EMERGENZA CORONAVIRUS

Vertice Ue, prima intesa dopo il braccio di ferro con Italia e Spagna. Due settimane per lanciare il salvagente finanziario

I leader hanno dato due settimane di tempo ai ministri delle Finanze per mettere a punto i dettagli tecnici delle linee di credito necessarie a proteggere e rilanciare l’economia europea

di Beda Romano

Coronavirus, von der Leyen: "In UE troppi si sono presi cura solo di se stessi"

4' di lettura

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES – Riuniti in videoconferenza per la terza volta in tre settimane, i capi di Stato e di governo dell'Unione europea hanno discusso per quattro ore giovedì 26 marzo di una possibile risposta congiunta allo shock economico provocato dalla pandemia influenzale. A conferma dello stallo nel trovare una intesa, i Ventisette hanno deciso di chiedere ai ministri delle Finanze di presentare loro nuove proposte entro 14 giorni, secondo un lungo comunicato pubblicato qui a Bruxelles.

«Faremo tutto il necessario per affrontare questa sfida in uno spirito di solidarietà – si legge nella dichiarazione finale –. Invitiamo l'Eurogruppo a presentarci proposte entro due settimane. Queste proposte dovrebbero tener conto della natura senza precedenti dello shock Covid-19 che colpisce tutti i nostri paesi e la nostra risposta verrà intensificata, se necessario, con ulteriori azioni in modo inclusivo, alla luce degli sviluppi, e al fine di fornire una risposta globale».

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Parlando in una conferenza stampa alla fine della riunione, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha spiegato: «Abbiamo discusso varie possibilità. Vogliamo continuare i nostri sforzi e siamo pronti a fare tutto il necessario per trovare la giusta soluzione». Dal canto suo, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha ricordato che per ora i governi hanno pieno libertà di spendere in deficit, grazie alla clausola d'emergenza del Patto di Stabilità fatta scattare in questi giorni.
Nella loro riunione, i Ventisette hanno anche deciso di chiedere ai presidenti Michel e von der Leyen «di iniziare i lavori su una tabella di marcia e su un piano d'azione» per rilanciare l'economia europea, una volta superata la crisi sanitaria di queste settimane. In buona sostanza, i Ventisette hanno deciso di rinviare ai ministri delle Finanze la controversa questione della risposta congiunta da dare alla crisi economica provocata dalla pandemia influenzale.

D'altro canto, a riunione in corso, è emerso che alcuni paesi - tra cui l'Italia e la Spagna - hanno bloccato l'adozione della dichiarazione negoziata tra i Ventisette a livello diplomatico. Secondo Palazzo Chigi, durante il vertice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha chiesto ai partner di «reagire con strumenti finanziari innovativi e realmente adeguati (…) a una guerra che dobbiamo combattere insieme per vincerla quanto più rapidamente possibile».

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Il premier ha suggerito di affidare ai presidenti delle cinque principali istituzioni europee – Commissione, Banca centrale europea, Parlamento europeo, Consiglio europeo ed Eurogruppo – il mandato di mettere a punto entro 10 giorni uno strumento congiunto con cui rispondere alla crisi sanitaria ed economica. La presa di posizione è giunta dopo che nove paesi avevano chiesto la nascita di “uno strumento di debito comune emesso da una istituzione dell'Unione europea” (si veda Il Sole/24 Ore di ieri).

La proposta di Coronabonds è stata accolta con cautela da molti partner del Nord Europa per paura di gettare le basi di una Transferunion che ritengono inappropriata in un assetto confederale. Ieri Palazzo Chigi ha voluto precisare il contesto. Dietro ai Coronabonds, come ormai vengono chiamati comunemente, non vi sarebbero propriamente gli Eurobonds: “Il presidente del Consiglio ha chiarito che nessuno pensa a una mutualizzazione dei debiti pubblici. Ciascun Paese risponde per il proprio debito pubblico e continuerà a risponderne».

La riunione è iniziata alle 18 con un canovaccio di comunicato di sette pagine, quasi integralmente dedicate alla crisi provocata dal Coronavirus – dalla risposta economica al rimpatrio degli europei all'estero agli sforzi congiunti nella ricerca di un vaccino. A complicare la discussione è stato il paragrafo nel quale i Ventisette dovevano specificare quale mandato affidare all'Eurogruppo, che questa settimana si è detto pronto a mettere a punto un modo per usare il Meccanismo europeo di Stabilità.

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Il problema è che anche su come usare il MES vi sono visioni discordanti. L'organismo intergovernativo della zona euro può prestare denaro ai Paesi membri ma solo a certe condizioni e in alcuni casi con un programma economico. Italia, Francia e Spagna vorrebbero evitare condizionalità, prima di tutto per prevenire uno stigma sui mercati finanziari. L'Olanda in particolare è contraria per paura di creare azzardo morale.

A questo riguardo, da Berlino alla fine del vertice la cancelliera tedesca Angela Merkel ha spiegato: “Non abbiamo parlato nello specifico delle condizionalità o meno del MES”. Quanto all'ipotesi dei Coronabonds, ha aggiunto la signora Merkel, “ho spiegato che dal punto di vista tedesco noi preferiamo il MES, in quanto strumento nato per affrontare le crisi “. Ciò detto, ha aggiunto: “Non siamo entrati nei dettagli”, e ora la questione passa ai ministri delle Finanze, ha concluso.

Infine, il Parlamento europeo ha tenuto la sua prima sessione plenaria a distanza, con la possibilità per i deputati di votare via e-mail. Ai tempi del confinamento generale, l'assemblea parlamentare ha approvato un pacchetto di 37 miliardi di euro di aiuti, il congelamento temporaneo delle regole sugli slot aerei (in assenza del quale le compagnie sarebbero state costrette a viaggiare vuote pur di garantirsi la rotta), e l'uso del fondo di solidarietà anche per le emergenze sanitarie.

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