Corsa a dieci per rilevare l’Olio Dentamaro di Bari
di Domenico Palmiotti
2' di lettura
Corsa a dieci per acquisire il marchio Dentamaro, nome storico tra le aziende pugliesi di olio. In difficoltà finanziarie, l'azienda é stata ammessa al concordato preventivo l'anno scorso e adesso, si apprende da fonti Coldiretti, il giudice ha disposto la vendita per il 20 novembre. Da quello che filtra c'è chi punta ad acquisire l'intero complesso aziendale che si trova a Bari, in via Caduti del Lavoro, e chi, invece, punta a pezzi dell'azienda oppure a specifici impianti. Nel settore si afferma che non é detto che alla fine si finisca col privilegiare chi ha fatto un'offerta globale. Se una vendita frazionata, si sostiene, può consentire di ricavare maggiori risorse, il giudice del Tribunale civile di Bari, Nicola Magaletti, che segue il caso e che ha ammesso l'azienda al concordato, potrebbe anche preferirla. Sul tavolo, intanto, ci sarebbe già l'offerta da circa 2 milioni da parte di un'importante azienda olearia italiana, di cui in ambienti giudiziari si tace il nome. Si calcola che i 2 milioni che si ricaverebbero dalla vendita servano soprattutto a coprire i debiti che la Dentamaro ha accumulato negli ultimi anni. Oltre al complesso aziendale di Bari, sono all'asta anche otto marchi aziendali. Il più famoso è “Dentamaro dal 1893”. Questo è infatti l'anno di fondazione di un gruppo che oltre a imbottigliare e produrre olio (tre marchi: L'Ulivo, L'Antico, L'Italico), aveva anche diversificato tra conserve e passate di pomodoro (“La Fattaincasa”). I debiti sono nei confronti di banche e fornitori. I 19 dipendenti, invece, sono stati già liquidati. Ferma da tempo l'attività produttiva.
«Un tempo - spiega Gennaro Sicolo, presidente del Consorzio Nazionale olivicoltori - il mercato in Puglia era dominato da due marchi: De Santis e Dentamaro. Il primo è rimasto in pista ed è competitivo, il secondo, invece, si è progressivamente eclissato sino ad approdare al concordato preventivo ed ora alla vendita». L'uscita di scena di un marchio storico come Dentamaro avviene in un momento in cui tutta l'olivicoltura pugliese é fortemente sotto pressione tra danni del maltempo (il vento che giorni fa ha spazzato diverse località del Tarantino e del Brindisino mentre la gelata aveva colpito a febbraio e marzo le aree di Bari, Bat e Foggia) e avanzata della Xylella. Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia, dice che «il 2018 sarà ricordato come l'annus horribilis per l'olivicoltura pugliese che conta i danni di un clima ostile e impietoso e di calamità naturali di gravità incalcolabili. La stima del danno ormai è salita ad un miliardo e 600 milioni. Al crollo produttivo in termini di olive e olio va sommata la perdita del patrimonio strutturale degli ulivi. E adesso per il ripristino del potenziale produttivo serviranno risorse ingenti e straordinarie».
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