Giro d’Italia stravolto dal Covid: si ritira la maglia rosa Evenepoel. Calcio, martedì euro derby Inter-Milan
Corsa Champions, frenano tutte tranno Inter e Juve. Al Giro d’Italia ribaltone a causa del Covid proprio quando la pandemia è finita. Si era già ritirato Ganna
di Dario Ceccarelli
6' di lettura
Non è bello, diciamo la verità. Non è bello vedere dei campioni, con lo scudetto sulle maglie, che vengono rampognati sotto la curva dai propri tifosi sul campo dello Spezia. Con lo sguardo basso, come quando a scuola, chiamati alla lavagna dal professore di italiano, si stava muti come pesci.
Dimmi, caro, chi è il protagonista del cinque maggio? E perchè “la terra al nunzio sta, muta pensando all'ultima ora dell'uom fatal”?
Ecco i giocatori del Milan, disposti in due file, muti come scolaretti poco studiosi, sono l'immagine dello sprofondo dei rossoneri passati in una decina di giorni dalla dall'altare alla polvere; dal trionfo col Napoli alla batosta nel primo euro derby; e subito dopo alla seconda caduta (2-0) con una squadra, lo Spezia, che rischia la retrocessione.C'era anche Pioli ad ascoltar l'arringa del capo ultrà. Che poi, dopo un applauso reciproco tra giocatore e tifosi, dirà: “Ci hanno solamente spronato a dare il massino. La mia presenza? Come si prendono gli applausi è giusto anche non sottrarsi quando le cose vanno male…”.
Il Milan alla ricerca di sè stesso
Dire che il Milan si è perso, lo si capisce da questa vicenda, molto emblematica di un calcio sempre appeso al filo del risultato. Anche perché in ballo, per un posto in Champions, ci sono decine di milioni che ballano sullo sfondo di bilanci mai virtuosi. Quello che però fa sorridere, e finirà nel nulla, è che la Procura Federale abbia aperto un fascicolo per verificare la presenza di comportamenti illeciti ed eventuali minacce nei confronti dei giocatori rossoneri. Con quello che capita nelle curve, con violenze inaudite che si ripetono da decenni, si sta a perder tempo in una vicenda certamente surreale ma sicuramente non penale. In questo caso, si può perfino dire che c'è stata una parvenza di sportività, non scontata, tra squadra e tifosi. Noi siamo con voi, però tirate fuori coraggio e volontà, volevano dire gli ultrà. Effettivamente, visto come è andata nel derby e poi a La Spezia, con il quarto posto in Champions che si allontana, non si può dar loro torto.
Anche perchè, per contrappasso, l'Inter vola. Al di là della vittoria sul Sassuolo (4-2), con un risultato più roboante che reale , la squadra di Inzaghi sta attraversando un periodo d'oro. Tutto fila liscio. Perfino Lukaku, un fantasma durante l'anno, sta segnando gol a raffica. La vittoria sugli Emiliani, per nulla arrendevoli, porta soprattutto la firma del gigante belga, autore di una doppietta da antologia. Lautaro poi ci ha aggiunto il suo carico (come l'autogol d Tresoldi) ma questo conferma l'attuale splendore dell'inter, ora terza a quota 66.
Una squadra che ancora in aprile veniva sbeffeggiata, ora è una macchina da gol con una striscia di sette vittorie di fila. Chiaro che ora, la rivincita col Milan, fa molto meno paura. E lo stesso Inzaghi, per mesi sulla graticola delle critiche, o si toglie molti sassolini dalle scarpe. Restano comunque inspiegabili questi up and down che si susseguono a distanza di poche settimane. Qual è il Milan vero? Quello che ha fatto uscir dall'Europa il Napoli o questo scolaretto che ha balbettato a La Spezia? Basterà martedì il ritorno di Leao? Certo disporre di attaccanti che segnano fa una bella differenza. Però nel Milan, soprattutto nel derby, mancavano altri punti di forza: la determinazione, la voglia brutale di vincere. La rete di Dzeko, un altro che da mesi era all'asciutto, simboleggia proprio questa differenza d'approccio alla sfida. Tutto è possibile in una partita secca come il derby, ma se il Milan non ritrova quella compattezza che l'ha portato a cogliere traguardi insperati, è tutto inutile.
Il Napoli riconferma Spalletti. Ma intanto perde a Monza
Se il Milan va come il gambero, anche le altre non scherzano. Se ci sta che il Napoli, rincuorato dalla probabile riconferma di Spalletti, e appagato dalle feste per lo scudetto, perda (2-0) con un Monza proteso verso l'ottavo posto, non ci sta invece che l'Atalanta, sconfitta dalla Salernitana, abbia perso un altro treno. Un mistero, la Dea. Non ha altri impegni, eppure è l'ombra della squadra che faceva venire il mal di denti alle avversarie. Molle, distratta, con Gasperini che se la prende con tutti. Perfino con la società. Mai una autocritica, però. Che Gasp sia infallibile?
