Coronavirus: crolla sentiment verso Europa. Le misure economiche soddisfano 1 su 5
Un apposito focus della ricerca riguarda le misure economiche varate dal Governo e correlate all'impatto su alcune categorie lavorative, commerciali e produttive.
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Solo il 14% degli utenti social italiani è soddisfatto - analizzando i dati dell’ultima settimana - dell'operato dell'Europa per fronteggiare il Coronavirus.
E' quanto emerge dall'ultimo report realizzato da Spin Factor, società leader nella consulenza strategica politica, istituzionale e aziendale, tramite Human, la propria piattaforma di web e social listening.
Dall'analisi semantica effettuata, inoltre, emerge un forte utilizzo da parte degli utenti di parole singole e bigram (combinazioni di due parole) relative a “uscire” dall'Europa: uscire, usciamo, dobbiamo uscire. L'analisi semantica imperniata sul verbo “uscire” lascia immaginare che possa essere una delle parole guida di quell’area politica - dalla Lega di Salvini a Fratelli d’Italia della Meloni -che dell'uscita dell'Italia dall'Ue o della rinegoziazione della sua permanenza hanno sempre fatto un cavallo di battaglia.
Un apposito focus della ricerca riguarda le misure economiche varate dal Governo e correlate all'impatto su alcune categorie lavorative, commerciali e produttive.
In particolare sulle misure per ricettività e ristorazione il sentiment positivo è del 25%, per le pmi del 22%, per lavoro autonomo (i famosi 600 euro) cala al 19% e per commercianti e artigiani del 18%.
Dal punto di vista delle istituzioni, il sentiment generale relativo all'operato del Governo nella seconda metà di marzo, e soprattutto nell'ultima settimana, è risalito stabilmente portando la media del mese a un sentiment positivo del 40,1%. E' tuttavia inferiore di molto se confrontato con quello delle regioni più colpite dal coronavirus.
L'operato della regione Lombardia guidata da Fontana è quello più apprezzato (49,4% il sentiment positivo medio), con punte che superano il 60% nell'ultima settimana, a seguire l'Emilia Romagna di Bonaccini (45,3% il sentiment positivo medio) e dietro invece il Veneto di Zaia (42,9% il sentiment positivo medio), che non supera quasi mai il 50%.
E' interessante notare che a distanza anche di 24 ore il sentiment talvolta oscilla di diversi punti, questo a causa di misure particolari varate dei governi regionali o anche a causa di polemiche su nuovi focolai o su episodi singoli che possono generare positività o indignazione.
Ad ogni modo i presidenti di regione, quasi in tutta Italia, sono visti come il punto di riferimento da parte dei cittadini che, in questa fase, hanno bisogno di punti di riferimento da seguire. Questo è evidente soprattutto dall'analisi dei trend del sentiment negativo, sia nei confronti del Governo che delle regioni esaminate, che si attesta quasi stabilmente al di sotto del 10%, a testimonianza del fatto che non c'è spazio per chi propone solo contestazione: la stragrande maggioranza degli italiani ascolta le indicazioni, è portata a rispettare le regole e vuole superare questo momento.
«Il crollo verticale del sentiment positivo nei confronti dell'Ue - commenta Tiberio Brunetti, fondatore e amministratore di Spin Factor - era facilmente ipotizzabile a causa delle dichiarazioni, della Lagarde prima e della Van Der Leyen poi, che hanno di fatto trovato lo scudo di una supercoalizione che potremmo chiamare “difendi Italia” cui al fronte sovranista si è unito in maniera compatta anche quello governativo con Conte in prima linea. Esiste una distanza tra il sentiment del Governo e quello dei provvedimenti. Questo perché, da un lato l'immagine del Governo in questa fase è quasi interamente sovrapponibile a Conte, che ha un sentiment molto positivo, e dall'altro poichè la valutazione complessiva è data dall'insieme delle misure sui vari fronti: sanitario, economico ed internazionale».
«E’ normale che su singoli provvedimenti ci sia dinamicità maggiore: mentre il governo sale sul dibattito con l'Europa, cala su misure economiche e sul pasticcio server Inps», dice ancora Brunetti. «E' molto basso il sentiment sui provvedimenti verso professionisti e microimprese (commercianti e artigiani) da sempre il tallone d'achille degli ultimi Governi. A livello di regioni, tiene molto bene la Lombardia, che come regione più contagiata poteva invece pagare un prezzo molto alto sulla contestazione, invece la linea netta di Fontana pare pagare».
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