FISCO E GRANDI IMPRESE

Così 50 multinazionali conservano 1.600 miliardi nei paradisi fiscali

di Biagio Simonetta

2' di lettura

Milleseicento miliardi di dollari. Un fiume enorme di denaro liquido, sottratto al fisco e custodito in 1.751 filiali offshore. È il quadro che emerge dall'ultimo report di Oxfam (qui il rapporto completo) , confederazione internazionale di organizzazioni no profit che lottano contro la povertà nel mondo, che mette nel mirino 50 fra le più importanti aziende degli Stati Uniti, e quindi del mondo. Da Apple a CocaCola, da Microsoft ad Oracle, da Pfizer a General Electric.

L'abitudine dell'elusione fiscale è un vecchio trucco che accomuna un po' tutte le multinazionali. E a quanto pare funziona bene, dato che secondo gli attivisti di Oxfam il valore totale del capitale accumulato fuori dai confini statunitensi è addirittura cresciuto di 200 miliardi di dollari dal 2014 al 2015.

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Trasferire soldi nei paradisi offshore per eludere le tasse è una consuetudine che impatta ferocemente con l'etica, ma rimane una prassi perfettamente legale. E così, oggi, gli Stati Uniti si trovano con una cifra simile al Pil dell'Italia fuori dai confini nazionali e dunque fuori dalla lente del fisco. «Così facendo – spiega il dirigente di Oxfam, Robbie Silverman, - le imprese evadono imposte per un totale di 135 miliardi di dollari l'anno».

La classifica
Con oltre 200 miliardi di dollari custoditi nei paradisi fiscali, è Apple la regina della classifica redatta da Oxfam. Un primato, quello della casa che produce gli iPhone, che è confermato per la seconda volta consecutiva e con un incremento di circa 20 miliardi (la precedente classifica riportava un capitale offshore pari a 181 miliardi di dollari). Completano il podio la farmaceutica Pfizer (193 miliardi) e Microsoft (124). Fuori dai primi tre, invece, un'altra società molto in vista per capitali offshore: General Electric (104 miliardi). In classifica, fra gli altri, anche Ibm, Aphabet (Google), CocaCola, PepsiCo, Intel e Oracle.

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Trump e i super ricchi

Sempre Oxfam propone le cifre di quelli che potrebbero essere i benefici per queste aziende se l'idea dell'amministrazione Trump di introdurre agevolazioni fiscali, una tantum, per i super ricchi (con l'aliquota al 10%) diventasse realtà. Un esempio: i numeri dicono che Apple potrebbe risparmiare 43 miliardi di dollari di tasse. E che nel complesso, per le 50 big company prese in esame, il risparmio complessivo si attesterebbe sui 327 miliardi.

Le attività di lobbying
Ma non c'è solo tanta elusione fiscale, nei meandri più oscuri delle multinazionali. Il report di Oxfam punta il dito anche sulle attività di lobbying a opera di queste 50 big company. Secondo lo studio, infatti, dal 2009 al 2015 sono stati investiti 2,5 miliardi per avere più appeal nei confronti degli enti governativi. Di questi, circa 325 milioni sarebbero serviti per fare pressioni in merito a situazioni fiscali.

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