Così la casa si riscalda con eleganza e flessibilità
Nei caloriferi di ultima generazione bellezza e funzionalità vanno di pari passo grazie a soluzioni che ne aumentano il potere riscaldante, gli utilizzi e anche la flessibilità
di Antonella Galli
4' di lettura
Primi freddi, si accende il riscaldamento. E si risveglia, tra le mura domestiche, la presenza dei caloriferi, dimenticata durante l’estate. Necessari ma antiestetici, sono stati per lungo tempo interpretati come elementi tecnici da celare, quando possibile, con coperture, che però ne limitavano l’efficienza. Già da alcuni anni, però, le aziende produttrici, con il contributo di architetti e designer, hanno avviato un percorso di nobilitazione estetica dei radiatori, investendoli di inedite valenze progettuali.
Nei caloriferi di ultima generazione bellezza e funzionalità vanno di pari passo grazie a soluzioni che ne aumentano il potere riscaldante, gli utilizzi e anche la flessibilità, attraverso modelli freestanding o mobili.
Tra i progettisti che si sono applicati a questo esercizio c’è anche l’archistar Daniel Libeskind, che ha firmato una linea di radiatori per Antrax IT: si chiama Android ed è una sorta di scultura metallica ricavata da un foglio di alluminio riciclabile al 100% piegato e ripiegato fino a creare una sequenza armonica di facce ed angoli. Una geometria che, oltre al valore estetico, garantisce un’elevata efficienza termica grazie al circuito ottenuto con un sistema di assemblaggio brevettato che permette l’entrata a regime in tempi molto brevi. Disponibile anche a funzionamento elettrico, Android può essere installato in verticale o in orizzontale e ambientato in ogni contesto grazie alle oltre duecento varianti cromatiche.
Sempre per Antrax IT Piero Lissoni si è ispirato alle cialde dolci tipiche del Nord Europa per creare la linea di radiatori Waffle, in cui la superficie della piastra, in fusione di alluminio riciclabile, è modellata tridimensionalmente con il motivo a nido d’ape che caratterizza le cialde. L’idea del designer era di rievocare la memoria dei radiatori in ghisa anche nell’aspetto tattile: a tale scopo per Waffle sono state messe a punto undici verniciature goffrate a polvere, cinque delle quali sviluppate unicamente per questa collezione (Frag, Crag, Lrag, Arag e Mrag). Un maniglione e un gancio porta accappatoio in noce e frassino naturale, esclusivi per questa linea, ne sottolineano il carattere sartoriale, segno peculiare dei progetti firmati Lissoni.
Anche gli architetti Gabriele e Oscar Buratti si sono cimentati nel progetto del termoarredo con due nuove linee, “Ottolungo” e “1000 righe, 100 righe”, per l’azienda Caleido. «Per la sua dimensione e la relativa presenza fisica nell’ambiente interno il radiatore rimane uno degli elementi fondamentali dello spazio e del suo arredo – affermano i progettisti – alcuni progetti lo nascondono, altri lo esaltano come presenza tendenzialmente artistica. La nostra riflessione è stata di pensare il radiatore come un dettaglio di design e carattere, un oggetto da far dialogare con quinte, aperture e luce, materia e colore».
Nei due modelli progettati dai Buratti, entrambi in alluminio riciclabile, l’ispirazione nasce da giochi di geometrie: Ottolungo è una sorta di colonna binata fusa in un solo elemento, una proiezione del profilo del numero otto (da cui il nome) in diverse altezze, nelle versioni a parete e freestanding, con funzionamento idraulico ed elettrico; mentre “1000 righe, 100 righe” propone due elementi radianti con texture a scanalature verticali concave, nel primo molto fitte, nel secondo più distanziate, da utilizzare singolarmente o comporre alternando più moduli.
Per Tubes Radiatori, azienda pioniera nel settore (nel 2018 ha lanciato Plug&Play, una linea di oggetti scaldanti elettrici di design che non necessitano di installazione), si è messa all’opera Elisa Ossino, il cui segno si caratterizza per essenzialità e astrazione geometrica. La Ossino ha creato il modulo radiante I Ching a partire da un processo radicale di semplificazione delle forme. Riducendo al massimo gli ingombri e gli spessori, ha progettato un modulo a linea da fissare a parete con un attacco asimmetrico. Componendo i moduli in sequenza, si possono creare differenti composizioni grafiche, che nell’immaginario della progettista rimandano agli esagrammi, i simboli divinatori dell’antico libro cinese dell’I Ching. Il modulo in acciaio è stato concepito per essere installato in multipli, in verticale o in orizzontale e in tutti gli ambienti della casa, grazie alle quattro lunghezze disponibili e alla scelta delle finiture, in particolare quelle metalliche, dallo stagno spazzolato al rame e al nichel. Le composizioni di I Ching si trasformano così in un segno a parete pulito ed evocativo, che cela alla vista la funzione tecnica dell’oggetto, pur rispondendo con efficienza al suo scopo, sia nella versione idraulica, sia in quella elettrica, disponibile anche con un termostato wireless controllabile da remoto.
Infine, una sperimentazione nata dagli scarti del marmo che si è trasformata in una realtà imprenditoriale: Maarmo, che opera tra Treviso e Pordenone, è un’azienda che produce termoarredi di design a partire dalla segatura del marmo recuperata nelle cave dell’area veronese. Le polveri, amalgamate in un liquido, sono fatte solidificare lentamente in formati rettangolari, poi verniciati con sostanze a base d’acqua. I corpi radianti così ottenuti, totalmente riciclabili (possono essere rimacinati a fine vita), accumulano rapidamente calore per poi irraggiarlo lentamente grazie al cosiddetto effetto pietra. Diverse texture e tinte, o anche disegni pesonalizzati, trasformano i radiatori Maarmo in presenze decorative all’insegna dell’innovazione sostenibile.
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