ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùCaos in Russia

Così Prighozhin, il capo dei mercenari Wagner, ha dichiarato guerra a Mosca

Il leader dei mercenari: «Non è un colpo di stato militare, ma una marcia della giustizia». Mosca spicca mandato di arresto

Wagner smentisce Mosca: russi si ritirano da aree Sud-Est Ucraina

3' di lettura

Il capo dei mercenari Wagner Yevgeny Prigozhin dichiara ufficialmente guerra ai vertici militari di Mosca, lanciando un appello a «fermare» i capi delle forze armate russi dopo aver accusato le truppe regolari di aver bombardato gli accampamenti dei suoi combattenti, su ordine del ministro della Difesa Sergei Shoigu facendo «un numero enorme» di morti. «Siamo in 25.000», ha dichiarato il leader dei miliziani invitando i russi, in particolare i soldati, a unirsi a loro e a non opporre resistenza in quello che «non è un colpo di stato militare, ma una marcia della giustizia».

Immediata la replica da Mosca: prima il ministero della Difesa russo ha respinto ogni accusa di attacchi ai mercenari. Poi scende in campo direttamente il Cremlino: il presidente Vladimir Putin «è stato informato sulla situazione intorno a Prigozhin» e «si stanno prendendo le misure necessarie».

Loading...

Lo strappo con Mosca

Poco dopo il comitato nazionale antiterrorismo ha aperto un procedimento penale contro il capo di Wagner «per invito alla ribellione armata», intimando il leader dei mercenari a «interrompere le azioni illegali». La rivolta lanciata dal leader mercenario giunge al termine di una ennesima giornata di bordate contro gli apparatchik gallonati di Mosca, con il patron della Wagner che ha definito l’esercito russo «una bolla d’aria scoppiata» puntando il dito contro il ministero della Difesa e mettendo apertamente in dubbio anche le motivazioni addotte ufficialmente per la cosiddetta operazione militare speciale in Ucraina.

In un nuovo video Prigozhin ha dichiarato che quando è iniziata l’invasione su vasta scala la situazione del conflitto nel Donbass non era diversa da quella degli ultimi anni e non c’era nessuna «folle aggressione» da parte di Kiev, che - ha affermato ancora - non si apprestava ad attaccare la Russia assieme alla Nato.

Prigozhin: «Il ministero della Difesa russo inganna il popolo e Putin»

Secondo Prigozhin quindi, parlando di un’imminente offensiva ucraina il ministero della Difesa russo, ovvero il suo arcinemico Sergey Shoigu, ha «ingannato» sia la società sia Putin. Il capo della Wagner «ha aperto una ferita nella narrativa russa, ha squarciato un velo di omertà e di disinformazione», ha commentato il ministro della Difesa Guido Crosetto a Washington per incontrare il collega americano Lloyd Austin. «E’ un elemento di rottura in quello che finora sembrava un monolite», ha aggiunto Crosetto.

Controffensiva di Kiev sotto accusa

Intanto si registrano tensioni tra Washington e Kiev sulla controffensiva ucraina. L’andamento del contrattacco è lento e «deludente», si sono lamentati funzionari americani. «Tutto deve ancora succedere», la risposta dei militari di Kiev. È da giorni che i vertici ucraini ammettono una temporanea scarsità di risultati, compreso lo stesso presidente Volodymyr Zelensky. Ma secondo fonti ufficiali e militari americane, interpellate dalla Cnn, l’avanzata «non sta soddisfacendo le aspettative in nessuno dei fronti»: quindi non a est, nel Donbass, dove i russi contrattaccano; ma neanche a sud, verso Meliptopol, Berdyansk e la Crimea, dove invece le truppe scelte di Kiev rivendicano quasi ogni giorno la liberazione di nuovi insediamenti.

Le linee russe, hanno argomentato le fonti alle Cnn, si sono dimostrate ben fortificate e non offrono facile passaggio agli attacchi delle truppe di terra ucraine, che vengono martellate con successo dall’aviazione russa in aggiunta alla presenza di mine. Insomma, le forze ucraine si sono dimostrate “vulnerabili”, mentre quelle russe, per quanto gonfiate numericamente da soldati poco addestrati e per nulla motivati, si sono rivelate “competenti” nelle loro difese.

La risposta di Kiev è arrivata per bocca del comandante delle forze di terra, generale Oleksandr Syrskyi, che al Guardian ha confermato per la prima volta pubblicamente che «la nostra forza principale non è stata ancora impegnata a combattere e stiamo sondando i punti deboli nelle difese nemiche. Tutto deve ancora succedere».

Prigozhin: "Truppe russe ripiegano nelle zone di Zaporizhzhia e Kherson"

L’invasione della Crimea nel 2014

Sull’invasione della Crimea interviene oggi Barack Obama, durante la cui presidenza avvenne l’invasione e l’annessione russa della Crimea nel 2014. L’ex presidente ha difeso la sua risposta di allora, tacciata da alcuni di acquiescenza: «L’Ucraina di quel periodo non è quella di oggi», ha detto l’ex presidente alla Cnn. «C’è una ragione per cui all’epoca non ci fu un’invasione armata della Crimea: perché era piena di un sacco di persone che parlavano russo e che simpatizzavano con la Russia», ha sottolineato Obama. «Io e la cancelliera tedesca Angela Merkel abbiamo risposto a Putin con gli strumenti che avevamo», ha detto l’ex presidente, ricordando che «molti Paesi europei non volevano imporre le sanzioni contro Mosca». «Allora non dovrebbe sorprendere che oggi ci sia un’aggressione russa su vasta scala in Europa», ha subito rintuzzato il principale consigliere di Zelensky, Mikhailo Podolyak.

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti