Covid-19: la mappa delle categorie vaccinate finora, regione per regione
Il premier Draghi ha denunciato il ritardo delle Regioni sulla vaccinazione degli over 80. Ma come sta andando la campagna in Italia? Quali categorie di cittadini stanno privilegiando le varie regioni, rispetto alle classi più anziane? La mappa di Lab 24 restituisce una fotografia piuttosto chiara
di Riccardo Ferrazza
I punti chiave
- Le priorità del piano strategico
- La categoria “altro”
- I casi di Sicilia e Calabria
- Guarda la mappa del contagio e i vaccini in tempo reale
4' di lettura
Alcune Regioni «trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale». L’atto di accusa pronunciato dal presidente del Consiglio Mario Draghi ha sorpreso i governatori impegnati nella campagna anti-Covid. A quali amministrazioni si riferiva il premier? E quali sono le categorie che sono state favorite a danno di chi ha più di 80 anni?
Il ritardo sugli over 80
Per dare una risposta si deve partire dalla mappa delle vaccinazioni riferite agli over 80. I numeri lasciano poco spazio alle interpretazioni. In fondo alla classifica ci sono due Regioni, Sardegna e Toscana, che sono riuscite ad assicurare il ciclo completo rispettivamente ad appena il 5,6% e il 6,1% dei propri anziani. Sotto la media nazionale (il 19,1% secondo le elaborazioni della fondazione Gimbe aggiornati alle 6 del 24 marzo) compaiono molte altre regioni, tra cui al Nord Lombardia e Piemonte e al Sud Calabria e Sicilia (il commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo sarà in visita nelle ultime due venerdì 26 e sabato 27 marzo). «Forse vaccinare alcune categorie può essere stato un errore: è giusto accelerare sul tema dell’età, dove vi è il numero più alto di decessi» ha riconosciuto il presidente della Regione Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini.
Le priorità del piano strategico
Va ricordato che le raccomandazioni del ministero della Salute hanno aggiornato lo scorso 10 marzo le categorie del piano strategico nazionale cui spetta la priorità per la vaccinazione: oltre a over 80, operatori sanitari e sociosanitari, personale non sanitario, ospiti di strutture residenziali, sono state inserite «persone estremamente vulnerabili», personale docente e non docente, scolastico e universitario, forze armate, di polizia e del soccorso pubblico, servizi penitenziari e «altre comunità residenziali». «Il piano di vaccinazione è stato fatto dal Governo nazionale, non è stato fatto dalle Regioni. Il Governo avrebbe benissimo potuto, ove l’avesse voluto, chiederci di sospendere le categorie prioritarie» ha detto il presidente della regione Liguria Giovanni Toti rintuzzando le critiche del premier.
La categoria “altro”
Ma fuori da queste platee restano quelle persone che nelle statistiche governative sono classificate sotto un non meglio specificato “altro”. Una voce che su 8.506.277 di somministrazioni vale circa l’11% (939.369 dosi in termini assoluti). Forse a loro si riferiva il premier. La composizione e consistenza varia molto da regione a regione. Difficile dare una definizione omogenea. Prendiamo l’Umbria, per esempio. Per dare priorità alle persone più anziane (gli ultra80enni umbri vaccinati sono appena il 15%) e ai “fragili”, la regione ha sospeso le prenotazioni vaccinali per le altre categorie finora ammesse fornendone l’elenco, piuttosto lungo: protezione civile, centri operativi comunali, assistenti sociali, operatori dei tribunali, avvocati, operatori di supporto scolastico, onoranze funebri, informatori scientifici, personale impegnato in assistenza domiciliare, manutentori dispositivi elettromedicali, personale della dogana e dell’aeroporto. Finora sotto la voce “altro” sono state somministrate 3.270 dosi (l’8% del totale).
Avvocati vaccinati
Il richiamo di Draghi alle Regioni a prediligere la vaccinazione degli anziani ha fatto volgere gli sguardi soprattutto alla Toscana, penultima nel trattamento riservato agli over 80. La Regione ha scelto di immunizzare tutto il personale sanitario (amministrativi inclusi) e ha incluso gli avvocati, compresi nella voce “altro” che rispetto al totale delle somministrazioni è pari al 10,8%. Rispondendo alle polemiche per aver riservato dosi di AstraZeneca a tutto il personale degli uffici giudiziari (legali compresi) il presidente toscano Eugenio Giani aveva spiegato che «la logica, che non è nostra ma che ci è stata data da Roma fin dall’inizio, è stata che le tre categorie che dobbiamo coprire erano scuola, sanità e giustizia, che sono le tre categorie su cui si regge una comunità».
I casi di Sicilia e Calabria
Anche la Sicilia ha fatto la stessa scelta includendo, tra gli altri, gli avvocati nella categoria a rischio. Come “altro” sono registrate oltre un quarto delle 684.858 dosi somministrate sull’isola, più precisamente 184.187, pari al 26,9%. Solo la Calabria ha un livello simile: quasi 50mila dosi (22,7%) destinate a persone che non sono over 80, né operatori sanitari o sociosanitari, né personale non sanitario od ospiti di strutture residenziali o che appartengono alle forze armate o al personale scolastico.
Campania, sì all’informazione
La Campania aveva risposto in modo affermativo alla richiesta dell’ordine dei giornalisti regionale di poter aderire alla campagna vaccinale. Nella lettera di inizio marzo l’amministrazione guidata da Vincenzo De Luca affermava che «la fase 2 della campagna vaccinale in corso prevede, tra l’altro, la somministrazione delle dosi vaccinali alle forze dell'ordine e agli altri operatori impegnati nei servizi pubblici essenziali, tra i quali rientrano gli operatori della informazione, nei tempi che saranno consentiti all'approvvigionamento delle dosi.
Tale fase della campagna vaccinale avrà avvio a conclusione della vaccinazione del personale della scuola ed avverrà in parallelo con le attività che riguardano attualmente gli anziani over 80». In Campania agli anziani che hanno compiuto 80 anni sono state destinate il 3 0,7% delle somministrazioni. Alla categoria “altro” il 17,7 per cento.
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