aziende ai tempi del virus

Coronavirus, da Sodalis bonus straordinario per i lavoratori in sede

L’azienda italiana non ferma la produzione, ma la rimodula sui prodotti più richiesti come integratori immunostimolanti, prodotti di detersione e idratazione per viso, corpo e mani e detergenti

di Marika Gervasio

3' di lettura

È sceso in campo contro il COVID-19 attraverso un piano di 500mila euro tra sovvenzioni economiche, donazioni di nuove attrezzature medicali e forniture di prodotti per supportare gli ospedali e il personale sanitario in prima linea nella lotta al virus. L’emergenza non ha fermato il gruppo Sodalis, azienda italiana da oltre 480 milioni di fatturato con 800 dipendenti e 4 siti di ricerca e produzione che opera nei settori health, beauty & personal care con marchi come BioNike, Tesori d’Oriente, Vidal, Lycia, Fresh & Clean e Deborah Milano.

Il gruppo, infatti, non ha fermato la produzione, ma, per rispondere al meglio alle esigenze del mercato e dei nostri clienti ha concentrato le linee produttive sulle referenze con più alta domanda e più essenziali in questo periodo, come integratori alimentari immunostimolanti, prodotti di detersione e idratazione per viso, corpo e mani e detergenti per la casa.

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Senza dimenticare i lavoratori di cui, come fanno sapere dall’azienda, riconosce da sempre, e ancor più in questo periodo di grande emergenza che richiede ulteriori sforzi e sacrifici, il valore straordinario del lavoro dei suoi oltre 800 dipendenti, 200 somministrati e oltre 200 agenti.

Per il mese di marzo è stato riconosciuto un bonus straordinario di 250 euro per i lavoratori presenti in sede, con particolare attenzione agli operatori di produzione, compresi somministrati e addetti alla logistica di una azienda esterna; per il mese di aprile verrà integrato di ulteriori 150 euro il bonus governativo di 100 euro. Sono stati inoltre concessi degli anticipi agli agenti.

È stata anche proposta un’iniziativa di solidarietà: gli impiegati che in questi giorni stanno usufruendo dello smart working potranno donare dei giorni di ferie ai colleghi impegnati nei siti produttivi, che grazie al loro impegno costante sul campo - nel pieno rispetto di tutte le misure di massima sicurezza indicate dal Ministero della Sanità - rendono possibile continuare a produrre e distribuire i prodotti di prima necessità volti a rispondere alle esigenze della popolazione.

Un’altra misura molto importante è stata l’implementazione dello smart working per oltre 300 persone nel gruppo che permette di dare continuità a tutte le attività in completa sicurezza e conformità.

Sul fronte della distribuzione, l’azieda ha deciso di chiudere i punti vendita Deborah anche per rispondere al meglio alle mutate esigenze delle clienti che potranno comunque acquistare i nostri prodotti tramite l’e-commerce dedicato, fanno sapere.

E il fatturato 2020? «Non è semplice fare una previsione di fatturato - commentano dall’azienda -. Possiamo sicuramente dire che la diversificazione effettuata negli ultimi anni, soprattutto tra diversi canali di vendita, ci sta aiutando a mitigare gli effetti negativi della crisi. Il business consumer rivolto alla grande distribuzione, che rappresenta buona parte del nostro fatturato, ha un’evoluzione positiva e in linea con le aspettative, mentre soffre tutto il mondo beauty, il make-up non si vende, sono chiuse profumerie e parrucchieri. Nessuno sta pensando ai solari, molte farmacie hanno i battenti chiusi. Riteniamo di non discostarci di molto dalla cifra dell’anno passato, anche grazie al contributo del marchio Natural Honey appena acquisito, sempreché a maggio vi sia una ripresa graduale delle attività e non vi siano ulteriori importanti strascichi. Considerando il momento, sarebbe già un grande risultato».

E aggiungono: «Come in ogni situazione si possono trovare lati positivi anche in questa crisi: ad esempio abbiamo anticipato alcune decisioni che poi sono state introdotte nelle normative e abbiamo attivato in modo preventivo alcune misure di sicurezza ancora più stringenti che ci hanno permesso di isolare in anticipo possibili casi di contagio. Oltre a questo c’è un aspetto meno tangibile ma sicuramente molto profondo, il senso di appartenenza al gruppo e il desiderio di mettere ancora più energia nel proprio lavoro: una presa di coscienza che la rinascita del nostro Paese parte da ogni persona e da ogni impresa, che fa sentire che “insieme è possibile”».

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