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Così è più facile l’accesso alle risorse finanziarie e le idee sono validate

Le opportunità

di Alessia Maccaferri

3' di lettura

Aumento dei costi delle materie prime e dell’energia, transizione digitale, sostenibilità. Se la crisi internazionale dovuta dalla guerra in Ucraina e le obbligate spinte all’innovazione, premono sui conti delle aziende, questo è ancor più vero per il tessuto delle piccole e medie imprese che costituiscono l’asse portante dell’economia del paese. Ma oggi le pmi e le startup innovative possono contare su strumenti, ancora da sfruttare appieno, quali il crowdfunding e in generale la finanza alternativa. Con quali vantaggi? E con quali prospettive future?

Innanzitutto la possibilità di accesso al credito e alle risorse. Con il lending crowdfunding, l’azienda trova una preziosa fonte per un prestito mentre con campagne di equity crowdfunding su portali autorizzati la pmi può trovare capitali che non devono essere restituiti perché gli investitori ottengono una parte delle quote aziendali partecipando al rischio di impresa.

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Il secondo vantaggio riguarda il polso del mercato. Durante la campagna di equity crowdfunding, dove viene fissato chiaramente un target di raccolta, l’azienda ha la possibilità di comprendere le risposte del pubblico di investitori/consumatori rispetto al proprio prodotto o servizio. Insomma uno strumento di validazione, tanto utile quanto impietoso, che può fare la differenza per startup o aziende in fase di lancio su nuovi mercati.

Infine un ultimo vantaggio è il legame con il territorio. Durante la campagna può diventare un significativo elemento di comunicazione andando così ad attrarre anche investitori locali. Questi possono andare a ingrossare così le fila degli stakeholder, portando nell’azienda le istanze locali e aumentando così la coesione territoriale, mentre per l’impresa può essere un tassello della corporate social responsibility. D’altra parte i tempi sono maturi: gli investitori sono sempre più attenti al sostegno all’economia reale e a quella tipologia di investimenti che dimostra di avere effetti visibili sull’ambiente, la società e la governance.

Cosa manca dunque alla maturazione di questo mercato che a livello nazionale ha superato complessivamente il miliardo di euro e che con la pandemia - dopo la battuta d’arresto dei primi mesi del 2020 - non ha conosciuto crisi?

Il settore è giunto al punto di svolta e ora è chiamato a giocarsi la partita della raccolta a livello internazionale. Alcune piattaforme lo hanno già fatto con un faticoso iter burocratico e hanno raccolto capitali da investitori stranieri. Il passaggio cruciale ora sta nella effettiva applicazione in Italia del Regolamento Europeo (2020/1503) relativo ai fornitori europei di servizi di crowdfunding . Questa norma - entrata in vigore il 10 novembre 2021 - apre delle prospettive interessanti a livello internazionale sia per gli operatori (le piattaforme) sia per le imprese, sia per gli investitori. In particolare le aziende potranno accedere alla possibilità di raccogliere capitali non più solo in Italia ma in tutta l’Unione Europea.

A questo importante appuntamento l’Italia che, va ricordato, è stato il primo paese europeo a darsi una normativa di settore nel 2014, arriva in ritardo: mentre nei giorni scorsi la Commissione Europea ha esteso di altri 12 mesi il periodo transitorio per le piattaforme di crowdfunding esistenti posticipando alla data del 10 novembre 2023 il termine ultimo entro il quale ottenere l’autorizzazione europea, in Italia la situazione è sospesa dal fatto che non è ancora stata nominata l’autorità competente (potrebbe anche essere Consob) per il rilascio delle autorizzazioni. Un passo obbligato, già compiuto dai principali paesi europei, senza il quale il settore rischia di essere svantaggiato nella competizione europea su larga scala.

Infine c’è un altro aspetto potenziale da sottolineare per le aziende. Sinora poche hanno colto l’opportunità, attraverso le piattaforme di crowdfunding, di emettere minibond, strumenti riservati alle aziende non quotate, che possono reperire fondi dagli investitori fornendo in cambio titoli di credito in favore di chi desidera credere nel loro progetto. Ora secondo il regolamento europeo offre le piattaforme di crowdfunding potranno collocare minibond presso gli investitori retail, con conseguente allargamento delle possibilità di raccolta.

Riproduzione riservata ©
  • Alessia MaccaferriCaposervizio Nòva 24 - Il Sole 24 Ore

    Luogo: Milano

    Lingue parlate: italiano, inglese

    Argomenti: innovazione sociale, impact investing, filantropia, fundraising, smart cities, turismo digitale, musei digitali, tracciabilità 4.0, smart port

    Premi: Premio Sodalitas (2008), premio Natale Ucsi (2006), European Science Writer Award (2010)

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