Coronavirus: Liuzzi (Mise) alle telco: «ora accelerare sulle reti»
Con l'emergenza dell'epidemia è ancora più importante per la sottosegretaria colmare il digital divide presente in Italia
di Simona Rossitto
4' di lettura
Di fronte all'emergenza coronavirus il Governo chiede alle telco di accelerare gli investimenti nelle reti. L'appello arriva da Mirella Liuzzi, sottosegretaria al ministero dello Sviluppo economico, in una dichiarazione a DigitEconomy.24, report di Radiocor e Luiss Business School. La sperimentazione forzata del telelavoro, spiega Liuzzi, «ci porta a riflettere sull'effettiva necessità di assicurare, in tutto il territorio nazionale, condizioni infrastrutturali e servizi digitali di avanguardia, al fine di rendere il telelavoro una pratica stabile e consolidata e non solo una pronta risposta a necessità contingenti. Per fare questo occorre superare, una volta per tutte, l'annoso gap digitale che ancora oggi vede diversi distretti industriali del Paese tagliati fuori dalla banda ultra larga».
Intanto le telco, dal canto loro, secondo quanto risulta, stanno monitorando l'evoluzione dell'epidemia e i suoi effetti, pensando in primo luogo a mettere in sicurezza i propri lavoratori, in primis proprio grazie a smart working e telelavoro.
Etno: «telco importanti per superare le crisi»
L'importanza delle telecomunicazioni per affrontare rischi sistemici come quello da coronavirus è sottolineata dalla stessa Etno, l'associazione europea di settore, che a DigitEconom.24 dice: «le telco rimangono un'infrastruttura importante in tutti i momenti della vita di un Paese: sia come volano di crescita, che come strumento per superare momenti di crisi. La situazione coronavirus non fa eccezione: l'Italia può contare sui suoi operatori e sui loro servizi».
D'altro canto ci sono segnali che potrebbero far pensare a un rallentamento della corsa al 5G: il 3GPP, l'organismo che fissa gli standard
tecnologici del 5G, ha stoppato le riunioni a causa dei timori del contagio e bisogna ricordare che importanti fornitori di tecnologia sono cinesi. A questo riguardo Etno sottolinea invece l'importanza di adottare la strategia multi-vendor già scelta dalle telco nel Vecchio Continente. Strategia che «consiste nel differenziare i vari fornitori: siano essi europei, asiatici o americani. E' importante che, nel rispetto dei più alti standard di sicurezza europei e italiani, gli operatori possano approvvigionarsi presso i vendor migliori e più competitivi. Questo – dice l'associazione - vale anche alla luce di possibili interruzioni momentanee delle supply chain, che possono essere dovute a molti fattori, tra i quali anche eventuali problemi commerciali legati a situazioni di epidemia, o a crisi internazionali».
In termini di catena di fornitura, non rilevano problemi, ad esempio, nel quartier generale di Ericsson dove fanno notare che il gruppo «può vantare una supply chain globale con la presenza di stabilimenti produttivi in Usa, Brasile, Polonia, Estonia, Messico, India e Cina».
Per Tim «il 5G aiuterà e favorirà la gestione di crisi come queste»
Al momento, quindi, il coronavirus non sembra bloccare le telco e i vendor che lavorano in Italia. Anzi, il 5G in particolare potrebbe giocare un ruolo da protagonista nell'affrontare le crisi da epidemie tipo quella di coronavirus. La pensa così, tra l'altro, lo stesso Governo cinese che ha sollecitato i principali operatori ad accelerare la costruzione della rete 5G. Il principale operatore di telecomunicazioni, China Unicom, ha dichiarato che lavorerà per completare la costruzione di 250.000 stazioni base 5G entro la fine del terzo trimestre.
Le opportunità del 5G, in situazioni di emergenza, sono riconosciute anche da Tim: «il 5G e tutte le applicazioni abilitate dal 5G aiuteranno e favoriranno sempre più la gestione di queste situazioni sia in termini di servizi, come ad esempio la telemedicina, sia logistici, come ad esempio le teleconferenze».
Telco e vendor puntano sullo smart working
Uno dei primi atti del Governo italiano per contenere l'epidemia, intanto, è stato il provvedimento che consente ai dipendenti che risiedono nelle aree in quarantena di lavorare da casa. « Il telelavoro – aggiunge la
sottosegretaria Liuzzi - equivale a garantire risparmi in termini economici, ambientali e non ultimo un miglioramento della qualità della vita dei dipendenti, per adottare in maniera diffusa queste buone pratiche basta semplicemente una connessione veloce e il mio auspicio è che si possa fare uno sforzo corale in questa direzione». Peraltro, come sottolinea Etno, «i servizi tlc in Italia e in Europa sono resilienti e la connettività è tra le migliori al mondo. Secondo i dati della Commissione europea, la copertura del broadband fisso e mobile, in Italia, è prossima al 100% del territorio, in linea con i partner europei. In particolare, l'Italia ha un'ottima copertura del 4G, sempre prossima al 100 per cento». Le principali conseguenze del coronavirus, per il mondo delle comunicazioni mobili, «sembrano invece ad oggi più rilevanti – aggiunge Etno - per il settore degli smartphone, dove una value-chain "just-in-time" è messa sotto pressione dalla chiusura di alcuni stabilimenti asiatici».
Intanto sono gli stessi vendor e le telco a dare l'esempio e a puntare su misure preventive. Solo per citare qualche esempio Ericsson «in Italia sta privilegiando il ricorso allo smart working». Anche Huawei «ha introdotto misure di smart working per tutti i dipendenti di Milano, Torino e Bologna».
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