Caso Cospito, Meloni: «Nessun presupposto per dimissioni Delmastro». Scontri a Roma
L'ipotesi di un ricovero ospedaliero di Cospito, da quanto si è appreso, è realistica laddove il 55enne, da 108 giorni in sciopero della fame, dovesse proseguire a rifiutare anche gli integratori
I punti chiave
- Meloni, nessun presupposto per dimissioni Delmastro
- Tajani, 41 bis è indispensabile, non si tocca
- Alta l'allerta per le manifestazioni
- A Milano presidio davanti al carcere di Opera
- Manifestazione a Roma, “Lo Stato tortura”
- I manifesti choc a “La Sapienza”
- Cospito a Ministero e Garante,nessun trattamento forzato
- Controllo continuo delle condizioni di salute
- I motivi della «lotta politica»
- Possibile il trasferimento in ospedale
- Il no alla prevista visita psichiatrica
7' di lettura
Si aggravano le condizioni di Alfredo Cospito, detenuto nel carcere di Opera al 41-bis.I medici di Opera e il Tribunale di sorveglianza di Milano, presieduto da Giovanna Di Rosa, stanno cominciando a valutare un suo trasferimento dal centro clinico del carcere milanese al reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale San Paolo. L’ipotesi di un ricovero ospedaliero, da quanto si è appreso, è realistica laddove il 55enne, da 108 giorni in sciopero della fame, dovesse proseguire a rifiutare anche gli integratori. La loro prolungata interruzione potrebbe portare a una crisi cardiaca e alla necessità di trattamenti salva vita. Al momento i suoi parametri sono compatibili con la detenzione.
Cospito, che da ottobre non tocca cibo per protestare contro il 41bis, da qualche giorno va avanti ad acqua, zucchero e sale e ha fatto pervenire al Dap una dichiarazione nella quale esprime la volontà di non procedere con l’alimentazione forzata, nel caso in cui le sue condizioni peggiorassero a tal punto e fosse incosciente. Al momento è comunque lucido, cammina, si regge in piedi.
Sale intanto la tensione per le manifestazioni degli anarchici. I sottosegretari alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove e Andrea Ostellari sono stati messi sotto scorta. Sulle minacce che sono state ricevute da politici e funzionari da parte degli “anarchici” la premier Giorgia Meloni ha lanciato un appello a tutte le forze politiche: su questi temi «dobbiamo essere uniti» e ci deve essere «responsabilità da parte di tutti».
Meloni, nessun presupposto per dimissioni Delmastro
In una lettera al Corriere della Sera, la premier ha risposto alle polemiche sul caso Cospito e alla domanda sul passo indietro del sottosegretario Delmastro. «Non ritengo vi siano in alcun modo i presupposti per le dimissioni che qualcuno ha richiesto - ha scritto il presidente del Consiglio -. Peraltro, le notizie contenute nella documentazione oggetto del contendere, che il Ministero della Giustizia ha chiarito non essere oggetto di segreto, sono state addirittura anticipate da taluni media. Ci sono in questo polverone, a mio avviso, aspetti chiaramente strumentali. Trovo singolare - ha continuato Meloni - che ci si scandalizzi perché in Parlamento si è discusso di documenti non coperti da segreto, mentre da anni conversazioni private - queste sì da non divulgare - divengono spesso di pubblico dominio». «Sicuramente i toni si sono troppo alzati e invito tutti, a partire dagli esponenti di Fratelli D’Italia, a riportarli al livello di un confronto franco ma rispettoso. È chiaro - si legge ancora nella lettera - che non ci troviamo davanti a una delle tante polemiche che agitano il mondo politico, ma a una situazione dai contorni decisamente inquietanti che rischia di avere conseguenze gravi. A uno scenario che richiede prudenza e cautela ma che deve vedere compatto lo Stato, in tutte le sue articolazioni e componenti, a difesa della legalità. È un appello - conclude Meloni - che rivolgo a tutti, politici, giornalisti, opinionisti. Perché non ci si debba domani guardare indietro e scoprire che, non comprendendo la gravità di quello che stava accadendo, abbiamo finito per essere tutti responsabili di un'escalation che può portarci ovunque».
