Corsa al Quirinale, a Berlusconi mancano 52 voti
Al momento il centrodestra può contare su 452 voti, il centrosinistra su 436
di Andrea Marini
2' di lettura
Silvio Berlusconi ha detto che nei primi giorni di gennaio deciderà se confermare la sua candidatura al Quirinale. Ma i rumors riferiscono che nei primi 10 giorni dell’anno, quando il confronto sulla presidenza della Repubblica entrerà nel vivo, ufficializzerà la sua discesa in campo. L’ex premier si sarebbe detto sicuro di avere numeri certi in Parlamento, ma, al momento, al centrodestra per superare la fatidica soglia di 504 voti, ne mancano ancora 52. Anche se Berlusconi sarebbe convinto di avere addirittura 150 voti di grandi elettori in più di quelli che ha già il centrodestra.
I voti necessari
Il collegio dei cosiddetti “grandi elettori” è composto da 1.009 membri (630 deputati, 315 senatori, gli attuali 6 senatori a vita e 58 delegati regionali). Al momento però tali componenti sono 1.006 perché alla Camera risulta vacante il seggio di Roberto Gualtieri (per il quale si voterà il 16 gennaio 2022) e al Senato risultano vacanti due seggi. Per i primi tre scrutini è necessaria la maggioranza di due terzi (pari a 671). Dal quarto scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta che è pari, al momento, a 504.
Centrodestra in vantaggio
Al momento, considerando deputati, senatori e delegati regionali, il centrodestra composto da Lega, Fi, Fdi e altri partiti più piccoli, può contare su 452 voti. Il centrosinistra formato da Pd, M5s, Leu e alleati minori si ferma a quota 436. Fuori da questi schieramenti c’è la formazione dei grandi elettori che non può immediatamente essere ricondotta ai due poli principali: si va da Italia viva a più Europa, passando per gli ex M5S e quei deputati e senatori non iscritta ad alcuna componente del gruppo misto.
Chi teme le elezioni anticipate
Berlusconi spera di recuperare i voti di tutti quei grandi elettori certi ormai di non essere rieletti in caso di elezioni anticipate: se la candidatura di Berlusconi dovesse naufragare, potrebbe tornare in campo l’ipotesi Mario Draghi candidato al Quirinale, con una conseguente crisi di governo e possibili elezioni anticipate in caso di passaggio al Colle dell’attuale premier. E tra chi non è più sicuro di essere rieletto (e a cui un altro anno in parlamento non dispiacerebbe) non ci sono solo i transfughi nel gruppo misto, ma Berlusconi spera nel segreto dell’urna di incassare i voti anche di alcuni esponenti del M5S. E forse rientra in questa ottica la sua recente apertura al reddito di cittadinanza.
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