Coronavirus, ecco le varianti sotto la lente: Delta sorvegliata speciale
Delle undici sotto osservazione, a preoccupare di più sono cinque. Le più diffuse, in tutto il mondo
di Nicoletta Cottone
I punti chiave
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Delle undici varianti del nuovo coronavirus sotto osservazione, a preoccupare di più sono cinque. Le più diffuse in tutto il mondo. L’ultima in ordine di tempo è la Epsilon, che secondo la rivista Science è una delle varianti che destano preoccupazione, le cosiddette Voc (Variants of concern). Per ora Epsilon è considerata una variante sotto osservazione e fa parte delle Voi (Variants of Interest).
Le varianti, inizialmente identificate con il luogo di provenienza, sono state in seguito riclassificate dall’Organizzazione mondiale della sanità utilizzando le lettere dell’alfabeto greco. L’Oms e i Centri per il controllo delle malattie degli Stati Uniti includono nel gruppo delle Vco (Variants of concern) le varianti Alfa, Beta, Gamma e Delta. Ecco le caratteristiche delle varianti e il livello di diffusione.
La classifica di Ecdc
Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha diviso le varianti in gruppi. Nel primo gruppo ci sono quelle che destano preoccupazione: Alfa, Beta, Gamma e Delta. Poi ci sono le varianti “oggetto di interesse”. E qui troviamo Eta, identificata per la prima volta in Nigeria, Epsilon targata Usa, Theta che arriva dalle Filippine, Kappa identificata in India e Colombia. Poi ci sono quelle sotto monitoraggio, che sono Lambda che arriva dal Perù, Iota che nasce negli Usa e Zeta che arriva dal Brasile.
La variante Alfa, l’ex variante inglese è in calo
La variante Alfa - B.1.1.7 - prima identificata come variante inglese, è stata identificata nell’ottobre 2020 in Gran Bretagna e si è rapidamente diffusa in tutto il mondo sostituendo la versione precedente del nuovo coronavirus. In questo momento è la variante dominante nel mondo. Secondo il report Iss-ministero della Salute e Fondazione Bruno Kessler in Italia è al 57,8%, in calo rispetto al 18 maggio quando era all’88,1 per cento. É tenuta sotto controllo la sua versione portatrice della mutazione E484K, la cui diffusione è in aumento.
La Beta, non segnalata nelle ultime 4 settimane
La variante Beta - la B.1.351 - identificata in Sudafrica, sembra diffondersi con un’efficienza maggiore del 50% rispetto al virus originario e più facilmente tra i giovani. In Italia la banda dati Gisaid non rileva nuove segnalazioni nelle ultime 4 settimane.
Sotto la lente per le mutazioni la Gamma
Sotto la lente la variante Gamma - P.1 - identificata all’inizio del 2021 in Giappone e poi in Brasile, per tre mutazioni che ha subito, indicate con le sigle: N501Y, E484K e K417T, coinvolte nell’efficacia con cui il virus si lega al recettore Ace2 delle cellule umane. Lo studio Iss-ministero-Kessler la rileva all’11,8%, in crescita rispetto al 7,3% precedente. É presente in 11 regioni e risulta all’apice in Umbria dove segna il 37,5 per cento.
Delta sorvegliata speciale
Sorvegliata speciale è la Delta - B.1.617.2 -, identificata in India, si è rapidamente diffusa in un centinaio di Paesi. Ha una grande efficienza di trasmissione, stimata fra il 50% e il 60% superiore rispetto alla Alfa. É sotto la lente in tutto il mondo perché molti esperti ritengono possa diventare il virus dominante, soppiantando la variante Alfa. Mentre due delle sue ’sorelle’ - B.1.617.2.1 e B.1.617.2.3 - sono molto meno aggressive e appartengono ormai alla famiglia Kappa delle varianti, si guarda con attenzione alla versione AY.1, nata dalla Delta e ancora più efficiente nel diffondersi. In Italia la Delta nell’ultimo mese è svettata dall’1% al 22,7 per cento. È stata sequenziata in 16 regioni: la prevalenza massima risulta in Friuli Venezia Giulia con il 70,6 per cento. Non è stata invece rilevata in Basilicata, Molise, Umbria, Valle d’Aosta e nella provincia autonoma di Trento.
Le mutazioni della variante Epsilon
Epsilon - B.1.427 - identificata in California, è ancora poco diffusa in Europa e sono solo due i casi rilevati in Italia secondo la banca internazionale Gisaid. La ricerca pubblicata su Science e guidata da Matthew McCallum, dell’Università di Washington a Seattle, indica che questa variante ha sulla proteina Spike tre mutazioni che la rendono resistente agli anticorpi. Solo 2 i casi rilevati in Italia, secondo Gisaid.
Le altre varianti, da Eta a Zeta
Poi ci sono le altre varianti, come Eta, all’1,4%, rilevata in 10 casi in Calabria, Lombardia, marche, Sicilia e Toscana. E c’è Zeta, allo 0,2%, rilevata in Sicilia in un solo caso. C’è anche Lambda, che viene dal Perù, ed è stata individuata in Italia in tre casi: due in Sicilia e uno in Piemonte.
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