Così i vaccini abbattono i contagi: Molise primo per iniezioni e già a zero casi
La Sicilia, all’ultimo posto per vaccini iniettati ogni 100mila, è la Regione dove resta più alto il rapporto tra nuovi casi e popolazione
di Riccardo Ferrazza
I punti chiave
2' di lettura
Si possono prendere due casi per misurare l’effetto che la campagna vaccinale può avere (o non avere) sulla diffusione del coronavirus. L’uno è il rovescio dell’altro: il Molise si conferma come la Regione con il numero più alto di dosi somministrate ogni 100mila abitanti e dove il 31 maggio non si sono registrati casi; la Sicilia, invece, compare ancora all’ultimo posto della graduatoria per vaccini iniettati e, allo stesso tempo, il territorio dove resta più alto il rapporto tra nuovi casi e popolazione (anche in questo caso ogni 100mila abitanti).
In Molise, dove il virus arretra
In Molise è dal 31 maggio in fascia bianca (insieme a Friuli Venezia Giulia e Sardegna): nelle 24 ore precedenti non sono state registrate nuovi contagi (unico caso in Italia). Il tasso di positività nella settimana 24/31 maggio è stato all’1,2% (nei sette giorni precedenti era all’1,3%). Nello stesso periodo le vittime sono state 3. Se il virus arretra è certamente merito delll’andamento della campagna vaccinale: ogni 100mila molisani, risultano somministrate 64.264 dosi. È il numero più alto tra tutte le Regioni: la seconda è la Liguria (63.454), mentre sono 13 quelle che risultano sopra la media nazionale (a quota 59.152).
Il caso Sicilia
Nello spettro regionale all’opposto si trova il caso della Sicilia che pure ha numeri assoluti diversi dal Molise (2,6 milioni di dosi contro 193mila): l’isola arriva solo alla fine della classifica di vaccini iniettati ogni 100mila abitanti: 53.555 dosi (-5.600 sulla media nazionale e -10.700 rispetto al Molise). Un ritardo che si riflette sull’alto rapporto tra nuovi casi e popolazione regionale (ogni 100mila abitanti) pari a 6,6. Nessuna regione ha un indice così alto (seguono Campania, Valle d’Aosta, Provincia autonoma di Trento e Puglia).
La Sicilia ha un altro primato negativo: la più alta percentuale di ultra 80enni ancora in attesa della prima dose: 27,5%. «È paradossale - ha denunciato il segretario regionale della Fimmg (Federazione italiana dei medici di famiglia), Luigi Galvano : invece di garantire le prime dosi ai più fragili la campagna vaccinale si concentra sulla profilassi dei 50enni e dei maturandi».
Il presidente Nello Musumeci ha rivendicato: per quanto riguarda le vaccinazioni la Sicilia è «in linea con il tasso nazionale». L’isola è sotto la media nazionale per capacità di somministrazione: è riuscita a iniettare l’85,8% delle scorte ricevute contro una media dell’88,3%.
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