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I giovani di oggi sono grandi sostenitori della mobilità sostenibile: in particolare la Generazione Z (coloro nati tra il 1996 e il 2010) sta contribuendo notevolmente a definire una cultura dello spostamento molto diversa da un tempo. Nell'era degli abbonamenti e del modello dello “sharing”, anche i mezzi di trasporto vengono condivisi anziché posseduti. Un sondaggio di McKinsey Company di quest'anno ha rivelato che il 58% degli under 30 predilige trasporti alternativi a mezzi privati, rispetto al 23% degli over 45 e al 51% di coloro che hanno tra i 30 e i 45 anni. Gli under 30 preferiscono infatti mezzi pubblici, car sharing e micro mobility (cioè hoverboard, segway, monopattini e monowheel) al possesso di una macchina: quelli che vengono considerati mezzi alternativi per altre generazioni, sono i mezzi di default per la Gen Z.
“L'auto è un ingombro, è un costo, e se la città offre dei mezzi alternativi, per i giovani non sono alternativi, sono mobilità tout court,” dice Andrea Stocchetti, Coordinatore Research Institute for Innovation Management all'Università Ca’ Foscari Venezia.“Noi pensiamo ai mezzi pubblici, allo sharing come mobilità alternativa, ma per loro è semplicemente la valutazione di cosa è meglio stante quelli che sono i loro obiettivi,” ha aggiunto. Si tratta dunque di una questione di efficienza, in parte: il modo più veloce per arrivare da A a B è spesso con un monopattino parcheggiato dietro l'angolo, oppure con la metro, o con una bici, piuttosto che con un'automobile, che tra l'altro comporta spesso difficoltà nel trovare parcheggio, secondo il professore. A fronte delle opportunità offerte dalla mobilità sostenibile nelle città, i giovani vedono inoltre il costo dell'automobile come “assurdo” ed inutile, dice Stocchetti.
La Gen Z è infatti “finanziariamente conservatrice” e difficilmente vuole sostenere le spese relative alla guida (acquisto del veicolo, assicurazione, benzina etc.), a meno che non ci siano mezzi di trasporto alternativi, dice Corey Seemiller, esperta di Gen Z e professoressa alla Wright State University, in Ohio. Non sorprende quindi che il numero dei giovani con patenti sia in continuo declino: gli under 34 sono solo il 22% degli italiani che hanno la patente, secondo i dati più recenti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Nel Regno Unito, dagli anni ‘90 ad oggi il numero dei giovani patentati è diminuito di oltre il 40%, secondo uno studio della RAC Foundation. La propensione alla mobilità sostenibile è spesso legata anche alla sostenibilità, oltre che ad efficienza e costi ridotti. La questione ambientale risulta infatti una priorità per le nuove generazioni: in Italia, quasi 2 ragazzi su 3 sono molto preoccupati per il cambiamento climatico, contro una media del 53% nella popolazione complessiva, secondo uno studio dell'Unione Europea.
Questa preoccupazione si tramuta in una particolare attenzione ai mezzi di trasporto, scegliendo quelli con minor emissioni di anidride carbonica, dice Seemiller. “La Gen Z è una generazione molto preoccupata per l'ambiente, in particolare per la salute del pianeta. Se i giovani vivono in luoghi con buoni trasporti pubblici, li scelgono per contribuire alle iniziative di sostenibilità.”
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