Roia (tribunale Milano): così non si aggiunge nulla ma si ingolfa il sistema
Il magistrato ha alle spalle una lunghissima esperienza in materia di reati contro i soggetti deboli e la violenza domestica
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«Una legge che non creerà alcun effetto positivo sul sistema ma che anzi rischia di ingolfarlo». Fabio Roia, attualmente presidente vicario del Tribunale di Milano, alle spalle una lunghissima esperienza in materia di reati contro i soggetti deboli e la violenza domestica, commenta così le novità introdotte dalla legge 122 «perché – dice – inserisce una serie di meccanismi nel procedimento che invece ingolferanno la macchina giudiziale. Una macchina già molto sofferente per la carenza di quasi 1.800 magistrati».
Un intervento, dunque, poco incisivo?
Questa legge non aggiunge nulla. Peraltro c’è una direttiva della commissione europea del 2012 a tutela delle vittime vulnerabili che dice esattamente il contrario: quando c’è una persona in situazione di fragilità, o di particolare vulnerabilità, e la donna vittima di violenza lo è sempre, bisogna evitare una pluralità di audizioni.
Su quali fronti, dunque, bisognerebbe agire per un contrasto davvero efficace?
Una premessa, forse banale ma necessaria: non dobbiamo pensare che con la risposta sanzionatoria, penale, si risolve il problema della violenza contro le donne. Perché questo è un problema storico, sociale, culturale. Bisogna intervenire su più piani. Il problema intreccia una considerazione dei rapporti fatta di relazioni di forza, maschilismo, una visione patriarcale della famiglia. Nel tempo sono intervenute leggi che hanno tentato di correggere questa impostazione, leggi che sono relativamente giovani: la riforma del diritto di famiglia è del 1965. Fino al 1981 avevamo ancora l’attenuazione di pena per i delitti d’onore. La legge sulla violenza sessuale è soltanto del 1996, prima infatti questo reato veniva punito perché considerato offensivo della moralità pubblica. Parallelamente, però, non è cresciuta una cultura del rispetto della diversità di genere.
Un’azione complessiva come ha fatto la Spagna?
La Spagna ha fatto questo sforzo varando un piano antiviolenza su cui ha stanziato un miliardo. Uno sforzo complessivo che in Italia non è ancora avvenuto. Servirebbe la creazione di una autorità autonoma, sul modello di altre autorità che già ci sono, con una funzione squisitamente tecnica per cercare di aiutare il paese a compiere questo salto in avanti, questo cambio di passo.
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