Corsa ai beni immobili per gli enti non profit con la spinta del social bonus
di Valentina Melis
3' di lettura
Presentare un progetto per recuperare un immobile pubblico inutilizzato o confiscato alla criminalità organizzata, da usare per attività sociali, sollecitando le donazioni di privati e imprese per far fronte alle spese, con la garanzia, per questi ultimi, di un robusto sconto fiscale.
È l’opportunità che si aprirà per gli enti del terzo settore dal 1° gennaio, da quando cioè entrerà in vigore il «social bonus», previsto dal Dlgs 117/2017 (articolo 81): i privati che faranno donazioni a enti non profit finalizzate al recupero di immobili pubblici inutilizzati o confiscati alla criminalità avranno diritto a un credito d'imposta del 65% dell'importo donato, fino al 15% del reddito imponibile, da usare in compensazione in tre quote annuali. Se il donatore è una società o un ente, il credito d'imposta è del 50% dell'importo erogato (e per i titolari di reddito d'impresa, il tetto è fissato al cinque per mille dei ricavi annui).
«I progetti di recupero potranno essere presentati al ministero del Lavoro tramite un portale ad hoc», spiega il sottosegretario al Lavoro e alle politiche sociali Luigi Bobba. «Tramite il portale - continua - i donatori potranno conoscere le finalità del progetto dell’ente non profit e le risorse richieste, con l’obiettivo di garantire la trasparenza e la conoscibilità delle iniziative. Un donatore di Milano potrà finanziare così l’iniziativa di un’organizzazione di Salerno, ottenendo lo sconto fiscale». A gennaio il ministero del Lavoro dovrebbe emanare il decreto attuativo del social bonus, previsto dal Codice del terzo settore, per definire le procedure di approvazione dei progetti di recupero finanziabili.
La platea potenziale degli immobili interessati è vasta: 950 immobili pubblici inutilizzati e 7.109 immobili confiscati alla criminalità.
Per mettere in moto la macchina del social bonus, proprio ieri è stato firmato l’accordo tra il ministero del Lavoro, l’Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, l'agenzia del Demanio e l’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci), con l’obiettivo di incentivare la destinazione agli enti del terzo settore dei beni immobili inutilizzati e di quelli mobili e immobili confiscati alla criminalità.
Secondo il Direttore dell’agenzia del Demanio, Roberto Reggi «gli enti del terzo settore sono partner strategici per trasformare immobili dismessi o non utilizzati in contenitori di nuove attività e di nuove funzioni utili ai cittadini. Dando nuova vita ad edifici abbandonati, come ad esempio ex caserme, caselli ferroviari, fari, case cantoniere e via dicendo, sono protagonisti di una trasformazione urbana virtuosa che punta a creare nuovi punti di aggregazione e integrazione, preziosi per l'intera comunità».
Il segretario generale dell’Anci Veronica Nicotra ha detto che «l’Anci crede fermamente nell'importanza del social bonus che debutterà a gennaio e che prevede in concreto il credito d'imposta per i cittadini e le imprese che sostengono gli enti non profit intenzionati a recuperare i beni immobili».
Per il responsabile dell’Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, Prefetto Ennio Mario Sodano, «il protocollo permetterà allo Stato di intensificare non solo il monitoraggio e la classificazione dei beni attualmente gestiti dall'Agenzia, ma anche di contribuire, attraverso la loro ristrutturazione al miglioramento del contesto urbano e sociale, all'incentivazione di iniziative di diffusione della legalità, assicurando nel contempo le migliori condizioni di efficienza ed economicità».
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