Lombardia e altre 8 regioni ancora in rosso. Viaggi all’estero, la stretta si allunga
Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Puglia, Lombardia, Campania e Calabria avevano ancora dati da zona rossa (sopra la soglia critica di 250 nuovi positivi settimanali ogni 100mila abitanti o con Rt oltre 1,25).
di Andrea Gagliardi
I punti chiave
2' di lettura
A partire da martedì 6 aprile, Veneto, Marche e la provincia autonoma di Trento passano dalla fascia rossa a quella arancione. Restano ancora in lockdown, invece, le altre nove regioni attualmente in zona rossa. Di queste, in a base all’ultimo monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità, sette registravano numeri ancora sopra la soglia critica. In particolare, sette avevano dati di incidenza dei contagi oltre 250 nuovi positivi settimanali ogni 100mila abitanti: Valle d’Aosta, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Emilia Romagna, Toscana e Lombardia. Un’altra (la Campania) ha un Rt (indice di contagio) superiore a 1,25. Mentre la Calabria superava questa soglia nel penultimo monitoraggio. Ecco perché le ordinanze del ministero della Salute hanno confermato per queste regioni il colore rosso.
Speranza proroga stretta su viaggi estero fino al 30 aprile
Intanto il ministro della Salute Roberto Speranza con un’ordinanza del 2 aprile ha prorogato la stretta sui viaggi all'estero fino al 30 aprile. In particolare, per arrivi e rientri da Paesi dell'Unione Europea, è previsto il tampone in partenza, nonché quarantena di 5 giorni al rientro e ulteriore tampone alla fine dei 5 giorni.
Le regole per tornare in arancione
Per quanto riguarda i colori della Regioni, in base a quanto previsto dalla normativa, bisogna rimanere nella fascia di maggior rischio (rosso) per almeno due settimane. Per venire riclassificati, infatti, è obbligatoria la «permanenza per quattordici giorni in un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive». I provvedimenti anti-Covid in vigore (Dpcm 2 marzo 2021 e decreto legge 13 marzo 2021) scadono il 6 aprile. Ma la regola è stata confermata dal nuovo decreto anti-Covid in vigore dal 7 aprile. Con la “sospensione” delle zone gialle. E il passaggio automatico in zona rossa non solo delle regioni con Rt sopra 1,25 ma anche di quelle dove l'incidenza cumulativa settimanale dei contagi è superiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti.
Veneto, Marche e provincia di Trento in arancione dal 6 aprile
Ma il ministero della Salute ha spiegato che la regola delle due settimane per passare nella fascia con minori restrizioni vale solo se il rosso è dovuto all'Rt sopra soglia e al rischio alto legato alla tenuta del sistema ospedaliero. Non se è collegato all'incidenza, cioè ai casi per 100mila abitanti. Basta una settimana di dati sotto soglia per cambiare colore. Ecco perché, in base all’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza, Veneto, Marche e provincia di Trento sono stati «promossi» in arancione già a partire dal 6 aprile.
Lombardia spera in lockdown più breve
Il destino delle nove regioni confermate in rosso è dunque legato all’incidenza dei contagi. Dopo il monitoraggio del 9 aprile, quelle con meno di 250 nuovi positivi settimanali ogni 100mila abitanti potranno anticipare al 13 aprile il passaggio in arancione. In pole la Lombardia, che nell’ultimo monitoraggio di venerdì 2 aprile è scesa a 269 (lunedì 5 aprile a 241).
Campania in rosso almeno fino al 20 aprile
Restano in arancione la provincia autonoma di Bolzano, Liguria, Umbria, Abruzzo, Molise, Sardegna, Basilicata, e Sicilia. Anche se in Liguria è stata disposta la zona rossa per le province di Savona e di Imperia fino all’11 aprile. La Campania sperava di passare in fascia arancione, dal momento che viaggia stabilmente sotto la soglia dei 250 contagi cumulati settimanali ogni 100mila abitanti. Ma resta in rosso almeno fino al 20 aprile a causa del valore dell'Rt sopra 1,25.
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