lo studio sacco-statale

C’è la prova: il Coronavirus era in Italia da gennaio (mentre il primo caso è del 21 febbraio)

Le analisi dello studio Sacco-Statale confermano che il tempo di origine del cluster analizzato corrisponde a un periodo che precede di diverse settimane il primo caso evidenziato in Italia il 21 febbraio. Il virus arriva dalla Cina

di Francesca Cerati

Coronavirus, come ci ha cambiato la vita in 7 punti

2' di lettura

Via via che trascorrono i giorni ci sono aggiornamenti non solo sulla diffusione geografica dell’epidemia da Covid-2019, sul numero dei contagi, dei decessi e dei guariti, ma anche sul virus.

Le ultime riguardano l’origine e la datazione del suo arrivo nel nostro Paese. A comuncarlo è il team dell’Università di Milano e dell’Ospedale Sacco, coordinato da Gianguglielmo Zehender, Claudia Balotta e Massimo Galli, lo stesso che ha condotto l'analisi filogenetica dei primi 3 genomi completi, ottenuti dagli isolati italiani di Sars-CoV-2 circolanti in Lombardia e sequenziati al Sacco il 27 febbraio.

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«Le analisi confermano l'origine cinese dell'infezione» e che il tempo di origine del cluster analizzato «corrisponde a un periodo che precede di diverse settimane il primo caso evidenziato in Italia il 21 febbraio». L'analisi, per Unimi, ha rilevato «che il cluster di genomi isolati in Lombardia corrisponde a quelli di altri paesi europei (in particolare in Germania e Finlandia) e in paesi dell'America Centrale e Meridionale».

Lo studio in corso su ulteriori genomi «consentirà di ottenere stime più precise sull'ingresso del virus nel nostro Paesee sulle possibili vie di diffusione».

Intanto il National genomics data center (Ngdc) ha aggiornato il proprio database sulla malattia provocata dal nuovo coronavirus. Lo ha dichiarato l'Istituto di Genomica di Pechino dell'Accademia cinese delle scienze.

Nel database aggiornato, le informazioni sulla valutazione della qualità di ogni sequenza genomica e di ogni sito di variazione sono indicate nelle colonne: Sequenze genomiche pubblicate, Statistiche sui dati e Annotazione sulle variazioni. Il database può anche effettuare valutazioni di assemblaggio delle sequenze sui genomi di riferimento rilevanti, sulla base dei dati di sequenziamento originali, garantendo così l'affidabilità delle sequenze di riferimento del genoma del virus.

La nuova colonna denominata Frequenza di variazione è stata
aggiunta per mostrare dinamicamente l'andamento del cambiamento di frequenza dei siti di variazione in tempi e regioni diverse attraverso una heat map.

Sul fronte della ricerca,invece, da quando il focolaio di coronavirus è stato segnalato per la prima volta a Whuan, in Cina, il 31 dicembre, sono stati avviati un numero significativo di studi clinici, esaminando potenziali farmaci e vaccini.

Sulla piattaforma del registro internazionale delle sperimentazioni cliniche dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) dal 23 gennaio al 24 febbraio se ne contano 263. E Bruce Aylward, braccio destro del direttore generale dell’Oms ha dichiarato che tra le opzioni il farmaco con il massimo potenziale è l’antivirale remdesivir.

Originariamente sviluppato per contrastare l’Ebola, il farmaco ha superato gli studi clinici di fase I e II. E ora l’azienda farmaceutica Gilead, proprietaria di remdesivir, ha annuciato l’avvio di due studi multicentrici randomizzati di Fase III su circa mille pazienti. I risultati degli studi dovrebbero arrivare entro la fine di aprile, a patto di riuscire ad arruolare i pazienti.

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