ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùL’iniziativa di Mesit

Così dopo il Covid la medicina sociale scommette sui diritti e l’innovazione

La pandemia ha ricordato non solo il valore intrinseco della salute, ma anche quanto sia una componente essenziale dei rapporti economici e sociali

Marco Trabucco Aurilio, presidente Mesit

3' di lettura

Due anni di pandemia sono state una sveglia che ha ricordato non solo il valore intrinseco della salute, ma anche quanto la dimensione della salute sia una componente essenziale dei rapporti economici e sociali. Da questo punto di vista, quello della medicina sociale, è un approccio quanto mai attuale come è emerso dal convegno «La medicina sociale in evoluzione: tra innovazione, nuovi bisogni e tutela della disabilità», organizzato venerdì 8 luglio a Roma dalla Fondazione Mesit con il supporto del network editoriale PreSa - Prevenzione Salute.

Il doppio binario: innovazione e diritti

«La pandemia ci sta consegnando una sanità che va su un doppio binario: da un lato il binario dell'innovazione, della ricerca avanzata, delle terapie innovative, come dimostra l'esperienza dei vaccini contro Covid-19, che ci ha permesso in tempi rapidissimi di arginare lo tsunami pandemico. Dall’altro, il tema della tutela dei diritti, soprattutto le tutele della disabilità. La sfida che ci attende, oggi, è comprendere quanto l’innovazione e l'accesso tempestivo alla stessa possa ridurre l'impatto sulla disabilità, specie per quanto riguarda i malati cronici», spiega Marco Trabucco Aurilio, presidente della Fondazione Mesit e coordinatore scientifico PreSa. «Si pensi per esempio - continua Trabucco - alla presa in carico di un malato raro: quanto la presa in carico rapida possa essere determinante per non farlo convivere con la disabilità per tutta la vita oppure, per molti bambini, avere salva la vita stessa».

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In linea con l’approccio «One Health»

Da questo punto di vista, l’approccio della medicina sociale si inserisce a pieno nello scenario attuale «sposando il concetto di One Health evoluto in quello di Planetary Health, dimostra di aver colto a pieno le nuove esigenze di salute su cui si giocherà il nostro futuro e quello dei nostri figli», ha spiegato Marcella Marletta, presidente Aistom, consigliere della Federazione della Associazioni Volontariato Oncologico e coordinatore del Comitato scientifico della Fondazione Mesit. Per la Fondazione, lo sviluppo di nuovi farmaci e dispositivi medici può rappresentare una svolta davvero significativa nella cura dei pazienti: per questo ha annunciato la prossima costituzione di un gruppo di lavoro dedicato al tema della competitività e dell'innovazione, formato dai massimi esperti del settore, per contribuire alla definizione della nuova governance del settore farmaceutico e dei dispositivi medici, con l’ambizione di diventare strumento di supporto per il mondo produttivo per le istituzioni nazionali

La lezione della pandemia

«L’accesso al più alto grado possibile di salute è un obiettivo di estrema importanza: una sfida per il futuro delle nuove generazioni che presuppone la partecipazione di molti altri settori strategici oltre quello sanitario», ha aggiunto Francesco Saverio Mennini docente alla Facoltà di Economia dell'Università di Roma Tor Vergata . «Negli ultimi 15-20 anni - ha ricordato Mennini - si è fatto ricorso a strumenti di carattere emergenziale senza una corretta pianificazione. Mentre oggi, dopo il periodo della pandemia, sembrano proprio essersi creati i presupposti per garantire un “nuovo Rinascimento” del nostro sistema sanitario». E la medicina sociale cade a perché va «a correlare tutte quelle dimensioni che vanno oltre la medicina clinica e strettamente curativa, collegando le sfere sociali, le sfere del benessere, dell'inclusione psicologica, sociale e lavorativa e andando a creare un continuum tra i percorsi di cura e prevenzione e l’impatto sul mondo sociale ed economico» ha sottolineato ancora Marcello Cattani, presidente di Farmindustria


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