Intelligence e inchieste

Così il Copasir mette sotto scacco Renzi (e M5S)

Le inchieste giudiziarie sull’ex premier e sui fondi dal Venezuela ai pentastellati entrano nei dossier del comitato parlamentare: diventano questione politica

di Marco Ludovico

2' di lettura

La scelta sul piano formale non fa una piega. Le implicazioni politiche, invece, sono tutte da vedere. Sorprese e colpi di scena vanno messi nel conto. Il Copasir, comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, chiederà alla procura di Firenze gli atti delle indagini per i compensi dell’Arabia Saudita a Matteo Renzi per le sue attività professionali come membro del board della Future Investment Initiative guidato dal principe ereditario, Mohammad bin Salman. In analogia il comitato avanzerà richiesta alla procura di Milano per il caso Hugo Armando Carvajal, l’ex capo dell'intelligence del Venezuela: in Spagna ha rilasciato dichiarazioni sui finanziamenti illeciti del regime di Caracas. Sarebbero finiti, afferma Carvajal, anche al Movimento 5 Stelle.

L’audizione di Caravelli

La scelta del Copasir spunta imprevista nelle cronache. Ma dobbiamo dare per scontato fosse in programma: non si improvvisa una decisione del genere. Emerge nel corso dell’audizione del 9 novembre del direttore dell’Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna) Gianni Caravelli. Le riunioni del Copasir sono per legge segretate. Ma al termine un comunicato del presidente del comitato, Adolfo Urso (Fdi), dopo l’elencazione dei temi affrontati rivela che «il Copasir ha esaminato alcune questioni di attualità sulle quali si sono svolti approfondimenti con il generale Caravelli. Su tali temi il Comitato ha stabilito di procedere, analogamente a quanto fatto in precedenza, ai sensi dell'art. 31, comma 5, della Legge n. 124 del 2007». Una bomba.

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Questioni di sicurezza nazionale

La normativa sui servizi di informazione e sicurezza (l. 124/2007) prevede all’articolo 31 comma 5 che il Copasir possa «ottenere, anche in deroga al divieto stabilito dall'articolo 329 del codice di procedura penale, copie di atti e documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso presso l’autorità giudiziaria o altri organi inquirenti». L’articolo 329 impone il segreto sugli «atti di indagine compiuti dal pubblico ministero e dalla polizia giudiziaria, le richieste del pubblico ministero di autorizzazione al compimento di atti di indagine e gli atti del giudice che provvedono su tali richieste». La richiesta del comitato parlamentare è giustificata da motivi «di sicurezza nazionale». La procura decide se inviare o meno gli atti. Il tema in ballo, comunque, diventa così incandescente.

Le mosse per mettere sotto pressione Renzi e M5S

Le richieste al generale Caravelli sulle indagini giudiziarie non potevano avere risposte, soprattutto quelle in corso. L’intelligence, va chiarito, in questi ultimi anni ha messo a punto rapporti sempre più consolidati con le procure della repubblica. Ma l’Aise, l’Aisi o il Dis non sposterebbero una virgola sulle informazioni giudiziarie conosciute. In uno scenario istituzionale condiviso di informazioni il segreto istruttorio diventa mille volte più riservato. Ecco così la mossa del comitato di richiedere gli atti alle procure. La risposta è tutta da vedere. Ma intanto la pressione su Renzi, in particolare, è stata alzata in sede parlamentare. Così come quella, più vecchia e forse meno clamorosa, sui fondi a M5S. La partita ora è tutta politica. Può far gioco e comodo a più di qualcuno nelle strategie e tattiche in corso sempre di più per l’elezione del presidente della Repubblica.

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