Coronavirus, Pechino sotto accusa: Xi sapeva già da due settimane
Reso noto un video del presidente che spiega come lui seguisse già la situazione il 7 gennaio, mentre l’allarme è arrivato il 20 gennaio
2' di lettura
La Cina cerca di tranquillizzare: i nuovi casi di coronavirus sono diminuiti domenica nel Paese, a dimostrazione del fatto che gli sforzi messi in atto da Pechino per tenere sotto controllo il contagio iniziano a produrrre risultati concreti. Questo almeno quanto sottolineano fonti ufficiali.
Intanto però è polemica sulla tempestività della reazione e delle informazioni da parte cinese, dopo che è emerso che l’esplosione del virus era già stata rilevata dalle autorità ben prima che venisse dato l’allarme a livello nazionale, rendendo così nota la situazione a livello internazionale.
Lo stesso presidente Xi Jinping era stato informato della gravità della situazione almeno due settimane prima dell’allarme. Tanto che il leader aveva garantito in un discorso a inizio febbraio con la leadership nazionale di avere «dato istruzioni scritte e verbali» fin dal 7 gennaio e di aver personalmente ordinato la quarantena per i 60 milioni di abitanti della provincia di Hubei, epicentro del contagio, più tardi lo stesso mese.
Il video del discorso è apparso sabato sul sito di Qiushi, pubblicazione ufficiale del Partito comunista. Allora non era stata diramata alcuna informazione pubblica sul virus: solo il 20 gennaio Xi aveva fatto riferimento al contagio con una direttiva che chiedeva ai comitati locali del partito e alle amministrazioni di adottare misure per arginare la diffusione dell’epidemia.
«Dai giorni del Capodanno cinese a oggi, la prevenzione e il controllo della situazione è stata la mia preoccupazione principale. Ho tenuto sotto controllo l’evoluzione dell’epidemia e delle misure di contrasto, dando continue istruzioni verbali e scritte».
Il sito pubblica separatamente anche una timeline del coinvolgimento di Xi nell’opera per frenare l’epidemia. L’Organizzazione mondiale della sanità era stata avvisata il 31 dicembre dalle autorità cinesi di un focolaio di «polmonite di origine sconosciuta» rilevato a Wuhan.
La scelta di pubblicare il video del discorso sembra essere stata dettata dall’esigenza di rispondere alle critiche nei confronti del presidente di aver sottovalutato la situazione. Ma ora rischia di alimentare le polemiche sui ritardi nella denuncia da parte di Pechino della gravità del contagio.
Per approfondire:
● Navi ferme e noli a picco, così il coronavirus contagia i mari
● Tutte le difficoltà di Xi Jinping alle prese con il coronavirus
● Il coronavirus rischia davvero di deflagrare in Africa?
loading...