Nadef: cos’è e perché è importante per la legge di bilancio 2024
La sua approvazione e la conseguente definizione della legge di Bilancio coincidono quest’anno con l’imminente avvio delle trattative sulla revisione del Patto di stabilità
di Dino Pesole
I punti chiave
3' di lettura
Nuova stima per il Pil, nuove previsioni per la finanza pubblica e i principali aggregati macroeconomici. In linea con il calendario che conduce alla presentazione della manovra vera e propria, il Consiglio dei ministri approva ogni anno, entro il 27 settembre, la Nota di aggiornamento al Def. Ma in che modo un documento programmatico, sia pur rilevante come la Nadef, può incidere sui destini della manovra per il prossimo anno?
Dalla Nadef alla legge di Bilancio
Alla Nadef spetta il compito di aggiornare le previsioni economiche e di finanza pubblica del Def. È il secondo appuntamento programmatico dell’anno in cui viene appunto rivisto il quadro macroeconomico delineato con Documento di economia e finanza approvato nel mese di aprile, per aggiornarlo - come si legge nella presentazione del ministero dell’Economia - «in relazione alla maggiore disponibilità di dati ed informazioni sull’andamento del quadro macroeconomico e di finanza pubblica». Il documento, inoltre, contiene «l’aggiornamento degli obiettivi programmatici, che tiene conto anche delle eventuali osservazioni formulate delle istituzioni Ue competenti nelle materie relative al coordinamento delle finanze pubbliche degli Stati membri». Tutti elementi che rafforzano il contenuto della Nadef poiché proprio sulla base delle nuove stime su Pil, debito, deficit, inflazione, saldo netto da finanziare vengono di conseguenza «calibrate» sia l’entità della manovra di finanza pubblica che le misure da inserire nella legge di Bilancio. Spetta alla Nadef indicare i principali ambiti di intervento della manovra per il triennio successivo, illustrando al tempo stesso gli effetti finanziari attesi dalla legge di Bilancio in termini di entrata e di spesa, nonché gli eventuali disegni di legge collegati alla manovra.
La Nota e il Documento programmatico di bilancio
Il calendario condiviso in sede europea prevede che, una volta trasmessa in Parlamento la Nadef, il Governo debba inviare a Bruxelles entro il 15 ottobre il Documento programmatico di Bilancio (Dpb) e a stretto giro il disegno di legge di Bilancio (entro il 20 ottobre). Una serie di impegni di notevole rilevanza, che con l’avvio dell’iter di discussione parlamentare della manovra aprono di fatto la sessione di bilancio vera e propria. Spetta al Parlamento approvare la manovra entro il 31 dicembre, termine perentorio per evitare di ricorrere all’esercizio provvisorio. Da questo punto di vista, la Nadef acquisisce un ruolo centrale all’interno delle decisioni di politica economica del Governo e del Parlamento. Non a caso, le norme in vigore prevedono che la Nadef venga discussa e approvata in Parlamento attraverso lo strumento della risoluzione, trattandosi appunto di un documento programmatico. Risoluzione della maggioranza che sostiene il Governo cui è attribuita una valenza politico-programmatica vincolante dal punto di vista dei contenuti. Le stime inserite nella Nadef vengono così trasferite nel Documento programmatico di bilancio cui spetta il compito di illustrare le principali linee di intervento della manovra di finanza pubblica che verranno inserite nella legge di Bilancio. È un passaggio molto rilevante perché è sul Dpb che si basa il giudizio della Commissione europea nell’esaminare la manovra, normalmente nel mese di novembre.
L’intreccio con le prossime scadenze in sede europea
Quest’anno l’approvazione della Nadef e la conseguente definizione della manovra coincidono, oltre che con le scadenze ordinarie previste dal calendario europeo, con l’imminente avvio delle trattative sulla revisione del Patto di stabilità. Stando a quanto è stato annunciato dalla Commissione europea si dovrebbe entrare nel vivo proprio negli ultimi tre mesi dell’anno, con l’obiettivo di pervenire a un accordo (necessariamente di compromesso tra i vari paesi) entro la fine del 2023. Nel fissare i nuovi target per quel che riguarda i conti pubblici la Nadef non può che riferirsi a questo percorso, all’interno del quale dovrà trovare posto anche la ratifica della riforma del Mes che dovrebbe tornare in novembre all’attenzione del Parlamento. Il coordinamento con Bruxelles è peraltro sancito dalla stessa Nadef, cui spetta di recepire le osservazioni e le eventuali modifiche e integrazioni al Def conseguenti alle raccomandazioni del Consiglio europeo relative al Programma di stabilità e al Programma nazionale di riforma.
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