Male anche le due romane. La Lazio, quarta a 65 punti, pure libera dalle coppe, pareggia 2-2 col Lecce. Va bene, vivere sulle debolezze altrui, ma insomma… E La Roma? Poteva riacciuffare il Milan a quota 61 e invece pareggia (0-0) col Bologna. Prima col turn over, poi con i titolari, i giallorossi non sfondano e la Champions si allontana. Uno spreco, diciamolo. Perchè che cosa succeda alla Juventus, con l'ombra della penalizzazione sempre sullo sfondo, non si sa. Quindi anche un quinto posto, in questa lotta per la Champions, può venir buono.
La Juventus supera la Cremonese (2-0) e torna seconda
A proposito della Juve, le buone notizie si mescolano a quelle cattive. Quella buona è che la squadra di Allegri batte in agilità la Cremonese ritornando saldamente al secondo posto. Un secondo posto, al netto di altre penalità, blindato da un vantaggio di 8 punti sul Milan (quinto in classifica). La brutta notizia è il nuovo infortunio muscolare a Pogba, fatto partire per la prima volta come titolare da Allegri. Dopo soli 22 minuti però il francese si è accasciato a terra per un problema muscolare alla coscia sinistra. Una via crucis, quella di Pogba, che sembrava ormai pienamente recuperato. “Pogba ha le spalle larghe, si riprenderà, purtroppo dopo una lunga sosta le possibilità di infortunarsi aumentano” ha commentato Allegri già proiettato sulla prossima sfida di giovedì a Siviglia. Una Juve pimpante, comunque, quella che ha battuto la Cremonese, quest’ultima sempre più invischiata nella lotta per la retrocessione. A sbloccare la partita, nella ripresa, una stoccata di Fagioli, ben servito da Chiesa. Il raddoppio, di testa, è arrivato da Bremer.
Dopo Ganna, anche Evenepoel lascia il Giro per covid
Dopo una settimana di sonnecchiante tran tran, al Giro d'Italia succede di tutto. La notizia più clamorosa è il ritiro di Remco Evenepoel. L'iridato belga, vincitore della crono che gli ha restituito la maglia rosa, nella tarda serata di ieri è stato trovato positivo al covid.
Evenepoel torna così a casa e il Giro perde il suo principale favorito. “Ho il cuore spezzato” ha detto il belga, 23 anni, campione del mondo e primo nella recente Liegi-Bastogne-Liegi. “La mia esperienza al Giro è stata davvero speciale, e non vedevo l'ora di competere nelle prossime due settimane. Sono orgoglioso di lasciare la corsa con due tappe vinte e quattro maglie rosa” ha concluso il belga che nel pomeriggio, pur dichiarandosi insoddisfatto (“potevo fare di più”), si era imposto nella crono di 35 km da Savignano sul Rubicone a Cesena con un secondo di vantaggio su Geraint Thomas, lo scozzese della Ineos seguito al terzo posto da Geoghengan Hart, anche lui Ineos, e anche lui distaccato di soli 2 secondi. Meno brillante invece la prova di Primoz Roglic, considerato il rivale Eveneopel, sesto nella crono con 17 secondi di ritardo.
Con il ritiro di Evenepoel, che segue quello di Ganna (anche lui fermato dal covid) la classifica del Giro si rimescola ulteriormente. Ora la maglia rosa è il gallese Geraint Thomas, già vincitore del Tour 2018, che precede di due secondi lo sloveno Roglic. Al terzo posto l'inglese Hart, già primo al Giro del 2020, con 5” di distacco. Il siciliano Damiano Caruso, primo degli italiano, è settimo con un minuto e mezzo di ritardo. Chiaramente ora la situazione è in mano ai due big della Ineos, il super team britannico che, con il ritiro del campione del mondo, si trova la strada spianata pur dovendo fare i conti con Roglic, finora non brillantissimo, e il portoghese Almeida, quarto in classifica generale con 22 secondi di ritardo.
Dopo nove tappe il Giro d'Italia oggi si ferma per il riposo. Riprenderà domani con una frazione di 196 km da Scandiano a Viareggio che dovrebbe favorire i velocisti. Il covid comunque al Giro non dà tregua. Anche il colombiano Rigoberto Tran, favorito per le montagne, si è ritirato ieri sera dopo essersi sottoposto al tampone. Un crescendo inquietante. Sembra di essere tornati indietro di due anni.
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