Coronavirus, dopo l’aumento del grano raddoppia il prezzo dei limoni
Le cause: l’aumento della richiesta come disinfettante naturale e la produzione insufficiente anche in Italia, secondo produttore europeo (-14%)
di L.Ben.
2' di lettura
Oltre all’aumento del prezzo di grano, con la Russia che ha deciso di trattenere per uso interno parte della produzione dopo essere diventata il maggior esportatore del mondo dopo lo scoppio della pandemia, è raddoppiato anche il prezzo dei limoni. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldirett che indica tra le cause l’incremento della richiesta in Europa nel resto del mondo come disinfettante naturale e la produzione insufficiente.
Le esportazioni di limoni sono sottoposte a controllo preventivo al pari di mascherine, ventilatori polmonari e altro materiale sanitario in Turchia (fino ad agosto), dove l’agrume è impiegato in modo massiccio nella produzione di disinfettanti a base alcolica nelle abitazioni private e nei locali pubblici, con una conseguente impennata dei prezzi.
Anche in Spagna, primo produttore di limoni dell’Unione Europa, la domanda è aumentata enormemente mentre la produzione è risultata limitata per motivi climatici e i prezzi sono schizzati.
Rialzo delle quotazioni in Sicilia, Campania e Calabria
Il nostro Paese è il secondo produttore europeo, con una superficie coltivata di poco più di 25mila ettari, dalla quale si sono ottenuti circa 3,8 milioni di quintali nel 2019, in calo del 14%. In Sicilia le richieste sono aumentate del 30% come pure in Campania dove la produzione dei limoni Igp sono dimezzate ed il prezzo sulla pianta oscilla fra 1,20 e 1,50 euro al chilo contro circa 0,60 dello scorso anno. È caccia all’agrume anche in Calabria nell’alto Jonio, a partire dalla piana di Sibari, dove si registra un rialzo delle quotazioni fra il 10 e il 15%.
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