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Costa dei Trabocchi fa rotta verso l’Unesco

La punta di diamante

di Michele Romano

2' di lettura

Il sogno dell’Abruzzo è di farla diventare Patrimonio dell’Unesco: è la Costa dei Trabocchi, 43 chilometri tra Ortona e Vasto-San Salvo caratterizzati da 31 macchine da pesca, 11 delle quali tutelate dalla Soprintendenza regionale. Gabriele d’Annunzio li definì anfibi antidiluviani nel suo Trionfo della morte. Realizzate intorno al 1600 da ebrei sefarditi arrivati dalla Spagna e da oltralpe, tra Francia e Germania, oggi sono l’elemento distintivo, che si aggiunge e integra la classica offerta turistica della spiaggia. «La grande partenza del Giro d’Italia è stata una straordinaria promozione nel mondo - dice Roberto Di Vincenzo, presidente del Gal, che riunisce 48 tra associazioni di categoria, enti pubblici e aziende private -. Per l’estate prevediamo un incremento di presenze, che stimiamo intorno al 30%». Proprio alla vigilia della kermesse ciclistica era stata inaugurata la Via Verde Costa dei Trabocchi, ciclopedonale sull’ex tracciato ferroviario che si collega con le colline del vino, distretto che garantisce il 70% della produzione vitivinicola regionale. Il progetto è ancora più ampio e ambizioso: prolungare i 270 km della rete ciclabile della Costa dei Trabocchi in Molise e, con l’intervento di Regione Abruzzo e Provincia di Chieti da 9 milioni, acquisire le stazioni ferroviarie dismesse. Con il Gal che fa da collante e, insieme a Camera di Commercio Chieti-Pescara e Regione sta lavorando a un disciplinare che regoli l’utilizzo del marchio Costa dei Trabocchi: un brand guida per i comuni che insistono sulla costa teatina, «tutti convinti del valore del progetto e dello stare insieme». L’obiettivo è attrarre il turista attivo e a caccia di multi esperienze, garantite dai 30 comuni del percorso, che possono contare su parte marina e parte alta, centri storici e interessanti retroterra disegnati da coltivazioni agricole e attività agrituristiche, ricco di aziende vitivinicole e agroalimentari. «Siamo in un territorio delicato, l’ampliamento dell’offerta all’interno contribuisce al minor impatto ambientale. Pensiamo ad una costa sì fruibile ma tutelata, all’insegna di un rapporto corretto con la natura - sottolinea Di Vincenzo -. Ecco perché lavoriamo, anche in termini strategici, per costruire l’infrastruttura di servizi necessaria alla crescita qualitativa dell’offerta». I trabocchi vivono in una costa fragile, che non può avere turismo di massa, ma di qualità e alto spendente: «È questo il profilo che può far diventare questo territorio la punta di diamante dell’offerta dell'Abruzzo». Tema affrontato la scorsa settimana nel corso della seconda edizione di ArtBike&Run, evento finalizzato allo sviluppo della destinazione Costa dei Trabocchi e all’ampliamento della stagione turistica.

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