le contromisure

Coronavirus, medici i più a rischio: quelli di famiglia aprono il triage telefonico

L’Ordine dei medici ha chiesto alle Regioni di fornire al più presto mascherine e tute di protezione e «indicazioni univoche su come gestire i casi»

di Marzio Bartoloni

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2' di lettura

Si alza il livello di allerta in Italia per il coronavirus e scattano le prime misure di protezione anche per medici e operatori sanitari in prima linea. In Lombardia sono 5 tra medici e infermieri i contagiati sul lavoro, mentre per il medico di famiglia del trentottenne di Codogno positivo al Coronavirus si attendono i risultati dei test. Come misura contro il rischio di contagio la Federazione dei medici di famiglia ha deciso la procedura filtro del triage telefonico, mentre l’Ordine dei medici ha chiesto alle Regioni di fornire al più presto mascherine e tute di protezione e «indicazioni univoche su come gestire i casi».

Il triage telefonico dal medico di famiglia
«Prima di fare una visita domiciliare o di ricevere in studio un paziente con sintomi sospetti, i medici di famiglia faranno un triage telefonico. L’obiettivo è quello di evitare contatti a rischio», annuncia il segretario nazionale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) Silvestro Scotti indicando l’urgenza e la necessità di evitare che il medico di base diventi a sua volta un «soggetto contaminante» sia per i suoi pazienti che per le altre persone con cui entra in contatto. Proprio per non incorrere nei rischi del contagio per il personale sanitario, il triage telefonico indicato dalla Fimmg prevede domande a chi chiama il medico: sui contatti, ossia se vi siano stati incontri con persone provenienti dalla Cina, sulla capacità respiratoria del paziente, su eventuali episodi di dispnea, su quanto velocemente respira rispetto alla norma. Tutti i medici di famiglia hanno ricevuto per e-mail una scheda con le modalità della valutazione via telefono, le indicazioni saranno pubblicate anche sul sito della Federazione italiana medici di medicina generale .

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Le dotazioni per i medici
I medici di famiglia segnalano però anche la questione della sicurezza in caso di visite a casi sospetti. «Se un paziente contagiato da Covid-19 ma inconsapevole va a farsi visitare dal medico di famiglia, oppure se quest'ultimo effettua una visita domiciliare a una persona infetta ma non diagnosticata si crea un problema serio per lo stesso medico e tutti gli altri suoi pazienti. È evidente che bisogna organizzare sul territorio, per esempio come sta facendo la Valle d'Aosta, un intervento selezionato di assistenza», spiega Scotti. La proposta di Fimmg è che vi siano dei medici di base reperibili a turnazione, con dotazione di sicurezza, che rispondano alle richieste di visita e all'esposizione degli eventuali sintomi. Nel caso in cui debba intervenire l’ambulanza, deve essere inviato un mezzo qualificato per il bio-contenimento e personale con dotazione di sicurezza. «È indispensabile che le Regioni forniscano subito il previsto materiale di protezione e indicazioni univoche su come gestire i casi», ha aggiunto il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli. «Così - aggiunge - si rischia di vanificare il lavoro fatto dal ministero della Salute, che sin da subito ha invece fornito tali indicazioni, demandando alle Regioni i protocolli operativi e la fornitura dei materiali».

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