Covid: a chi sono raccomandati gli antivirali dall’Oms. In Italia da ora in farmacia
Via libera alla distribuzione del Paxlovid dietro presentazione della ricetta del medico di famiglia
di Nicola Barone
I punti chiave
3' di lettura
La pillola antivirale Paxlovid di Pfizer, una combinazione dei principi attivi nirmatrelvir e ritonavir, è «fortemente raccomandata» dall’Organizzazione mondiale della sanità per i pazienti con Covid non gravi ma che sono a più alto rischio di ricovero in ospedale, come i non vaccinati, gli anziani o gli immunosoppressi. L’indicazione, pubblicata sul British Medical Journal, arriva dagli esperti internazionali Oms del Gruppo per lo sviluppo delle linee guida dell’agenzia ginevrina. Parte da oggi anche nelle circa 19 mila farmacie presenti sul territorio la distribuzione, dietro ricetta del medico di famiglia, dell’antivirale in pillola contro il Covid.
I rilievi del gruppo Oms
Gli specialisti formulano anche una «raccomandazione condizionale (debole)» per l’antivirale remdesivir nella stessa categoria di malati Covid. Gli esperti spiegano che, per i pazienti dei gruppi elencati, nirmatrelvir-ritonavir «rappresenta probabilmente una scelta migliore perché può prevenire più ricoveri rispetto alle terapie alternative, ha un minor rischio di potenziali effetti avversi rispetto a molnupiravir», l’altro antivirale orale anti-Covid, «ed è più facile da somministrare rispetto ai trattamenti per via endovenosa come remdesivir e anticorpi monoclonali». L’impiego di Paxlovid viene invece sconsigliato nei pazienti Covid a basso rischio, perché i benefici non sono significativi - puntualizzano gli specialisti - come pure nei malati con Covid grave, perché al momento non ci sono dati sperimentali su questa categoria. «I farmaci antivirali dovrebbero essere somministrati il prima possibile nel corso della malattia», sottolineano gli esperti.
Costi e accesso rapido ai test, i nodi
Il gruppo Oms segnala comunque per questi prodotti alcuni “nodi” relativi a «costi e risorse», che «potrebbero rendere difficile l’accesso nei Paesi reddito medio e basso», ed evidenzia che molto dipende dalla disponibilità dei test per la diagnosi di Sars-CoV-2, «in particolare a quelli per intercettare l’infezione in fase iniziale». E incerto rimane il rischio che insorgano resistenze.
Operativa la determina Aifa
La più ampia distribuzione dell’antivirale, dietro presentazione della ricetta del medico di famiglia, introdotta dalla determina dell’Agenzia italiana del farmaco permetterà di rendere questa terapia più accessibile, come sottolinea Federfarma, e darà ai farmacisti un «ruolo decisivo per favorire la gestione “ordinaria” della pandemia sul territorio», precisa la Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani (Fofi). In Italia Paxlovid al momento è indicato per il trattamento del Covid in persone dai 18 anni in su che non necessitano di ossigenoterapia supplementare e che sono ad elevato rischio di progressione a Covid-19 grave e va assunto a distanza di non oltre cinque giorni dall’inizio dei sintomi. Era prescrivibile, finora, per il trattamento della malattia lieve-moderata nei soggetti a rischio e non ospedalizzati solo da parte dei centri Covid, che inseriscono i pazienti trattati in un registro di monitoraggio. Ora la prescrizione può essere effettuata anche da parte del medico di medicina generale, su ricetta elettronica e previa compilazione del piano terapeutico Aifa. Una volta ottenuta la ricetta, il medicinale sarà erogato gratuitamente al paziente in base al protocollo d’intesa siglato tra ministero della Salute, Aifa, Federfarma Servizi, Federfarma, Assofarm, Farmacie Unite e Adf.
Gli studi di efficacia e sicurezza
Tornando alla raccomandazione per Paxlovid, come spiegano i redattori delle linee guida Oms sul British Medical Journal, essa si basa su nuovi dati di due studi randomizzati e controllati che hanno coinvolto 3.100 pazienti. Nei trial «l’evidenza di certezza moderata ha mostrato che nirmatrelvir-ritonavir ha ridotto i ricoveri ospedalieri (84 in meno ogni 1.000 pazienti), l’evidenza a bassa certezza non ha suggerito alcuna differenza importante nella mortalità e l’evidenza ad alta certezza ha indicato poco o nessun rischio di effetti avversi che portano all’interruzione del farmaco». La raccomandazione condizionale per remdesivir si basa invece su nuovi dati di 5 studi randomizzati controllati su 2.700 pazienti, e sostituisce una precedente raccomandazione contraria all’impiego del farmaco in tutti i pazienti Covid indipendentemente dalla gravità della malattia. Le linee guida Oms vengono aggiornate progressivamente dal panel dedicato, con il supporto metodologico della Magic Evidence Ecosystem Foundation.
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