Cospito, caso Donzelli-Delmastro: fascicolo senza indagati per rivelazione di segreto
I magistrati lavorano per appurare se le informazioni rivelate dal vicepresidente del Copasir Giovanni Donzelli sulle registrazioni fatte al 41bis tra l’anarchico Cospito e i boss mafiosi fossero coperte da segreto
I punti chiave
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Il capo del Dap Giovanni Russo è stato ascoltato nei giorni scorsi, come persona informata sui fatti dai magistrati della Procura di Roma, nell’ambito dell’indagine avviata dopo un esposto presentato in merito alle informazioni rese note dal vicepresidente del Copasir Giovanni Donzelli nel corso del suo intervento alla Camera del 31 gennaio.
Il fascicolo non conta indagati, ma i magistrati lavorano per appurare se le informazioni relative alle registrazioni fatte al 41 bis tra l’anarchico Alfredo Cospito e i boss mafiosi fossero coperte da segreto, dunque non fossero divulgabili. In questo senso si dovrà valutare l’eventuale posizione di chi ha dato materialmente le informazioni a Donzelli, ossia il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove.
Inchiesta sulle rivelazioni del 31 gennaio
L’inchiesta è stata aperta dopo che ai pm di Roma è giunto un esposto di Angelo Bonelli, leader dei Verdi. Nel corso dell’attività istruttoria sono stati sentiti nella stessa veste anche l’ex capo del Gruppo operativo mobile (Gom) della polizia penitenziaria, Mauro D’Amico oltre all’attuale direttore, Augusto Zaccariello.
Il 31 gennaio scorso Donzelli ha riportato alla Camera i contenuti di alcune registrazioni svolte nel carcere di Sassari, dove Cospito era detenuto (prima di essere trasferito al carcere di Opera per motivi di salute legati allo sciopero della fame). In particolare, si trattava di conversazioni che Cospito aveva avuto il 12 gennaio scorso con boss di camorra e ‘ndrangheta che condividevano con lui l’ora d’aria prevista per il regime del carcere duro. Un momento di “libertà” per i detenuti, in cui hanno parlato del 41bis e dell’importanza di fare una battaglia per indurre lo Stato a modificare questa misura detentiva.
L’indagine ministeriale
Sulla vicenda, come detto, ha presentato un esposto alla Procura di Roma Bonelli. Sulla riservatezza di quelle registrazioni si è già espresso il ministero della Giustizia. I dialoghi riportati all'Aula non sono intercettazioni ma registrazioni di sorveglianza. Il Guardasigilli Carlo Nordio ha sostanzialmente “assolto” Giovanni Donzelli e indirettamente il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, che aveva girato al collega quei documenti. Secondo la Giustizia, infatti, qulle conversazioni registrate al 41bis «non sono coperte da segreto» in quanto non sono intercettazioni che, per loro natura, sono classificate e autorizzate dall'autorità giudiziaria nell'ambito delle indagini.
Registrazioni di vigilanza
Secondo la verifica interna svolta dal Ministero, si tratta di registrazioni di «mera attività di vigilanza» inserite in una scheda del Nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria sulla quale «non risultano apposizioni formali di segretezza e neppure ulteriori diverse classificazioni». In conclusione, «la natura del documento non rivela e disvela contenuti sottoposti al segreto investigativo o rientranti nella disciplina degli atti classificati». Aggiungono che «la rilevata apposizione della dicitura “limitata divulgazione”, presente sulla nota di trasmissione della scheda, rappresenta una formulazione che esula dalla materia del segreto di Stato e dalle classifiche di segretezza».
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