Coronavirus, così i docenti italiani puntano alla didattica digitale
L'84% dei docenti del campione dichiara di avere già adottato una modalità alternativa per dare continuità alla programmazione con gli alunni/studenti. La ricerca dell’Osservatorio Alkemy – Il Sole 24Ore
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L'Osservatorio Alkemy – Il Sole 24 ORE ha effettuato tra l'11 e il 12 marzo una indagine su un campione di docenti di scuola primaria e secondaria per indagare sulla loro reazione alla chiusura temporanea delle scuole e comprendere come si sono organizzati in termini di continuità didattica.
L'indagine è stata eseguita via Facebook per creare due sottocampioni, l'uno riguardante gli insegnanti sul territorio lombardo, che ha sospeso per primo le normali attività scolastiche, l'altro i docenti che insegnano nel resto del Paese.
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A seguito della sospensione delle attività didattiche presso le strutture scolastiche, l'84% dei docenti del campione dichiara di avere già adottato una modalità alternativa per dare continuità alla programmazione con gli alunni/studenti. La percentuale è molto simile (78%) per i maestri delle scuole primarie. Il 15% dichiara di essere ancora nella fase di organizzazione delle nuove modalità di didattica alternativa, e solo l'1% di non essersi ancora organizzato.
I docenti con maggiore iniziativa appartengono all'area umanistica (89%), rispetto ai docenti di area scientifica/tecnica (78%). La differenza tra la Lombardia (87% già organizzato per il proseguimento della didattica) e le altre Regioni d'Italia (82%) non appare significativa, segnale che i docenti si sono in linea di massima fatti trovare già pronti, anche quelli la cui necessità si è verificata solo da pochissimi giorni.
I dirigenti scolastici stanno ricoprendo un ruolo decisivo nell'adozione di procedure adeguate alla situazione di emergenza: dei docenti che si sono già organizzati o che lo stanno facendo in questi giorni, la maggioranza (64%) ha ricevuto indicazioni dalla dirigenza, indipendentemente da fattori geografici o dall'ordine e grado dell'Istituto; il 51% si è coordinato con i colleghi per la scelta di modalità condivise, ma il livello di collaborazione è decisamente superiore nella scuola primaria (62%); comunque, il 36% ha scelto la modalità didattica su propria personale iniziativa. Su questo ultimo dato, come prevedibile, la scelta personale del docente è maggiore tra i docenti della Lombardia (41%) e soprattutto tra docenti di scuola secondaria di secondo grado (47%).
Ma quali sono le gli strumenti e le piattaforme digitali utilizzate degli insegnanti? Il panorama che emerge dall'indagine è particolarmente eterogeneo, con la citazione di decine di soluzioni diverse e in diversi casi anche particolarmente “creative”.
Per l'assegnazione dei compiti ed eventuale condivisione di materiali agli studenti il 74% dei docenti utilizza il registro elettronico, strumento trasversalmente diffuso in ogni area, ordine e grado; diffuso anche l'utilizzo dei mezzi di comunicazione più “tradizionali”, in particolare WhatsApp (39%) e posta elettronica (31%), il 9% Edmodo. Le piattaforme di Google sono un riferimento per un numero significativo di docenti, come Meet/Hangout o la suite Classroom, segnalate entrambe al 24% di adozione; Hangout supera il 30% tra i rispondenti della Lombardia. Il 33% dei docenti segnala materiali didattici già presenti in rete, mentre il 17% dichiara di caricarne di propri su YouTube.
La principale difficoltà riscontrata dai docenti nel processo di adozione delle modalità di didattica a distanza, nonché l'unica particolarmente significativa su tutto il territorio e soprattutto rilevante per la Primaria e la Secondaria di primo grado, è stata l'assicurarsi che tutti gli alunni e studenti della classe potessero avere accesso al materiale (76% del campione), poiché per motivi vari a casa gli stessi possono non avere una connessione a Internet, non disporre di un Personal Computer, eccetera. Al 21% la difficoltà è attribuita all'utilizzo degli strumenti adottati, e poi per il 17% a causa delle difficoltà di coordinamento tra colleghi per l'adozione di modalità condivise. Eventuali resistenze da parte delle famiglie sono un ostacolo solo per il 7% dei docenti del campione.
Gli studenti si sono fatti trovare pronti: gli alunni o studenti sono definiti in questo momento dai loro docenti collaborativi (74%) o addirittura entusiasti (12%) e passivi per il rimanente 14%. L'entusiasmo sale al 26% tra gli alunni della scuola primaria, evidentemente più avvezzi all'approcciarsi alla didattica secondo logiche e dinamiche completamente nuove, mentre gli studenti considerati collaborativi salgono all'87% nelle scuole secondarie di secondo grado.
Il 18% degli insegnanti rileva infine il contributo di alcuni studenti come tutor digitale nel coordinamento delle attività per altri studenti, percentuale che sale fino al 31% nel caso delle scuole superiori, e l'8% dichiara di farsi supportare da uno o più studenti in questo (13% nel caso dei docenti di scuola secondaria superiore).
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