L'allerta epidemia

Coronavirus, nelle regioni infettate la Polizia fa il censimento degli agenti

La direzione centrale Sanità della Polizia di Stato detta le linee guida di prevenzione e protezione per i 100mila agenti in servizio.

di Marco Ludovico

(ANSA)

2' di lettura

Mobilitati in oltre 500 unità di forze dell’ordine per tutelare le indicazioni di governo sul coronavirus nelle regioni a rischio, uomini e donne della Polizia di Stato, guidati dal prefetto Franco Gabrielli, hanno appena ricevuto anche le norme per la loro prevenzione e protezione. Definite da una recente circolare del direttore centrale sanità del dipartimento di Ps, Fabrizio Ciprani, per «mettere in atto tutte le misure precauzionali possibili» tenuto conto «della diffusione dell'infezione da nuovo Coronavirus (SARS CoV-2) in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Lazio». E visto che «è stato elevato il livello di allerta nel nostro Paese».

Con gli utenti «almeno 1,5 metri di distanza».
Le mascherine, innanzitutto, «in considerazione della attuale difficoltà di approvvigionamento» devono essere almeno disponibili «per il personale che svolge servizi operativi o che comportano l’esposizione diretta al rischio di contagio come nel caso di servizi a immediato contatto con il pubblico». Occorre poi «evitare il sovraffollamento» nei locali come gli uffici passaporti o immigrazione, «mantenere un’adeguata distanza pari ad almeno 1,5 metri dall’utente» e «non impiegare soggetti affetti da patologie croniche». I più a rischio.

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Chi ha sintomi anche lievi telefoni
I poliziotti con «sintomi, anche lievi, che possano essere indicativi di eventuale infezione, quali febbre, tosse, difficoltà respiratoria, stanchezza, dolori muscolari» secondo la circolare «eviteranno di accedere direttamente alle strutture di Pronto soccorso o alle sale mediche degli Uffici/Reparti della Polizia di Stato». Dovranno invece rivolgersi come gli altri cittadini «telefonicamente al proprio medico curante o al numero nazionale dell’emergenza (112) o al numero verde (1500) del Ministero della Salute».

Le raccomandazioni immediate
I funzionari medici della Polizia, peraltro, dovranno «monitorare lo stato di salute del personale» e informare gli agenti «sull’opportunità di non intraprendere viaggi, se non strettamente necessari, e di non frequentare luoghi affollati e a scarso ricambio di aria». Gli stessi medici della Polizia dovranno svolgere inoltre una «puntuale verifica della diagnosi presente nelle certificazioni di malattia» dei colleghi poliziotti. Nulla può passare inosservate in questa situazione.

Scatta il censimento nelle regioni a rischio
«Nelle aree in cui sia stata segnalata la diffusione locale dell’infezione» dice la circolare della direzione sanità «i funzionari medici censiranno il personale residente o che abbia frequentato le aree interessate». È prevista, in particolare, una stretta «per i frequentatori degli istituti di istruzione della Polizia di Stato». Ci saranno, infatti, «indicazioni di ridurre al minimo l’uscita degli stessi dalle strutture di formazione». In generale «nel rispetto del principio della massima precauzione» il funzionario medico della Polizia di Stato potrà «adottare nei confronti del personale che abbia avuto contatti a rischio, anche solo sospetti, provvedimenti medico-legali di temporanea astensione dall’attività lavorativa». L’allerta, insomma, è al massimo livello.

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