Letta: da Meloni errore grave
«Con la sua lettera al Corriere e il rilancio continuo di accuse contro l'opposizione Giorgia Meloni invece di spegnerlo l'incendio lo riattizza. Alimentare ulteriore tensione? A chi serve? Un errore grave». Lo scrive su Twitter il segretario del Pd, Enrico Letta.
Tajani, 41 bis è indispensabile, non si tocca
«Il 41 bis - ha chiarito il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine di un incontro elettorale promosso da Fi a Milano a una settimana dal voto delle regionali - non si può toccare in questo momento, perché bisogna ancora sconfiggere mafia e terrorismo». «È assolutamente indispensabile continuare ad avere il 41 bis, come strumento di garanzia per la sicurezza dello Stato. Mi pare assurdo - ha aggiunto - che si indichi il capo dello Stato come uno degli obiettivi che sono responsabili del 41 bis o della detenzione di un anarchico condannato per reati di terrorismo». Il quadro attuale vede «un’escalation, un attacco contro lo Stato italiano portato non solo all’interno dei confini nazionali ma da un’internazionale anarchica contro tutte le sedi diplomatiche del nostro Paese». «Abbiamo innalzato il livello di sicurezza - ha spiegato Tajani -, ora bisogna lavorare per difendere lo Stato di diritto da chi vuole sconfiggere un sistema democratico dove chi commette un reato, dopo essere stato processato, deve essere condannato per aver commesso dei reati gravi, come è il caso del detenuto Cospito».
Disordini nel corteo a Roma, tre i fermi
Disordini al corteo di Roma in solidarietà con Alfredo Cospito e contro il 41 bis. I manifestanti hanno prima fatto barricate con i secchioni della spazzatura lungo via Prenestina e poi lanciato bottiglie e oggetti contro le forze dell’ordine in coda al corteo. A quel punto è partita una carica delle forze dell’ordine. Tre manifestanti sono stati fermati dalla polizia dopo i disordini al corteo in solidarietà con Alfredo Cospito a Roma. I manifestanti sono stati portati in questura per essere identificati e la loro posizione sarà valutata nelle prossime ore
A Milano presidio davanti al carcere di Opera
A Milano è previsto un presidio davanti al carcere di Opera così come a Napoli, dove ieri è scoppiata una bomba carta in via Monteoliveto, davanti la sede centrale delle Poste. Per ora non c’è stata alcuna rivendicazione ma non si esclude possa essersi trattato di un attentato ad opera degli anarchici.
Manifestazione a Roma, “Lo Stato tortura”
“Il carcere uccide” e “Lo Stato tortura”. Sono queste le scritte che si leggono su alcuni degli striscioni esposti davanti ai cancelli dei giardini di piazza Vittorio a Roma, dove si sta svolgendo un sit-in in solidarietà all’anarchico abruzzese Alfredo Cospito, che è detenuto al 41 bis e in sciopero della fame contro il regime del carcere duro. Alla manifestazione partecipano diverse realtà dell’antagonismo romano, tra centri sociali - come lo “Strike” - e collettivi studenteschi della Sapienza. I manifestanti sono decisi a spostarsi in corteo verso la zona est della città, dietro lo striscione “Al fianco di Alfredo, contro 41 bis ed ergastolo ostativo”. «Hanno detto che siamo in combutta con la mafia, ma non hanno capito il significato della nostra lotta. Il carcere di Opera (dove è detenuto attualmente Cospito - ndr) è un lager», hanno detto i manifestanti ai megafoni, i quali annunciano un collegamento in diretta con un sit-in che si svolge in contemporanea anche a Milano. Sul posto ci sono diversi agenti e mezzi blindati delle forze dell’ordine. L’obiettivo è evitare che si ripeta quanto accaduto il 9 ottobre del 2021, quanto una manifestazione no-vax partita da piazza del Popolo si è conclusa con l’assalto alla sede della Cgil e il corteo dei manifestanti che è giunto nei pressi del parlamento e di Palazzo Chigi, sede della presidenza del Consiglio.
