Covid, in arrivo il decreto con la fine a tappe delle restrizioni: resta nodo stop mascherine al chiuso
Potrebbe essere abolito solo a giugno l'obbligo di indossare le mascherine nei luoghi chiusi diversi dall'abitazione privata. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, insiste nel chiedere cautela perché «i casi stanno risalendo in tutta Europa».
di Andrea Gagliardi
I punti chiave
3' di lettura
Il 31 marzo finirà dopo due anni e due mesi lo stato di emergenza da Covid e comincerà una nuova fase di contenimento del coronavirus. Il governo lavora a un decreto, previsto in settimana, con la road map con tutte le date per il ritorno alla «normalità» pre-pandemia. Con tappe fissate, dal 1° aprile al 15 giugno, il green pass andrà in archivio.
Governo lavora a road map
Secondo quanto si apprende tra i nodi ancora da sciogliere ci sarebbe da un lato l’utilizzo delle mascherine a scuola e nei luoghi al chiuso, dall’altro le modalità con cui superare l’utilizzo del Green pass. Probabile una soluzione più graduale rispetto alla Francia, dove è stata avviata la somministrazione della quarta dose vaccinale agli over-80 a seguito della lieve ripresa dei contagi, ma al contempo è stata confermata da lunedì 14 marzo la fine delle restrizioni fra cui l’obbligo di mascherina al chiuso e il possesso del super green pass.
Abolizione graduale del green pass
Sul fronte green pass, l’ipotesi allo studio del governo è lo stop dal primo maggio a qualunque tipo di green pass per l’accesso ai luoghi al chiuso, dai ristoranti ai cinema. Sarebbe inoltre prevista l’eliminazione del super green pass per l’accesso agli hotel, mantenendo solo il green pass base, a partire dal primo aprile. Non è però esclusa l’ipotesi di abolire qualunque tipo di green pass per l’accesso agli hotel. La ripartenza del turismo è infatti una priorità e Palazzo Chigi vuole favorire le prenotazioni per Pasqua e per l'estate. Già dal primo aprile l’ipotesi al vaglio è anche di consentire l’accesso ai mezzi di trasporto pubblici solo col green pass base, mentre si prevedrebbe l’eliminazione di qualunque tipo di green pass per i luoghi all’aperto.
Verso stop obbligo super green pass sul lavoro per over 50
A maggio, poi, il super green pass potrebbe non essere più richiesto obbligatoriamente agli over 50 sui luoghi di lavoro. A chi ha superato questa soglia d’età, per cui in linea generale l’obbligo resterebbe in vigore, sui luoghi di lavoro potrebbe essere richiesto solo il certificato base. È questo l’orientamento che, a quanto si apprende, sta maturando nel governo, alle prese con la road map per uscire dall’emergenza Covid che dovrebbe arrivare giovedì in Cdm.
Il nodo mascherine al chiuso
Potrebbe essere abolito solo a giugno l'obbligo di indossare le mascherine nei luoghi chiusi diversi dall'abitazione privata. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, insiste nel chiedere cautela perché «i casi stanno risalendo in tutta Europa».
Prevale la cautela
Sul punto gli esperti sono divisi. «Ritengo che su mascherine al chiuso, restrizioni ai no-vax e green pass sia l’ora di dire basta» afferma il virologo Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova. Non la pensa così Guido Rasi, ex direttore dell’Ema, che si dice «assolutamente non d’accordo ad eliminare le mascherine al chiuso, unica vera protezione contro l’infezione». Sulla stessa lunghezza d’onda Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, che ricorda: «Il vaccino riduce di circa il 50% il contagio ed è la stessa riduzione che otteniamo con la mascherina. Se accettiamo di togliere il Green pass, non possiamo togliere anche l’altro strumento di prevenzione che ci permette di abbattere, più o meno con la stessa efficacia, il contagio». Mentre Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro della Salute Roberto Speranza per l’emergenza Covid, attacca: «Togliere la mascherina dai luoghi chiusi, come hanno fatto negli Usa, è una mossa suicida».
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