raccolta scesa del 30%

Coronavirus: ecco come è stata preservata l’economia circolare degli oli usati

Le aziende di raccolta hanno effettuato ritiri su appuntamento per ridurre i rischi, le raffinerie hanno svolto manutenzioni e ridotto il passo degli impianti senza interrompere la ricezione di olio lubrificante usato

Conou, in 35 anni raccolti 6 milioni di tonnellate di oli lubrificanti usati

2' di lettura

Resilienza e innovazione. É la ricetta usata dal Conou, il Consorzio degli oli usati, per preservare l’economia circolare degli oli usati nel corso dell’emergenza coronavirus. Il Conou, che lo scorso anno è riuscito a raccogliere e avviare a rigenerazione la totalità degli oli usati raccolti in Italia, ha puntato nel corso del lockdown su capacità di adattamento e approccio sinergico, dimostrando una notevole resilienza. Tutto grazie alla coesione della sua filiera, punto di forza di un sistema di organizzazione che oggi rappresenta un modello per l’Europa.

Ritiri su appuntamento per ridurre i rischi
Le 70 aziende di raccolta e rigenerazione del Consorzio hanno garantito il servizio e la sicurezza di personale e attrezzature anche durante il lockdown grazie a una serie di provvedimenti gestionali. La raccolta dell’olio lubrificante usato non è stata interrotta e, con il riavvio degli impianti industriali, ha fronteggiato la ripresa completa della domanda. Le aziende di raccolta hanno effettuato ritiri su appuntamento per ridurre i rischi, le raffinerie hanno svolto manutenzioni e ridotto il passo degli impianti senza interrompere la ricezione di olio lubrificante usato e presso i depositi consortili sono stati ottimizzati i tempi di apertura con attenta programmazione.

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La gestione della crisi
A Circonomia, questa esperienza è stata descritta come eccellenza dell’economia circolare. «La collaborazione tra gli attori della filiera che compongono il Consorzio - ha spiegato il vice presidente del Conou Riccardo Piunti - si è rivelata la chiave vincente, che ha consentito il mantenimento dell’operatività di servizio, la gestione della crisi e il recupero della stabilità del processo. Grazie a questo approccio, il Consorzio ha chiuso, anche durante l’emergenza, il cerchio dell’economia circolare dell'olio lubrificante».

Con la chiusura forzata raccolta scesa del 30%
Tra gli effetti del lockdown, la chiusura di impianti, fabbriche e officine e il fermo alla circolazione dei veicoli hanno comportato una brusca frenata nel consumo dei lubrificanti in Italia e un conseguente calo della raccolta rispetto ai quantitativi del 2019 e alla media annuale. Nel 2020 la raccolta in Italia è scesa del 30% rispetto al 2019, con maggiori perdite al Centro Sud (-47%) rispetto al Nord Est (-24%) e al Nord Ovest (-21%). Nel 2019 sono state immesse al consumo 411mila tonnellate di olio lubrificante di prima raffinazione. Di queste, 220mila tonnellate sono state consumate durante l’utilizzo, mentre le rimanenti 191mila tonnellate (in pratica il 100% del raccoglibile) sono state raccolte e destinate al 100% alla rigenerazione. Operazione che ha consentito la produzione di 128mila tonnellate di basi lubrificanti di alta qualità, circa 13mila tonnellate di gasolio e 30mila di bitume, pronte a essere reimmesse nel mercato.

IL TREND DELLA RACCOLTA DEGLI OLI USATI
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