titolo II del decreto)».

Anche il presidente dell’Istituto nazionale tribuaristi (INT) ha fatto sentire la sua voce scrivendo al Ministro dell’Economia per avere indicazioni operative per gli studi professionali degli intermediari fiscali, dopo l’annuncio del nuovo Dpcm. In particolare, Riccardo Alemanno chiede «quale comportamento dovranno seguire gli studi professionali dei tributaristi, in merito al nuovo Dpcm annunciato dal Presidente del Consiglio in tema di contenimento della diffusione del Covid-19».

«Domani (lunedì 23 marzo, ndr) gli studi, che svolgono funzione di intermediari fiscali abilitati e che operano con codice Ateco 692013, potranno aprire, seguendo ovviamente le regole di sicurezza , oppure no?»

Alemanno sottolinea che il telelavoro non sempre è applicabile a tutte le tipologie di pratiche di assistenza e che comunque qualcuno dovrà accendere i server, controllare la loro funziolità o intervenire in caso di blocco, visionare pratiche e dati in archivio, ecc.

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