LA CRISI COVID-19

Coronavirus, Volkswagen e Audi ritirano le previsioni per il 2020. Utili in discesa

Sia la casa madre che la controllata si apprestano a fare ripartire gli impianti di produzione ma ammettono che l’impatto della pandemia non consente di fare previsioni sull’anno

di Alberto Annicchiarico

Le linee di produzione della elettrica Id.3 nello stabilimento Volkswagen di Zwickau in Germania (Credit: Mario Cianflone)

3' di lettura

Le case automobilistiche tedesche si preparano a fare ripartire le fabbriche. La cancelliera Angela Merkel ha parlato di un successo ancora fragile e interlocutorio nella lotta al coronavirus e tuttavia questo basta per ricominciare. Per dire, Volkswagen riaprirà lo stabilimento tedesco di Zwickau (dove realizza la full electric ID.3, prossima al debutto), e quello slovacco di Bratislava, lunedì 20 aprile. Altri impianti sparsi per il mondo, dalla Russia agli Stati Uniti, dal Sudafrica al Messico, riapriranno una settimana dopo.

Ripartire sì ma come. Proprio oggi il consiglio di amministrazione di Volkswagen ha fatto sapere che a causa degli sviluppi attuali della pandemia di coronavirus, il gruppo ritiene che le prospettive per l'intero anno 2020, che sono state pubblicate con il Rapporto annuale 2019, non possano più essere raggiunte. La prima casa automobilistica del mondo ritiene impossibile al momento determinare quando si potranno formulare nuove previsioni per l'anno in corso.

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Il ritiro della guidance, spiega Volkswagen, è legato al blocco alla produzione e alla vendita di veicoli a causa della pandemia negli stabilimenti di mercati chiave, tra cui Cina e Germania. Al momento, però, «gli impatti derivanti dalla pandemia sulla domanda dei clienti, la catena di forniture e la produzione non possono essere previsti con precisione». Il gruppo inizialmente aveva come target consegne globali di veicoli al livello dell'anno precedente, una crescita dei ricavi fino al 4% e un margine operativo tra il 6,5% e il 7,5%

Sulla base dei dati preliminari, il Gruppo Volkswagen, intanto, prevede per il primo trimestre 2020 un fatturato di circa 55 miliardi di euro (in calo dell’8% sui 60 miliardi del primo trimestre 2019 ) e un utile operativo di 900 milioni di euro (contro i 3,9 miliardi di un anno prima), con un ritorno sul margine di vendita di circa l’1,6%. A pesare, spiega la casa tedesca, sono le turbolenze finanziarie sulle materie prime, inclusi effetti valutari negativi, che hanno gravato sul risultato finale del primo trimestre 2020 per circa 1,3 miliardi di euro. Il flusso di cassa netto è stato negativo per 2,5 miliardi di euro mentre la liquidità netta è scesa a 17,8 miliardi di euro dai 21,3 miliardi di fine 2019. Il direttore finanziario Frank Witter aveva anticipato lo scorso 17 marzo che gli utili nel primo trimestre potrebbero calare del 50%.

Anche Audi, controllata di Volkswagen, ha annunciato i risultati preliminari del primo trimestre e ha ritirato le guidance 2020, spiegando che «è impossibile al momento fornire delle stime a causa delle conseguenze della pandemia di coronavirus», che «ha avuto un impatto significativo sulle attività del gruppo». Questo ha provocato uno stallo che si è tradotto in un calo della domanda e in colli di bottiglia delle forniture che hanno portato allo stop della produzione. Stando ai dati preliminari, per il primo trimestre Audi prevede vendite per circa 12,5 miliardi di euro, un utile operativo di 15 milioni e un ritorno sul margine di vendita dello 0,1% circa. «Le turbolenze sui mercati finanziari e delle materie prime hanno portato a un impatto negativo sul fair value e a effetti negativi sulle valute, cosa che ha pesato sui risultati del primo trimestre per 0,5 miliardi di euro», ha fatto sapere la società.

Quanto alla produzione dovrebbe ripartire in diverse fasi, con un miglioramento degli standard di sicurezza per i lavoratori. «Come si vede dagli sviluppi positivi in Cina, una ripresa economica nel corso dell'anno è possibile», si legge nella nota. Audi ha già messo in atto molte misure per ridurre i costi provocati dalla pandemia di coronavirus, salvaguardando la liquidità, «cosa prioritaria insieme all'ottimizzazione del capitale circolante e alla definizione di priorità negli investimenti in aree chiave».

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