SBAGLIANDO SI IMPARA

Corri o non corri? Le scelte migliori della vita dipendono dalle motivazioni

Non è così importante cosa decidiamo di fare, quanto il perché decidiamo di farlo. Sta qui la differenza tra una buona e una cattiva decisione

di Giulio Xhaet *

(AFP)

3' di lettura

Il 4 luglio scorso ho partecipato a un evento bellissimo a Bari sul futuro della formazione, a partire dal titolo: T'ià mbarà e t'ià pèrde (ti devo insegnare e poi ti devo perdere). Scopo dell’evento era mettere a sistema idee e progetti di startupper, accademici, professionisti. L'ideatore dell'evento, Nicolò Andreula, è riuscito a creare un momento unico. In quell’occasione ho avuto l’opportunità di parlare del purpose personale, collegandolo alle nostre scelte di vita. Partendo da un esempio particolare, che ora propongo anche in questa sede.

Immaginate di svegliarvi in un’enorme stanza buia. Non sapete dove siete, né cosa sta accadendo. In lontananza, vedete un bagliore, una luce, e sentite dei rumori. Vi avvicinate, rendendovi conto che non si tratta di una stanza, ma un luogo molto più grande, e vedete delle persone, saranno una decina, che corrono in cerchio, attorno alla luce. Appena vi vedono, iniziano a urlare: “Forza, corri!” “Cosa aspetti? Muoviti, inizia a correre!” “Non stare lì impalato, corri!” A questo punto sentite dentro di voi di essere davanti a una scelta importante, è come se il tempo si fermasse. Dovete scegliere: Corri? O non corri?

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Pensateci. Cosa fareste? Immaginatevi davvero dentro questa situazione, estrema, assurda. Cosa fareste, se foste voi lì? Correte, o non correte? Ragionateci, e intanto io svelo l’assassino: non esiste in assoluto una scelta migliore. Ciò che conta maggiormente, è la motivazione che vi siete dati nel correre o nel non correre. Se credete fortemente nella vostra motivazione, se è coerente con il vostro purpose, avete fatto comunque una buona scelta.

Tipicamente, in questo esempio, chi corre lo fa perché pensa che correndo capirà meglio la situazione, e perché decide di fidarsi degli altri, vuole entrare nel gruppo, cercando di aiutarli. Chi decide di non correre, invece, proprio perché tutti corrono, si dice: quello è conformismo, io non mi unisco agli altri senza un motivo. Il motivo di chi corre è capire con l'intenzione di aiutare, il motivo di chi non corre è capire con l’intenzione di distinguersi.

Abbiamo motivazioni diverse che ci guidano nello studio, nel lavoro e nella vita. Perché prendiamo una certa decisione? Perché smettiamo di studiare per iniziare a lavorare? Perché lasciamo l’azienda per mettere in piedi una startup? Oppure perché decidiamo di non farlo? Non è così importante cosa decidiamo, quanto il perché. Sta qui la differenza di una buona decisione. Spesso non ne siamo consapevoli, e così la vita ci accade, ci facciamo trascinare dagli eventi, e ci allontaniamo dal nostro scopo.

Ma come capire quali sono le nostre buone motivazioni? La motivazione è buona se viene “spinta” da buone domande. Sotto questo punto di vista, esistono 2 tipi di domande: le domande generative e le domande sterili. Le domande generative sono quelle domande che se ti poni, ti indicano una strada da seguire. Le domande sterili sono fini a loro stesse. Quando provi a rispondere a una domanda sterile, ti accorgi che è di scarsa utilità. Ma sono subdole, perché sembrano invitanti.

Un esempio. Vi state chiedendo se lanciare una startup o continuare a lavorare in azienda. Startuppo o non startuppo? Corro o non corro? Molti vengono sedotti da domande come: sono capace di lanciare una società? Oppure: i miei amici cosa stanno facendo? O ancora: sono troppo giovane, o sono troppo vecchio? Chi può dirlo? Sono domande sterili, non vi indicano nessuna strada. La domanda sterile tende a bloccarti, a girare in tondo su te stesso, a rimuginare. A rinviare la presa di una decisione netta. A posticipare la corsa rimanendo a guardare, a correre forse, ma solo un po’, in parte.

Chiedetevi invece: quando mi alzo la mattina e sto per iniziare a lavorare, sono contento? Quali capacità mi permette di sviluppare il mio lavoro? Ho prospettive di crescita? Se mi metto a startuppare come posso sopravvivere economicamente nei primi mesi e nei primi anni? Queste domande mi aiutano capire se correre o non correre. Potreste decidere di non startuppare. Ma avrete preso una decisione.

La domanda generativa indica una direzione. E se avete il coraggio di intraprenderla, genererete un’azione (sono appunto domande di gener-azione): correre, lanciandosi in qualcosa di nuovo, oppure non correre e dando il massimo in ciò che si sta facendo.

Un'ultima cosa: l’esempio della corsa è il 1° episodio di un nuovo prodotto di formazione che stiamo per lanciare in tutto il mondo, a metà tra una serie tv distopica, un game, un simulatore di prese di decisioni. Qualcosa che mi ha permesso di rafforzare il mio purpose personale, e credo quello di tanti colleghi. Si chiama Shed65. Il suo obiettivo è di trovare e allenare i leader di domani. Vediamo come andrà. Intanto, io corro.

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