Coronavirus, l’Olanda delle regole (e dei paradisi fiscali) incappa nel buco sui derivati della banca pubblica Abn Amro
Gli investitori: dubbi sul risk management della banca controllata dallo Stato. I timori che altre banche europee a “forte leva accusino perdite per gli eccessivi rischi di mercato poco esplorati da Bce
di Alessandro Graziani

Gli investitori: dubbi sul risk management della banca controllata dallo Stato. I timori che altre banche europee a “forte leva accusino perdite per gli eccessivi rischi di mercato poco esplorati da Bce
2' di lettura
Sicuri che i rischi di perdite per le banche dovute all'effetto Coronavirus arriveranno solo dall’aumento degli Npl? In prospettiva, i default aziendali peseranno e molto. Ma in questi giorni, e nelle prossime settimane, i danni ai bilanci arriveranno soprattutto da quelle banche che hanno finanziato operazioni di trading (soprattutto sui derivati) di intermediari vittime della esplosione della volatilità sui mercati. A fare danni nell'immediato non sarà il credito concesso all'economia reale ma i magheggi finanziari dei “mercanti del credito”.
Il caso della banca olandese
Il primo caso emerso in Europa riguarda la banca olandese Abn Amro che giovedì 26 marzo è stata costretta ad annunciare una perdita prima delle tasse di 250 milioni di dollari (200 milioni netti, pari a oltre il 10% degli utili annuali attesi prima della crisi) dopo che un suo cliente negli Stati Uniti si è dichiarato impossibilitato a far fronte alle “margin calls” sulle operazioni di compravendita di opzioni e future scattate nei giorni di massima turbolenza dei mercati.
Il cliente - che il colosso bancario olandese non ha voluto identificare - aveva scommesso a margine sui contratti e quando sono scattati campanelli d'allarme sulle sue posizioni non è riuscito a far fronte alle richieste di liquidità costringendo la divisione di Clearing di Abn Amro ad accusare la perdita.
Un segnale preoccupante, perché molte altre banche europee e soprattutto americane potrebbero avere avuto problematiche simili. Ma a destare meraviglia tra gli investitori è per il momento la disinvoltura con cui i banchieri olandesi cercavano di gonfiare i profitti dopo le numerose indagini delle Autorità di Vigilanza sulle procedure dei controlli e di risk management della banca.
Tanto più che Abn Amro non è un'istituzione privata, ma una banca pubblica dopo la nazionalizzazione decisa a seguito della crisi finanziaria del 2008-2009. «L’inattesa perdita annunciata - scrivono gli analisti di Citi - può portare a un peggioramento della visione del mercato sulle capacità di risk management di Abn Amro».
Chissà se i rischi di mercato, per anni non considerati dalla Vigilanza Bce come problema quantomeno analogo a quello dei crediti in sofferenza, avranno un effetto contagio su altre banche europee molto “levereggiate” su finanza e derivati di vario livello.
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