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Così scorie siderurgiche e scarti del caffè tostato tornano a nuova vita

Materiali innovativi ed economia circolare sono alla base dei bandi finanziati da Fondazione Cariplo con altri enti per istituti di ricerca e imprese

di Sara Deganello

Processo di granulazione della scoria liquida, scarto delle acciaierie.

3' di lettura

Scarti che diventano nuovi prodotti, valorizzati grazie alla tecnologia. È la strada che hanno intrapreso alcune aziende lombarde, in grado di mettere a punto percorsi nati da bandi di ricerca e che sono prossimi all’industrializzazione. In particolare, all’interno del bando del 2018 di Fondazione Cariplo e regione Lombardia «per la concessione di contributi a sostegno del trasferimento della conoscenza nel settore dei materiali avanzati» (che ha finanziato 10 progetti con 5.649.277,84 euro, diventati 10 grazie al cofinanziamento degli enti coinvolti), sono nati il progetto Metaisolecomat e 3D-Slag.

Il primo parte da materiali plastici a fine vita e li trasforma in pannelli performanti per l’isolamento acustico. Ha coinvolto Politecnico di Milano e le aziende Pantecnica e Laborplast, che ha fornito il Pvc riciclato. «Il prodotto si realizza con stampi: si ottengono moduli per realizzare barriere acustiche per interni. Tipicamente per contesti industriali o per uffici a ridosso della parte produttiva. Ci occupiamo di sistemi antivibrazione e tanti clienti ci chiedevano di risolvere il problema del rumore. Abbiamo scelto di farlo in un’ottica di economia circolare. Il prodotto è interessante e lo presenteremo al Made Expo a Milano a novembre», racconta Davide Fatigati, responsabile ricerca e sviluppo di Pantecnica.

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Il progetto 3D-Slag affronta invece la valorizzazione delle scorie nere prodotte dalle aziende siderurgiche, ponendole alla base di un processo di produzione di un materiale simile al basalto, «visto che proprio la fibra di basalto è stata largamente studiata come potenziale rinforzo in materiali compositi al posto delle molto più costose fibre di vetro e di carbonio», spiega Laura Eleonora Depero dell’Università di Brescia, responsabile del progetto. Inoltre, utilizzando la scoria granulare e altri sottoprodotti industriali, si sono realizzati ricoprimenti ceramici con proprietà termiche, di conducibilità, resistenza alla corrosione elevate. Al progetto hanno lavorato oltre all’ateneo bresciano, l’acciaieria Ori Martin che ha prodotto la scoria in granuli, Protidea che ha contribuito a mettere a punto la strumentazione per l’utilizzo del nuovo materiale, AMDengineering per i processi di ricoprimento e la stampa 3D, con i loro fornitori. «Abbiamo dimostrato la possibilità di produrre fibre di basalto – usate nell’automotive, nella ristrutturazione degli edifici – attualmente importate perché l’unico produttore è la Russia. Abbiamo validato la tecnologia, abbiamo il progetto per sviluppare un impianto industriale. Rimangono le difficoltà burocratiche per trattare in maniera sinergica materiali che vengono considerati “rifiuto” e che dal punto di vista amministrativo seguono una gestione complicata e costosa», sottolinea Maurizio Zanforlin, R&D manager di Ori Martin.

All’interno del bando del 2017 sulla bioeconomia promosso sempre da Fondazione Cariplo con Innovhub (che ha finanziato 10 progetti con 2.699.350 euro diventati poco meno di 5 milioni grazie al cofinanziamento degli enti coinvolti) si è sviluppato infine il progetto CirCo, che ha coinvolto tra gli altri Cnr, l’azienda cosmetica Intercos e la cartiera Favini: valorizza uno scarto della tostatura del caffè, la pellicina dei chicchi (silverskin), attraverso la produzione di carta e l’estrazione di un burro da utilizzare nell’industria cosmetica, per i rossetti per esempio, che potrebbe avere attività antiossidanti «che stiamo testando e per cui stiamo prevedendo una commercializzazione nel 2024», conferma Patrizia Valsesia, raw material laboratory manager della stessa Intercos.

«È importante sostenere la ricerca per il benessere delle persone e lo sviluppo socioeconomico delle comunità: è tra gli obiettivi strategici che abbiamo come Fondazione, in dialogo anche con altri enti. Lavoriamo per portare attenzione agli aspetti di sostenibilità ambientale. Quello lombardo è un territorio pronto ad accettare questa sfida e pronto a presentare progetti concreti, di qualità, supportato da organismi come le università, i centri di ricerca e gli innovation hub in grado di dare linee guida da realizzare poi in modo industriale», commenta Enrico Lironi membro del consiglio di amministrazione di Fondazione Cariplo.

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