Coronavirus, ultime notizie. In Italia 642 nuovi casi (+0,28%) e 156 decessi (+0,48%), per un totale di 32.486. Per l’Inps le vittime sono 19mila in più. Veneto a zero contagi
Continua a salire il numero dei guariti, che tocca quota 134.560, e a scendere quello degli attualmente positivi, ora 60.960
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In Italia sono 228.006 i casi di coronavirus: +642 (+0,28%). I decessi sono 32.486: +156 (+0,48%). Continua a salire il numero dei guariti, che tocca quota 134.560 (+2.278, con incremento dell’1,72%), e a scendere quello degli attualmente positivi, ora 60.960 (-1.792 con decrescita del 2,86%).
Anche la pressione sul sistema sanitario è sempre più leggera, con i ricoverati con sintomi che diminuiscono a 9.269 (-3,69%), come pure i malati in terapia intensiva, ora 640 (-5,33%), mentre i casi in isolamento domiciliare sono 51.051 (-2,67%). Il numero dei tamponi effettuati tocca quota 3.243.398. Sono i numeri che riporta quotidianamente la Protezione civile.
Lombardia
In Lombardia, la regione italiana più colpita, sono 86.091 i casi di coronavirus (+316). I decessi sono 15.727: +65. Anche qui sale il numero dei guariti, a quota 43.649 (+207), mentre i ricoverati con sintomi diminuiscono, sono 4.119 (-162), come pure i malati in terapia intensiva: 226 (-5). Qui i tamponi hanno raggiunto il totale di 622.565 (+14.702) portando a 2,1% il rapporto con i tamponi giornalieri, il più basso dall’1 aprile.
Milano rimane la provincia più colpita in numeri assoluti con 22.455 casi (+83) di cui 9.490 a Milano città (+38, ieri l’incremento era stato di +8).
Il Veneto ha raggiunto oggi il traguardo di zero contagi, in netto anticipo rispetto alle previsioni. Lo annuncia il professor Andrea Crisanti, sottolineando che «questo è il risultato di un lavoro che ha visto in prima linea la Regione, l'Università di Padova e l'Azienda Ospedale di Padova».
Secondo l’Inps ci sono 19mila vittime in più
Anche i quasi 19mila decessi - sui 46.909 in più registrati in Italia tra il 1° marzo e il 30 aprile scorsi - che non sono stati dichiarati ufficialmente come “Covid” sarebbero, seppure «con le dovute cautele» da attribuire in gran parte alla pandemia. Lo afferma l'Inps nell'ultima “Analisi della mortalità nel periodo di epidemia da Covid-19”: «Il periodo dal 1° marzo al 30 aprile 2020 registra un aumento di 46.909 decessi rispetto ai 109.520 attesi. Il numero di morti dichiarate come Covid nello stesso periodo sono stati di 27.938. A questo punto ci si chiede quali sono i motivi di un ulteriore aumento di decessi pari a 18.971».
Nel complesso, sommando i decessi ufficializzati “Covid” e quelli plausibili, con molta probabilità secondo l'Istituto di previdenza sociale quasi tutte le 46.909 morti in più sarebbero da attribuire al coronavirus. L'Istituto ricorda anche come soprattutto al Nord nel periodo considerato si è avuto quasi un raddoppio dei morti giornalieri nelle fasce d'età 70-79 e 80-89, con una differenza di 697 decessi (in totale 1.527) rispetto agli 830 attesi. A Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza la percentuale dei decessi supera il 200%. «Interessante - si legge nel Report - il caso del Veneto che nonostante abbia avuto a febbraio un focolaio come in Lombardia, ha saputo contenere la propagazione grazie a un approccio sanitario diverso».
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