I manifesti choc a “La Sapienza”
A “La Sapienza” di Roma sono comparsi manifesti choc. Contestatissimo un volantino con scritto “Chi sono gli assassini di Cospito?” con i volti su sfondo nero del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del ministro della Giustizia Carlo Nordio e dell’ex Guardasigilli Marta Cartabia, del presidente del consiglio Giorgia Meloni. E ancora quello di Anna Maria Loreto, procuratore capo di Torino, di Giovanni Russo, capo del Dap e del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo.
Cospito a Ministero e Garante, nessun trattamento forzato
La difesa di Cospito ha presentato una diffida al ministero della Giustizia e per conoscenza al Garante dei detenuti affinché, in caso di peggioramento delle condizioni di salute, non venga sottoposto alla nutrizione o a trattamenti forzati. E’ quanto si apprende da fonti della difesa le quali ribadiscono la volontà dell’anarchico di proseguire nello sciopero della fame.
I motivi della «lotta politica»
Nel frattempo, l’ideologo della federazione anarchica informale ripete a chi ha modo di incontrarlo, in quella stanza singola del Servizio assistenza integrata, i motivi della sua «lotta politica» e perché non sia disposto ad interromperla. «Non c’entro nulla con la mafia - spiega - voglio che venga cancellato il 41bis per tutti, perché è uno strumento che toglie le libertà fondamentali, ho visto mafiosi che sono anziani e malati, persone non più pericolose». Riguardo agli attentati, soprattutto incendiari, che si sono moltiplicati negli ultimi giorni con rivendicazioni a sostegno della sua causa, Cospito chiarisce che nell’ideologia anarchica «non si giudicano le azioni degli altri» e che i suoi scritti sono da sempre tesi «individualiste, perché non c’è un’organizzazione».
Possibile il trasferimento in ospedale
Negli anni tantissimi detenuti hanno protestato, per vari motivi, con lo strumento dello sciopero della fame, ma la «autoinduzione» in condizioni cliniche critiche, stando alla giurisprudenza, è sempre stata valutata negativamente dai giudici per un’eventuale concessione di misure alternative o per differimenti della pena da scontare. Allo stato, comunque, la difesa di Cospito non ha presentato istanze di questo genere. La Sorveglianza, tuttavia, potrebbe decidere, se si renderà necessario, il trasferimento nell’ospedale collegato al carcere di Opera, ossia il San Paolo. Lo stato di digiuno di un detenuto, poi, come è stato spiegato, si può interrompere attraverso l’alimentazione forzata, quando la persona è incosciente o quando è stato accertato che quel comportamento deriva da una patologia psichica.
Il no alla prevista visita psichiatrica
Cospito ha rifiutato di sottoporsi alla prevista visita psichiatrica. Si può anche vagliare in ipotesi, come soluzione estrema, il ricorso ad un trattamento sanitario obbligatorio. A complicare il quadro è arrivata quella «dichiarazione anticipata di trattamento» sul no all’alimentazione forzata, che andrà valutata qualora si arrivi allo scenario più tragico. Nodi giuridici, insomma, che si sommano a quelli politici in una vicenda che pare non avere soluzioni. Mentre il legale Rossi Albertini, che ha presentato istanza di revoca del 41bis, si appella al ministro Nordio: «Le condizioni di Alfredo, il suo fisico provato, i quasi 110 giorni di digiuno, i 45 kilogrammi di dimagrimento non consentono più ritardi o attendismi di sorta».
Salvini, pseudo anarchici non influenzano lo Stato
Garantire il diritto alla salute a tutti, anche a Cospito, ma non si cambia la legge sull’ergastolo e sul 41bis, neanche di fronte alle proteste. Matteo Salvini, in visita alla caserma Montello di Milano, è tornato sulle manifestazioni a favore dell’anarchico e ha ribadito che le possibili violenze non cambieranno le scelte del governo. «Tutti vanno curati e assistiti - ha detto - , ma non sono le minacce di pseudo anarchici e veri delinquenti che possono far cambiare idea allo Stato. Va garantita il diritto alla salute a tutti, che è sacro, ma l’ergastolo non si tocca e il 41bis non si tocca. E se qualcuno pensa con due bottiglie molotov di spaventare qualcuno ha sbagliato Paese e ha sbagliato secolo. Poteva funzionare nel secolo scorso, non nel 2023».
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