Courmayeur, Laigueglia e Senales primi esperimenti per la rinascita dei borghi
Con il Piano Nazionale Borghi ci sono risorse importanti per avviare progetti di rigenerazione culturale, sociale ed economica da nord a sud del Paese.
di Mariateresa Montaruli
I punti chiave
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Si è parlato per molti anni nel nostro Paese di recupero delle aree interne e dei borghi, ma non ci sono stati grandi interventi finalizzati a concretizzare questo obiettivo. Ora finalmente con Il Piano Nazionale Borghi realtà che fino a pochi anni fa non potevano attrarre né persone, né occupazione si riaprono al mondo. In palio ci sono risorse importanti ed ecco chi si è aggiudicato i primi bandi per avviare un percorso di rigenerazione culturale, sociale ed economica
La rigenerazione culturale ai piedi del Monte Bianco
Una vecchia sala per le colazioni all'interno dell'ottocentesco Hotel Ange. Comincia da qui la scommessa di rigenerazione culturale di Courmayeur, uno dei 310 piccoli comuni italiani (5.535 con meno di 5mila abitanti in tutta la Penisola) ad aver vinto 1,587 milioni di euro del Piano nazionale borghi finanziato dal PNRR. Il nuovo corso comincia da un salone con i dipinti murali, tutelato come Bene Culturale, rimasto inutilizzato per oltre 40 anni, mentre il resto dello storico albergo veniva frazionato in case per le vacanze. La sua ristrutturazione e nuova destinazione d'uso – un polo didattico e di eventi che riflettano sul cambiamento climatico, sulle nuove professioni in montagna e sull'accorciamento della vita dei ghiacciai – è il fulcro del progetto presentato al Ministero della Cultura dal sindaco Roberto Rota con la Fondazione Montagna Sicura, la Fondazione Courmayeur Mont Blanc e Best of the Alps, il circuito che raccoglie 13 delle più attrattive destinazioni alpine tra Italia ed estero. Borgo storico diffuso, sparso tra il capoluogo e nove località di fondo valle – ville di orgine medievale, village di fine XIX secolo e più piccoli hameau a formazione familiare -, con una popolazione di 2.733 abitanti in calo dal 2019, Courmayeur risponde così alla monocultura turistica e alla desertificazione sociale prodotta in bassa stagione dalle seconde case. La progettualità messa in campo prevede l'istituzione di un Climate Hub all'interno degli spazi ristrutturati dell'Hotel Ange, la digitalizzazione della Biblioteca della Montagna e l'organizzazione di due edizioni di Climathon destinate a giovani di tutta Italia per l'ideazione di progetti innovativi sulle sfide ambientali di montagna. Nel progetto che ha vinto una fetta del bando per la rigenerazione culturale, sociale ed economica dei piccoli borghi anche tre edizioni di Future Mountain Job, un programma di ideazione di nuove professioni di montagna destinato ai ragazzi delle scuole superiori e una Residency per esperti di rischi climatici nell'arco alpino. Nell'attesa del progetto esecutivo, Courmayeur si prepara all'inverno che verrà: con l'accensione delle lucine smart dell'Albero di Natale, l'apertura fino a mezzanotte della Funivia Courmayeur che permette aperitivi e cene in quota, le proposte di sci fuoripista delle Guide Alpine e le uscite in fatbike elettrica.
L’Archeopark e il Museo della Transumanza a Senales
Paesaggio, natura e tradizioni si mescolano anche nel comune alpino di Senales, nella laterale della Val Venosta dove Messner ha fatto del nido d'aquila di Castel Duval la sua dimora estiva e lo scrigno dei Buddha in meditazione raccolti tra un ottomila e l'altro. Vincitore di un finanziamento di 1,6 milioni, Senales, 1.243 abitanti sparsi in tutta la valle, è stato terra di contadini di montagna, per secoli pressocchè inaccessibile. Non vi erano strade, fino al 1875, nella valle che da Naturno si incunea stretta verso i tremila del Gruppo di Tessa. Solo una mulattiera collegava la spaccatura che penetra le Alpi Venoste verso il Giogo Alto, l'unico ghiacciaio perenne dell'Alto Adige. La valle era interamente coperta di larici e campi di grano oggi sostituiti dal fieno. Masi, malghe in quota e casere per la produzione del formaggio d'alpeggio ritmano un paesaggio squisitamente montano con pochi centri abitati. Certosa è un minuscolo grazioso paese che si accuccia sul versante occidentale, in leggera altura. L'incendio che lo ha devastato nel 1924 non ha cancellato del tutto il chiostro dove, per oltre 400 anni, dal 1326, hanno vissuto e pregato, in totale silenzio, i monaci della Certosa degli Angeli. A Madonna di Senales, il paese più grande della valle nel punto di sua massima apertura, che conserva un santuario e vecchi masi, è stato costruito l'Archeoparc: un parco che ha l'ambizione di ricreare la storia e l'habitat naturale di Oetzi, l'Uomo del Neolitico Venuto dal Ghiaccio (esposto al Museo Archeologico di Bolzano), ritrovato mummificato e congelato nel settembre del 1991, poco lontano dalle cime del Finale e