La geografia del contagio

Covid, allarme per i 67 Paesi poveri dove verrà vaccinato solo il 10% degli abitanti

Un’indagine Oxfam rivela che la maggior parte delle dosi andrà ai Paesi ricchi e la terza ondata di contagi genererà ulteriori preoccupazioni

di Roberto Da Rin

Covid, boom dei prezzi per il trasporto di materiale medico

3' di lettura

Cauto ottimismo dei Paesi che iniziano le vaccinazioni di massa e trepida attesa per altri. È questo lo scenario sul tema Covid che però trascura un fattore cruciale: la preoccupazioni per i Paesi più poveri del mondo. In 67 Paesi a basso reddito nove abitanti su dieci rischiano di non avere accesso al vaccino contro la Covid-19. È quanto emerge da un rapporto di Oxfam e Amnesty international.

Oltre la metà dei prodotti principali è stata già acquistata dai Paesi più ricchi, dove vive meno di un sesto della popolazione mondiale. Qualche numero: le forniture del vaccino Pfizer-BioNTech, approvato nel Regno Unito la scorsa settimana, andranno quasi tutte ai Paesi ricchi: il 96% delle dosi, infatti, è stato acquistato dall'Occidente. Anche il vaccino Moderna, con un'efficacia del 95%, andrà esclusivamente ai governi che saranno nelle condizioni di acquistarlo.

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Prezzi troppo alti

I prezzi di entrambi i vaccini sono alti e l'accesso per i Paesi a basso reddito sarà complicato dalle basse temperature alle quali dovranno essere conservati, denuncia ancora People's Vaccine. Ciò significa che l'aspetto logistico-distributivo assume una particolare rilevanza. Il cronoprogramma delle vaccinazioni di massa è questo: Vari Paesi, dopo mesi di attesa, stanno dando il via alle vaccinazioni di massa contro la Covid-19, incrementando la speranza delle popolazioni nelle regioni maggiormente colpite dalla pandemia in un momento in cui i casi di contagio risultano in aumento in tutto il mondo.

La Gran Bretagna ha iniziato il 9 dicembre, la Russia il 4 dicembre, con partenza da Mosca, il Messico ha annunciato che la campagna prenderà avvio intorno al 17/18 dicembre, qualche giorno dopo Israele. Secondo la Johns Hopkins University, sono stati finora registrati oltre 68 milioni di casi confermati di infezione in tutto il pianeta, di cui 15 milioni di contagi solo negli Stati Uniti.

Il totale dei casi confermati in Europa ha superato i 20 milioni.Gli esperti hanno analizzato gli accordi raggiunti in tutto il pianeta con le aziende produttrici degli otto prodotti più prossimi a una commercializzazione, tra i quali quello messo a punto dalle aziende Pfizer e Biontech, che il Regno Unito ha iniziato a distribuire per le fasce più a rischio. Tra i 67 Paesi a medio e basso reddito, vi sono Kenya, Nigeria e Ucraina.

Ebbene, sarà molto esiguo il numero di abitanti che potrà essere vaccinato. Centinaia di persone a basso reddito rischiano quindi di non potersi vaccinare contro la Covid, nel 2021, proprio perché la maggior parte dei vaccini in arrivo sono stati acquistati dall'Occidente. E ciò accade nonostante Oxford-AstraZeneca si sia impegnata a fornire il 64% delle sue dosi alle persone nei Paesi in via di sviluppo.

La People's Vaccine, agenzia che si occupa di povertà, chiede a tutte le società farmaceutiche che lavorano sui vaccini di condividere apertamente la loro tecnologia e proprietà intellettuale attraverso il pool dell'Organizzazione mondiale della Sanità, in modo che possano essere prodotte miliardi di dosi in più e che vaccini sicuri ed efficaci possano essere a disposizione di tutti coloro che ne hanno bisogno.«A nessuno dovrebbe essere impedito di ottenere un vaccino salvavita a causa del Paese in cui vive o della quantità di denaro che ha in tasca», ha affermato Anna Marriott, responsabile delle politiche sanitarie di Oxfam. Insomma, conclude Marriott «a meno che qualcosa non cambi radicalmente, miliardi di persone in tutto il mondo non riceveranno un vaccino sicuro ed efficace per il Covid-19 negli anni a venire».

La terza ondata e i Paesi poveri

Dati allarmanti, quindi, soprattutto dopo che, anche in Italia, le preoccupazioni per la Covid sono tutt'altro che sopite. «La terza ondata in queste condizioni è una certezza. Siamo in una situazione grave stabile, ci attende un inverno preoccupante», secondo l'epidemiologo Andrea Crisanti. «Con la riapertura delle scuole e delle attività produttive, abbiamo offerto una grande occasione al virus e i contagi sono esplosi. Dopo l'estate avevamo in mano una situazione gestibile e ce la siamo lasciati sfuggire. I casi residui potevano essere gestiti».«Per un effetto paradossale, una regione preparata dal punto di vista sanitario adotta misure più blande e consente la maggiore circolazione del virus. Alla fine di questa esperienza, gli indicatori di queste zone andrebbero ripensati.

«Prima che il vaccino abbia effetto passeranno mesi, ci attende un inverno preoccupante. L'Italia alla fine della prossima settimana sarà il Paese con più morti in Europa, non è qualcosa di cui essere orgogliosi. Natale, con scuole chiuse e fabbriche a ritmo ridotto, va sfruttato per ridurre i contagi», afferma ancora il virologo.

I pericoli legati alla terza ondata vengono amplificati dall'esclusioni di molti Paesi geograficamente vicini all'Europa dove il vaccino antiCovid non sarà disponibile. L'allarme di Paesi esclusi dalla distribuzione del vaccino arriva in concomitanza con il 72esimo anniversario (10 dicembre 1948) della approvazione della Dichiarazione universale dei diritti umani. Diritti umani che di questi tempi sono ancora più vincolati ai diritti sanitari.

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