Covid, i dati Fiaso: +15% ricoveri in 7 giorni. In terapia intensiva l’84% è “per” il virus
Nei reparti ordinari il 68% è “con” covid, ovvero si è scoperto positivo al tampone pre-ricovero. Nelle rianimazioni invece l’84% dei ricoverati è “per” covid e in gravi condizioni
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Ricoveri covid in crescita per la terza settimana consecutiva con +15% sia nei reparti ordinari che nelle intensive. Lo rivela il report degli ospedali sentinella Fiaso (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere) del 6 dicembre.
Aumentano soprattutto i pazienti “con” covid, entrati per curare altre patologie e positivi al tampone pre-ricovero (+19% per un totale del 68% nei reparti ordinari). Nelle rianimazioni invece l’84% dei ricoverati è “per” covid e in gravi condizioni, il 28% è no vax.
L’aumento dei ricoveri è maggiore al Sud (+26%). Tuttavia «non ci sono segnali di preoccupazione», dice il presidente Fiaso, Giovanni Migliore.
Più nel dettaglio, la percentuale di crescita dei ricoveri nell’ultima settimana è pressoché uguale sia per i reparti ordinari (+15,8%) sia per le terapie intensive (+15,1%). I pazienti “con” covid sono saliti del 19% mentre i “per” covid, coloro che hanno sviluppato la malattia tipica da covid con sindromi respiratorie e polmonari, subiscono un incremento del 9%.
E il fatto che il 68% dei pazienti in isolamento è stato trovato con il covid al momento del ricovero, e di contro la percentuale dei pazienti ricoverati per covid è del 32%, significa, spiega la Fiaso, che «c’è una grande circolazione del virus che, tuttavia, incontra per lo più soggetti vaccinati, senza causare dunque sintomi e malattia con gravi conseguenze».
In terapia intensiva ”con” covid è il 16% rispetto all’84% “per” covid. Inoltre, a differenza dell’aumento del 26% di tutti i ricoveri al Sud, al Centro Italia si registra +18% e al Nord +9%.
«La circolazione del virus è in aumento come avviene normalmente nella stagione invernale ma al momento non ci sono segnali di preoccupazione: gli ospedali, dopo due anni di emergenza, sono ormai organizzati per affrontare la situazione e il numero di pazienti che sviluppano conseguenze gravi è ridotto grazie soprattutto alle difese offerte dal vaccino», commenta il presidente Fiaso, Migliore.
E sottolinea: «La fase pandemica è alle spalle e il covid è diventato endemico. In rianimazione ci sono per lo più fragili con altre patologie e anziani con un’età media di 71 anni eppure il 28% risulta non vaccinato: è a loro che va rinnovato l’invito alla somministrazione della quarta dose vaccinale con l’auspicio che la campagna vaccinale appena rilanciata dal ministero della Salute possa incrementare le adesioni».
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