del Similaun. Si trattava di un maschio dai capelli neri e con i denti senza carie. Prima di morire trafitto da una freccia aveva mangiato pane di farro e carne di stambecco. La presenza di pollini di carpinella nell'intestino e foglie di acero ritrovate in un secchiello hanno permesso di fissare il momento della morte all'inizio dell'estate. L'autunno lo investì di vento e freddo. L'inverno lo ricoprì di neve e ghiaccio. Il resto è un mistero. Non poteva che partire dall'Uomo Venuto dal Ghiaccio il progetto ICH, Intangible Culture Heritage, proposto al Ministero della Cultura dal comune di Senales. L'adeguamento funzionale dell'Archeoparc è il primo degli interventi messi in agenda. Altro punto nodale è la creazione di un Museo della transumanza, dei dialetti e degli antichi mestieri che sarà ospitato in un vecchio fienile non lontano dall'Archeoparc, destinato a una totale ristrutturazione. Festival ed eventi a tema valorizzeranno la pratica della transumanza e gli antichi mestieri legati alla lana. È infatti da Vernago, sul lago omonimo, a 6 chilometri da Certosa, che a metà giugno e a metà settembre partono e tornano i greggi transumanti. Qui si radunano, provenienti anche dalla Val Venosta, circa tremila pecore che in un solo giorno valicano il confine tra Italia e Austria per raggiungere i pascoli estivi. La parte di gregge che staziona a Vernago scavalca il Giogo Basso (3.019 metri) per fermarsi per tre mesi nella Niedertal austriaca; gli animali che partono da Maso Corto, poco più avanti, supererano il Giogo Alto (2.857 metri) per raggiungere l'alpeggio di Rofenberg. Una tradizione registrata negli archivi della valle già dal 1357. Al ritorno dagli alpeggi, in settembre, le greggi transumanti vengono salutate da una grande festa che mescola canti, balli, vino, cibo e tosatura a volontà. Riconosciuta dall'Unesco come Patrimonio culturale immaterale, questa è l'unica transumanza transfrontaliera e transglaciale che si conosca. A questa pratica secolare si accompagneranno in Val Senales la creazione di botteghe artigianali e di itinerari fisici e digitali, e la rivitalizzazione della lavorazione della lana, nel XVIII secolo legata alla presenza di 10 tessitori e di un telaio in ogni fattoria. In valle opera già l'associazione Culturale Senales che, con il progetto Silenzium, promuove percorsi escursionistici meditativi. L'associazione ha raccolto nel tempo una collezione di manufatti di civiltà contadina legati alla lavorazione della lana, utili per l'istituzione della futura raccolta museale.
L’ecomuseo sottomarino e Orto Robotico a Laigueglia
I percussionisti creativi lo conoscono bene questo borghetto di mare tra Alassio e Andora, sulla Riviera di Ponente meno conosciuta della cosiddetta Riviera dei Fiori che comincia poco oltre, appena a ovest di Capo Mele. Musicisti, jazzisti e giovani artisti migrano qui, tra stretti caruggi e viuzze che prima o poi portano al mare, nel mese di giugno durante il Percfest, la Festa europea delle percussioni. Nel resto dell'anno tornano quiete le case dai toni rosa-lilla-giallo pastello, le piazze, la spiaggia e la monumentale chiesa di San Matteo. L'anima da borgo di pescatori di Laigueglia, non alterato da volumi e altezze di nuova costruzione, continua a pulsare nelle piazzette, nel torrione saraceno del 1564 e nei campanili sormontati da cupole di maiolica della chiesa barocca: di notte illuminata, sembra fare da guardia a questo paese della musica inserito nel circuito dei Borghi più belli d'Italia. Il suo atavico rapporto terra-acqua fa da leitmotiv al progetto che ha vinto il finanziamento di 1,6 milioni di euro. A rinsaldare il legame contribuirà il futuro Eco-muSa, un ecomuseo sottomarino che inabisserà periodicamente, a pochi metri di profondità, statue di arte contemporanea di nuova creazione. Da realizzare mediante un concorso di idee, le opere saranno plasmate con materiali innovativi, utili a ripopolare flora e fauna marine, da individuare tramite i progetti di ricerca del futuro Sea Open Lab, il centro sperimentale sul tema della sostenibilità marina che occuperà il primo piano dello storico palazzo Musso Piantelli. L'Istituto nautico San Giorgio di Genova, partner del progetto, metterà a disposizione due volte l'anno un'imbarcazione storica per estendere le sperimentazioni del Sea Open Lab al mare aperto. Nel giardino pensile di palazzo Musso Piantelli si prevede anche di realizzare un Orto Robotico, un progetto pilota che sperimenti il digitale nella coltivazione delle “fasce”, la tipica forma di terrazzamento che in Liguria contrasta il dissesto geologico. Nel nome del rapporto terra-acqua si prevede anche la realizzazione di una docuserie web con le proposte culturali del borgo, riprese sottomarine comprese, e un'app per orientarsi nel nuovo Museo diffuso dell'identità territoriale. Rivolta a musicisti e non.
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