ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIntervista

Cosa sono i «PPPs», gli accordi pubblico-privato per spingere sulle infrastrutture africane

Sempre più governi sperimentano la formula delle partnership pubblico-privato per opere di grossa portata. Come funzionano e cosa garantiscono

di Alberto Magnani

Parte di un cantiere della Nairobi Expressway a Nairobi in Kenya (Reuters)

2' di lettura

PPPs, sigla di Public-Private Partnerships: accordi fra pubblico e privato per condividere rischi e guadagni in progetti di varia portata, dalle infrastrutture ai servizi pubblici. È uno strumento sempre più diffuso nel mercato dell'Africa subsahariana, considerato come una delle - possibili - leve di spinta all’industrializzazione del Continente. Ma quali sono i vantaggi in favore di entrambe le parti in ballo, governi e aziende?

Sul versante delle autorità pubbliche africane, il valore aggiunto può essere rappresentanto dai «minori costi di investimento e la possibilità che un'opera infrastrutturale venga gestita con tecnologie e conoscenze di primo livello – spiegano Eugenio Bettella e Rita Ricciardi, partner dello studio legale Bergs&More - Insomma, il cosiddetto best value for money (il miglior rapporto fra qualità e prezzo, ndr)». Il modello del PPPs è salito alla ribalta come soluzione per le carenze di budget degli esecutivi, con accordi siglati soprattutto in settori come attività estrattive, infrastrutture, energie e telecomunicazioni.

Loading...

Sul versante dei privati, sottolineano Bettella e Ricciardi, giocano a favore fattori come «la bancabilità dei progetti e il fatto che il rischio rimane comunque nel contesto di una partnership con il governo, mitigandone la portata».

La «timidezza» delle imprese italiane e la spinta dell’Afcfta

Ad oggi le aziende italiane mantengono un approccio di timidezza verso lo strumento, complici i timori sui tempi dei progetti e un supporto, eufemisticamente, limitato sul piano finanziario. Ma le prospettive per il settore sono in ascesa, a maggior ragione sull'onda dell'African continentale free trade area: l'accordo di libero scambio che dovrebbe sprigionare un mercato da 2.500 miliardi di dollari Usa, integrando il mosaico di oltre 50 economie dell’Africa a sud e nord del Sahara. Uno fra i pilastri dell’Afcfta, nelle intenzioni dei suoi stessi promotori, è favorire l’aumento della connessione - anche - fisica fra i paesi, sbloccando la libertà di circolazioni e merci che resta incastrata su valori minimi rispetto agli scambi interni alla Ue o all’Asia.

Le dimensioni del gap di finanziamento sono robuste. L’African Development Bank (Adb), la banca di sviluppo africana, stima un buco da 100 miliardi di dollari l’anno per recuperare il ritardo infrastrutturale nella regione subsahariana. Il doppio rispetto ai 50 miliardi di dollari previsti nel 2011, un’esigenza che ha spinto la stessa Abd ad approvare un «framework» per potenziare e stimolare lo sviluppo di partnership fra pubblico e privato Su questo sfondo, dicono Bettella e Ricciardi, i PPPs potrebbero imporsi come «un mantra per governi che fanno fatica a gestire gli investimenti per sviluppare le infrastrutture e poter ‘continentalizzare' in maniera adeguata il business fra i vari paesi africani».

Riproduzione riservata ©
  • Alberto MagnaniRedattore

    Luogo: Milano

    Lingue parlate: inglese, tedesco

    Argomenti: Lavoro, Unione europea, Africa

    Premi: Premio "Alimentiamo il nostro futuro, nutriamo il mondo. Verso Expo 2015" di Agrofarma Federchimica e Fondazione Veronesi; Premio giornalistico State Street, categoria "Innovation"

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti